Eleonora Buratto, Veronica Simeoni, Paolo Fanale e Roberto Tagliavini: un quartetto vocale tutto italiano per interpretare lo Stabat Mater, uno dei capolavori di Gioachino Rossini, che torna in Sala Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica di Roma venerdì 27 (ore 20.30), sabato 28 e domenica 29 aprile (ore 18).
Il capolavoro religioso di Rossini, proposto nella stagione sinfonica dell’Accademia in occasione del 150esimo anniversario della morte del compositore pesarese che ricorre nel 2018, vanta un rapporto tutto speciale con l’istituzione, rinsaldato dalla pluripremiata e celeberrima incisione diretta da qualche anno fa da Antonio Pappano con un cast di stelle, Anna Netrebko, Joyce DiDonato, Lawrence Brownlee e Ildebrando d’Arcangelo.
E in questa occasione, le voci sono quelle di quattro acclamati solisti ben noti al pubblico romano, il soprano Eleonora Buratto, già ammirata nella trionfale Aida di Verdi (registrata per la Warner a Santa Cecilia nel 2015) e il mezzosoprano Veronica Simeoni, splendida Margherita ne La damnation de Faust di Michieletto, apertura di stagione dell’Opera di Roma, Premio Abbiati come migliore spettacolo 2018.
Ben note al pubblico anche le voci maschili con il tenore Paolo Fanale, già Ferrando in Così fan tutte di Mozart diretto da Bichkov nella stagione cecilia 2016 e il basso Roberto Tagliavini, già ascoltato nel Maometto II (nel 2014) e nella Turandot (nel 2013) all’Opera di Roma che sarà impegnato anche nella Petite Messe Solennelle di Rossini tra pochi mesi, ad agosto, in occasione del Rossini Opera Festival di Pesaro.
Che la teatralità dello Stabat di Rossini sia particolarmente nelle corde dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia è conclamato: sul podio, dopo Pappano e Nicola Luisotti (che l’ha diretto a Roma nel 2015), l’eredità sarebbe dovuta passare all’ex direttore musicale dell’Accademia, Myung-Whun Chung, costretto invece per motivi di salute a rinunciare agli impegni lasciando il posto alla direzione versatile e robusta dell’inglese Ivor Bolton, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Basilea, Direttore Musicale del Teatro Real di Madrid, Direttore Onorario della Mozarteumorchester di Salisburgo e Direttore della Dresden Festival Orchestra.
Tratto da una preghiera del mistico Jacopone da Todi, lo Stabat Mater, sequenza liturgica che ha ispirato anche capolavori della pittura, meditazione sul dolore della Madonna davanti alla Passione e alla crocifissione del Figlio morto che si è sacrificato per l’umanità, ha esercitato un fascino ininterrotto nel corso dei secoli (se ne contano quasi 400 versioni in musica, incluse quelle di Pierluigi da Palestrina, Scarlatti o Haydn). Rossini, che ben conosceva lo Stabat Mater di Pergolesi e non aveva mai voluto tentare il confronto forse, cede alle richieste del prelato spagnolo Alejandro Aguado, cominciando a comporre il suo Stabat nel 1829: la composizione però sarà lunga a travagliata con la prima esecuzione pubblica, diretta con successo da Donizetti, solo nel 1842: la personale rivisitazione del pesarese è fortemente teatrale, fra luci e ombre, mantiene la dimensione umanissima del dolore, ma senza mai tralasciare la necessaria dose di ieraticità che ammanta il testo.
Il concerto di venerdì 27 aprile sarà trasmesso in diretta radio nel corso della trasmissione Radio3 Suite, preceduto dallo Spirito Classico alle ore 19, introduzione all’ascolto con aperitivo condotto da Cesare Mazzonis.
La seconda parte del concerto è dedicata alla Sinfonia n. 39 K543 di Mozart, potente, prima delle tre ultime sinfonie che compongono un’ideale trilogia, scritte nell’estate del 1788 a Vienna. Biglietti da 19 a 52 Euro, info su santacecilia.it.