L’intenso tour di Questo è il mio nome, spettacolo che vede in scena un gruppo di attori rifugiati, fa tappa nel capoluogo emiliano. Previsti inoltre, nello stesso giorno, una replica per le scuole, la proiezione di un docufilm e un incontro con esponenti della società civile per raccontare pratiche virtuose di accoglienza e integrazione.
«Questo gruppo è nato nel 2015. I nostri attori, insieme a molti altri che frequentavano il laboratorio, erano arrivati da poco e si trovavano nella condizione di “richiedenti asilo”. Allora la memoria degli sbarchi, del grande viaggio dai paesi in guerra attraverso il deserto, l’inferno della Libia e poi le carrette del mare erano ferite aperte»: Bernardino Bonzani introduce la genesi di Questo è il mio nome, spettacolo del Teatro dell’Orsa con attori rifugiati che venerdì 6 aprile alle ore 21.15 sarà in scena a Parma, negli spazi di Europa Teatri.
«“Voi siete felici?” è la prima domanda rivolta al pubblico» spiega Annamaria Gozzi, collaboratrice alla drammaturgia dello spettacolo «E dalla parola felicità parte la trama dei racconti. I cinque attori sul palco non danno voce solo alle loro storie, sono portatori narranti di migliaia di altri giovani rifugiati, anche di chi non ha mai toccato il suolo d’Europa. Momenti felici, memorie e canti d’infanzia, amori, paure, sogni di futuro, tutto questo da agganciare a una nuova lingua. Da Mali, Gambia, Costa d’Avorio e Nigeria sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio».
Questo è il mio nome è da circa tre anni in tour in tutta Italia. Ha ricevuto, tra l’altro, il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria a Gattatico (RE), è stato selezionato al Festival I Teatri del Sacro 2017 e ha ottenuto l’attenzione di numerosi media nazionali: «Uno spettacolo è vivo se continua a evolversi, ad arricchirsi. Per Questo è il mio nome a ogni rappresentazione modifichiamo battute, proviamo a costruire nuove scene» aggiunge Bernardino Bonzani «Questo accade grazie ai cinque attori che hanno scelto di continuare l’esperienza teatrale inizialmente vissuta come richiedenti asilo. Lo fanno oggi in una veste di lavoro professionale in teatro. Dopo ormai più di quattro anni di vita in Italia, ciascuno di loro ha studiato, si è integrato nella lingua, nel lavoro e nelle amicizie».
«Viviamo un tempo fragile, ma il teatro ci riporta a casa, nello spazio e nel tempo dell’incontro con l’altro. Il teatro smaschera il pregiudizio, fa lo sgambetto alla superiorità supposta di un uomo sull’altro. Ci mette su una scala che fa salire e scendere i gradini della comprensione. Mentre camminiamo verso l’altro in fondo ci interroghiamo su chi siamo e che cosa portiamo, se le radici che ci hanno germogliati sono davvero così distanti da quelle dell’altro, se l’ombra che facciamo può ristorare solo noi» conclude Monica Morini, che insieme a Bernardino Bonzani firma ideazione e regia dello spettacolo «Sono stati migliaia gli spettatori toccati dall’autenticità di questi racconti, che abbracciano la vita nella profondità e nella leggerezza. Un’avventura necessaria, in un tempo di muri e pregiudizi, che ha toccato i teatri all’italiana, i Festival, le piazze e le scuole. Dalla Sardegna al Piemonte, dalle Marche al Trentino. E che ancora continua a camminare».
Questo è il mio nome vede in scena gli attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe e Lamin Singhateh.
Al termine dello spettacolo, il pubblico potrà dialogare con attori e registi.
Lo stesso giorno, venerdì 6 aprile, sono inoltre previsti alle ore 10 una replica dello spettacolo per le scuole della città, alle ore 18 la proiezione del docufilm di Alessandro Scillitani Argonauti (realizzato a partire dall’omonimo progetto del Teatro dell’Orsa vincitore del bando MigrArti 2017 del MiBACT) e alle ore 18.30 l’incontro Zattere di futuro nel corso del quale, a partire dai cambiamenti epocali del nostro tempo, si rifletterà sul ruolo del teatro e di quanto la conoscenza e l’incontro possano «spegnere gli incendi della paura e del pregiudizio», come suggerisce l’ideatrice Monica Morini. Alla conversazione parteciperanno i registi e i giovani rifugiati protagonisti dello spettacolo Questo è il mio nome, Marco Aicardi di Dimora D’Abramo, Gigi Tapella e Sylviane Onken registi del progetto teatrale dell’Associazione Svoltare e un rappresentante dell’Associazione Roots Evolution.
Europa Teatri si trova in Via Oradour 14 a Parma.
Info sulla replica a Parma: http://www.europateatri.it/
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/