In Prima Italiana, il Teatro Ponchielli di Cremona accoglie, in un tripudio di applausi ed esilaranti siparietti, l’Ensemble con i solisti e danzatori del Ballet de l’Opéra de Paris, con lo spettacolo in due atti, Petites Virtuosités Variées.
Il variegato e colorito progetto nutre la firma del Direttore artistico, Samuel Murez, franco americano, classe 1982, anch’esso ballerino della rinomata Compagnia parigina, calatosi molto presto nel ruolo di coreografo, regista, compositore e produttore.
Nel 2004 fonda l’Ensemble 3E Étage, riferendosi a quel “piano” dei camerini del Palais de l’Opéra, in cui viene assegnato gerarchicamente il proprio posto ai ballerini, per prepararsi ad andare in scena.
Et voilà, al giovane e promettente coreografo suggerisce l’idea di accomunare danzatori indipendenti con forti e spiccate doti tecniche, artistiche ed interpretative.
Samuel Murez si rende conto molto presto, lui stesso di voler fare parte dell’atto creativo, e non solo esecutivo di un progetto coreografico ed artistico, risorsa importante, per crearsi la possibilità di costruire le basi di una carriera.
Considerato dalla stampa parigina, il Buster Keaton della nuova corrente coreografica francese, fonde le sue conoscenze musicali e tecniche del balletto classico, con la visione di uno storyboard cinematografico e l’ironia delle comiche del film muto e l’allure della Nouvelle Vague.
Costruisce un trait d’union di facile fruizione e comunicazione da Comédie–Française, per abbracciare un pubblico vario ed eterogeneo, destrutturando la difficile tecnica classica del balletto, con gli ingredienti di virtuosismi resi quasi all’eccesso, per smitizzare quel distacco, a volte troppo marcato, tra il pubblico neofita e gli addetti ai lavori.
Elementi teatrali di mimo alla Lecoq, si rivelano essere un ponte naturale, per introdurre con serietà, i Solo, Duet e movimenti d’insieme, di alta scuola professionale, in un’ambientazione scenica minimale, fatta di luci ambrate, e colori primari, capaci di creare tagli prospettici essenziali, con chiaro scuri di quadri pittorici per tableaux coreografici.
L’Ensemble, costituito da sei ballerini, nel ritmo incalzante delle variazioni, sembrano moltiplicarsi e raddoppiare la presenza in scena, da veri trasformisti, con volti dipinti da una maschera bianca, passando dalla duttilità dei ruoli del balletto classico, alla più contemporanea gestualità, ammiccando anche all’hip hop.
Frutto della bravura straordinaria dei suoi interpreti: la potenza atletica di François Alu, Simon Le Borgne, Takeru Coste, Hugo Vigliotti, e la leggerezza degli épaulement delle braccia di Clémence Gross, Lydie Vareilhes.