Da giovedì 26 aprile a domenica 13 maggio 2018 Fondazione Cineteca Italiana propone presso Cinema Spazio Oberdan a Milano la rassegna IL CINEMA DI KIM KI-DUK, una personale dedicata al regista coreano Kim Ki-duk, che all’inizio degli anni 2000 ha firmato diversi, autentici capolavori e recentemente l’appena uscito nelle sale italiane Il prigioniero coreano.
Dieci i lungometraggi in programma per scoprire la poesia, il rigore, la lucidità a volte crudele, in una parola l’arte di uno dei più grandi registi di quel cinema dell’estremo oriente che da anni si propone come uno dei più interessanti del panorama mondiale.
Il cinema di Kim Ki-duk si caratterizza per la perfetta fusione tra elementi contenutistici e rigore formale, offerti allo spettatore con uno stile crudo e realistico, senza auto-censure. Una violenza e una incisività di espressione, la sua, di certo non gratuita, giacché funzionale all’esplorazione dell’animo di personaggi complessi che, nell’odierna società ripiombata in gravi deficit di capacità di comunicazione autentica, faticano a entrare in relazione o a interagire tra di loro. Forte anche della sua esperienza nell’esercito coreano, Kim Ki-duk porta paradossalmente sullo schermo storie raccontate attraverso i silenzi e i non detti quasi che il rifiuto di comunicare possa diventare un’arma simbolica contro le ingiustizie della vita e i drammi dell’esistenza.
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Calendario Rassegna Cinema Spazio Oberdan Milano
h 21.15
Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera
R. e sc.: K. Ki-duk. Int.: O. Yeong-su, K. Ki-duk, K. Young-min, S. Jae-kyeong. Corea del Sud, 2003, 103’.
Un ritratto delle gioie, dei dolori e dei piaceri che segnano le nostre vite seguendo – dall’infanzia, all’adolescenza, alla maturità, all’età adulta, alla vecchiaia – l’esistenza di un monaco che vive in una casa ancorata in un lago di montagna.
28.04 h 21.15
13.05 h 21.15
Seom – L’isola
R. e sc.: K. Ki-duk. Int.: J. Suh, K. Yoo-suk, P. Sung-hee, C. Jae-hyung, J. Hang-sun. Corea del Sud, 2000, col., 85’, v.o. sott. it.
Hee-Jin vive in riva a un lago sperduto, vendendo cibo di giorno e il proprio corpo di notte ai pescatori. Poi arriva un ex poliziotto, colpevole di un delitto passionale e deciso a farla finita. Hee-Jin glielo impedisce e finisce per sedurlo, ma il sesso è solo un temporaneo narcotico al dolore.
29.04 h 15
L’arco
R. e sc.: Kim Ki-duk. Int.: Seo Ming-jung, Jeon Sung-hwan, Han Yeo-reum, Seo Ji-seok, Jeon Gook-hwan, Kim Il-tae. Corea del sud, 2005, col., 90’.
«Forza e musicalità – come un arco teso… Voglio vivere così fino al mio ultimo respiro». Così Kim Ki-duk nel presentare il film a Cannes 2005. L’arco è un’arma che offende, ma la sua corda può suonare una musica dolcissima e la sua freccia diventare un appassionato messaggio d’amore: quello di un uomo che prende con sé una bambina di sei anni e la cresce per sposarla al compimento dei sedici. La gabbia d’oro è un peschereccio in mezzo al mare che il vecchio affitta ad appassionati di pesca. La “coppia” convive felicemente fra frecce scoccate a visitatori indesiderati e rituali sull’altalena (ma c’entrano anche Buddha e, di nuovo, le frecce) per predire il futuro. Fino a quando arriva un giovane ospite che inizia una tenera amicizia con la ragazza e tenta di liberarla.
29.04 h 21
Arirang
R., sc., fot. e mont.: Kim Ki-duk. Int.: Kim Ki-duk. Corea del sud, 2011, col.,100’, v.o. sott. it.
Un film intimo e toccante, in cui Kim Ki-duk si mette a nudo raccontando il lungo periodo da lui trascorso in totale solitudine, vittima di una crisi depressiva dovuta a un incidente sul set avvenuto nel corso delle riprese di Dream in cui la protagonista rischiò la morte. Il regista uscì a pezzi da quella drammatica esperienza, lasciò il cinema per tre anni e si rinchiuse a vivere in una desolata casa di campagna in cui aveva piazzato una tenda per dormire, riducendo al minimo i suoi bisogni e passando tutto il tempo a riflettere su se stesso.
Premio come miglior film nella sezione “Un certain regard” al festival di Cannes 2011.
