Ritorna in scena dopo venti anni lo spettacolo teatrale La scuola. Per la maggior parte di noi è conosciutissima la versione cinematografica del ’95, ma in realtà il testo di Domenico Starnone venne messo in scena sempre da Lucchetti, nel ’92 con il titolo originale Sottobanco, protagonista il sempre bravissimo Silvio Orlando.
Per chi come me conosce quasi a memoria le battute del film, lo ama e apprezza la drammatica veridicità delle vicende che avvengono in una scalcinata scuola di provincia e ride in modo amaro delle vicende in cui sono protagonisti i frustrati insegnanti; è un piacere avere l’opportunità di vederlo in teatro, dal vivo, recitato da attori bravissimi, i quali per la maggior parte si sono riprestati a quei personaggi che già avevamo visto al cinema. In primis il favoloso Silvio Orlando che interpreta l’insegnante di lettere, il “buono” e “il professore amico” dei suoi studenti.
La vicenda si svolge a fine anno scolastico, i professori si sono riuniti in palestra per lo scrutinio finale della IV D, l’aula insegnanti ormai non è più agibile da un paio di settimane, l’intonaco del soffitto è caduto e con esso cade nel mistero la scomparsa della docente Serino, proprio lei che era prossima alla pensione, che ce l’aveva fatta a raggiungere la meritata anzianità di servizio dopo anni di sofferenze in una comune scuola italiana. In questa palestra i docenti mettono in scena il loro teatrino giornaliero fatto di squallore antropomorfo: il professore che ripete la frase classica “Se non vogliono studiare che vadano a zappare”, sempre in voga tra i docenti anche tuttora, la professoressa ficcanaso, il professore che non si decide a lavarsi e puzza da non stargli accanto, il professore marpione che fa il doppio lavoro e a scuola non vuole perdere tempo. A fianco di questo ritratto così convenzionale, ma maledettamente reale, ecco che due professori forse sono quelli che lasceranno un ricordo positivo della scuola anche agli studenti più problematici, anzi, soprattutto a loro. Sono quelli che un giorno per strada si sentiranno chiamare e si sentiranno dire: “Professore non mi riconosce? Sono io. Si ricorda di me?”.
A interpretarli sono Silvio Orlando e Vittoria Belvedere, brava, costretta a reggere il confronto con la strepitosa e commovente Anna Galiena del film.
Infine, altro protagonista, lo studente Cardini, il problematico, lo strano, lo svogliato, il crea problemi studente Cardini. Tutti lo vogliono bocciare al di fuori del professore buono di lettere che cerca di persuadere il consiglio sostenendo che in effetti Cardini sarebbe da bocciare, ma qualcosa sa fare, fa benissimo la mosca. Forse il vero protagonista della vicenda è proprio Cardini, lo studente di cui tutti parlano ma che non si vede mai. Rappresenta il figlio degli ultimi che popola le nostre scuole, che c’è ma è come se non ci fosse, costretto a essere messo da parte, a rimanere una mosca impantanata in una pozza di miele.
Curioso che a distanza di venti anni Daniele Lucchetti decida di rimettere in scena questo testo, proprio ora che la scuola come non mai la troviamo scalcinata, rattoppata e messa in discussione perché non troppo 2.0. Forse ai nostri ragazzi servirebbe qualcos’altro rispetto a LIM e tablet.