Teatro gremito, il Ponchielli di Cremona, per una sera trasformato in una elegante milonga delle grandi occasioni, con una Compagnia d’eccezione, TANGOX2, e il suo grande Maestro e coreografo, Miguel Angel ZOTTO, interprete, accanto alla compagna e prima ballerina Daiana Guspero, e altre quattro coppie, di una serata elegante e raffinata, sostenuti dal talento della orchestra Tango Sonos.
Sold out, con un parterre, di donne e uomini, in gran livrea, ed un pubblico maturo, calato perfettamente nella dimensione d’altri tempi, di una noche portena argentina.
Il tango, ballo popolare, ma anche dimensione di riscatto sociale, nel quale ognuno può raccontarsi attraverso un abbraccio, uno sguardo, un passo incrociato, cucendo le anime dei sentimenti dell’essere umano, senza confini, propone, attraverso i virtuosismi della Compagnia Tangox2, in due ore intense, un viaggio nel tempo, per ripercorrere la storia, gli stili e i brani che hanno reso il tango protagonista nel mondo.
Note
Nella storia del Tango, i nomi dei primi ballerini comparsi nelle milonghe non sono da ricercare nei libri di storia, ma piuttosto nel prontuario giudiziario di un diario del 1862, in cui si leggono i nomi di Daniel Molina, Feliciano Orsine, Rufino Olguin e José Sandoval, con le donne, Catalina Barsolo e Francisca Diaz, portati al commissariato perché stavano ballando e “cortando”…allora vietato. (cortare: incrociare-taglio, inteso per il movimento delle gambe).
Non ci sono video per documentare il salto spazio temporale della tradizione tangueira tramandata oralmente, ma si può ricordare con fotografie e scritti, che vi erano due stili, agli esordi ben distinti, quello di Vicente Madero, più “aristocratico”, e quello di Cachafaz, più “plebeo” o popolare, con molti più tagli e torsioni nelle figure. Un aneddoto: Cachafaz, morì a 47 anni, a Mar del Plata nel 1942, ballando con Carmencita Calderon, vissuta per più di 100 anni sempre a passo di tango.
E ancora altri virtuosi hanno coronato l’evolversi di questo ballo, da El Pibe Palermo, Vasco Casimiro Ain, a Bernabè Simarra, chiamato Il Re del Tango, a Juan Carlos Copes, che insieme a Maria Nieves, portarono il Tango a Broadway, nel 1985.
Miguel Angel ZOTTO, all’anagrafe Zotta, proveniente da una famiglia lucana di Campomaggiore, emigrata in Argentina, inizia a studiare e ballare tango, prima con il nonno e poi con il padre, attore e ballerino, per poi apprendere le lezioni di stile a 17 anni dal maestro Rodolfo Dinzel. Nella intensa e sfolgorante carriera di Zotto si contano numerosi e prestigiosi premi, quali il Premio Award Maria Ruanova ’91, il Premio Positano del 1999, il Premio Gino Tani Award. Eletto in Argentina, nel 2000, come uno dei tre migliori ballerini di tango del secolo, viene nominato “Accademico” dalla National Tango Academy di Buenos Aires.
La prima parte dello spettacolo ripercorre, nelle atmosfere delle luci, dei costumi e delle musiche, il passato melanconico e tagliente, di incontri fuggenti di coppie. Il tempo poetico di Gardel. Conoscenze furtive di sguardi, catturati nell’angolo di una strada o di una casa di appuntamento, si fiutano, si studiano, con istinto quasi animale, per poi riconoscersi in un abbraccio.
La seconda si muove sulle corde sensuali e sabbiate del colore della notte, complice di ombre e chiaroscuri, che sottolinea le linee sinuose e mai volgari delle donne, dolcemente scivolate nei passi incrociati sul contrappunto delle note del bandoneón, suonato da Antonio Ippolito. L’orchestra diretta dai fratelli Ippolito, con Nicola al pianoforte, al contrabbasso Gerardo Scaglione, secondo violino Giacomo Agazzini, il soave primo violino di Lautaro Acosta, promuovono l’incedere delle note del modern tango di Piazzolla.
Quattro coppie si prendono e si lasciano, ad occhi chiusi, nella comunicazione non verbale più seducente intima e sincera del linguaggio corporeo, nella bravura dei ballerini, Juan Manuel Rosales e Liza Rosales, Pablo Moyano e Roberta Beccarini, Roberto Orru e Jessika Santodomingo e Pablo Garcia e Romina Godoy. Senza ipocrisia, con un sincero atto d’amore, come recita la celebre affermazione di Miguel Angel Zotto: “il Tango non è maschio, è coppia”.