30.04 h 19
11.05 h 21.15
Dream
R. e sc.: Kim Ki-duk. Int.: Chang Chen, Park Ji-a, ha Jumg-woo, Kim Ki-duk. Corea del sud/Giap., 2009, col., 95’, v.o. sott. it
Una notte, Jin, artista intagliatore del legno, si sveglia di soprassalto dopo aver sognato un incidente stradale da lui causato. Turbato dall’estremo realismo dello strano sogno esce, prende la macchina e si reca nel luogo dello scontro scoprendo una tragica realtà: l’incidente è avvenuto davvero ma a provocarlo è stata una ragazza, Ran, che però non ricorda nemmeno di essere uscita di casa. Le prove schiaccianti della polizia costringeranno i due ragazzi a fare i conti con una incredibile verità: quel che Jin sogna di notte Ran, che soffre di sonnabulismo, lo mette in pratica durante le sue crisi.
01.05 h 17.15
La samaritana
R., sc. e mont.: Kim Ki-duk. Int.: Uhl Lee, Ji-min Kwak, Min-jung Seo, Kwon Hyun-Min. Corea del sud, 2004, col., 95’.
Seoul. Due liceali molto amiche con un sogno: mettere insieme i soldi per andare in Europa. Così una delle due decide di prostituirsi ma con lo spirito di una prostituta orientale i cui clienti, dopo aver fatto l’amore con lei, diventavano buddhisti. Vuole dare gioia. L’amica non condivide il suo atteggiamento ma le tiene i contatti. Finché un giorno, per sfuggire all’arresto, la baby prostituta si getta da una finestra e muore. Da quel momento l’amica prenderà il suo posto ricercando tutti suoi clienti per offrire loro un rapporto sessuale restituendo i soldi che in precedenza avevano dato alla scomparsa. Ma il padre della ragazza è un poliziotto. La scopre casualmente e decide di seguire i suoi clienti.
Orso d’argento per la miglior regia al festival di Berlino 2004.
01.05 h 21.15
13.05 h 19
Ferro 3 – La casa vuota
R. sc. e mont.: K. Ki-duk. Int.: H. Jae, L. Seung-yeon. Corea del Sud, 2004, col., 95’.
Tae-suk vive temporaneamente in case i cui proprietari sono assenti. Un giorno incontra Sun-hwa, giovane moglie reclusa e maltrattata. I due s’innamorano e Sun-hwa decide di seguire Tae-suk nella sua vita vagabonda. Scoperti, Tae-suk finisce in prigione, Sun-hwa torna dal marito. Ma in carcere Tae-Suk apprende una tecnica segreta che gli permetterà di riportare la gioia nella vita di Sun-hwa.
Leone d’argento per la miglior regia al festival di Venezia 2004.
02.05 h 21.15
Pietà
R. e sc.: K. Ki-duk. Int.: Cho Min-soo, Lee Jung-jin. Corea del Sud, 2012, col., 104’, v.o. sott. it.
Al servizio di una banda di usurai, un trentenne feroce e solitario riscuote i loro crediti, infliggendo spietate punizioni ai poveri debitori insolventi. L’uomo non ha famiglia, né amici. Ma un giorno si presenta da lui una donna misteriosa, che ben presto gli confessa di essere sua madre, colei che lo aveva abbandonato da piccolo. Dapprima diffidente e aggressivo, l’uomo finisce per crederle, e da quel momento lui e la sua vita sembrano cambiare totalmente. Ma il male procurato senza pietà a tante persone non si può cancellare.
Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia 2012.
12.05 h 17.15
Soffio
R. e sc.: Kim Ki-duk. Int.: Chang Chen, Park Ji-a, Ha Jumg-woo, Kim Ki-duk. Corea del sud, 2007, col., 80’.
La scultrice Yeon, moglie tradita e madre riluttante di una bimba, comincia a far visita, spacciandosi per la sua fidanzata, a un condannato a morte che ha tentato due volte il suicidio. Il direttore del carcere asseconda il desiderio della donna di ridare al carcerato il gusto della vita.
12.05 h 21.15
Il prigioniero coreano
R. e sc.: Kim Ki-duk. Int.: Ryoo Seung-bum, Lee Won-geun, Kim Young-min, Guyhwa Choi. Cores del Sud, 2017, 114’, v.o. sott. it.
Fai attenzione: oggi la corrente va verso Sud», lo avvisa una sentinella, ma a fare sempre molta attenzione il pescatore Nam Chul-woo ci è abituato. Del resto, non puoi permetterti distrazioni quando abiti in un villaggio della Corea del Nord e ti muovi ogni giorno sulla linea di confine. Confine d’acqua, nel caso di Nam, ed è proprio l’acqua a tradirlo: una delle reti, infatti, si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente che va verso Sud trascina il povero Nam in zona nemica. Catturato dalla polizia, riuscirà Nam, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità? È rimasto ancora quello che era, cioè un bravo cittadino devoto, o l’infezione del capitalismo ha contaminato per sempre?
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Modalità d’ingresso al Cinema Spazio Oberdan
Piazza Oberdan Milano
Biglietto intero € 7,50
Ridotto con *Cinetessera € 6
*Cinetessera annuale € 10