“Aldo Moro. La verità mancata.” è il titolo della rassegna di teatro e cinema che il Teatro Biblioteca Quarticciolo dedica ad Aldo Moro, in occasione del quarantesimo anniversario della sua uccisione avvenuta il 9 maggio 1978, dopo cinquantacinque giorni di sequestro. “Di Aldo morto sappiamo quasi tutto ma cosa sappiamo di Aldo vivo? In questo quarantesimo anniversario – precisa la direttrice artistica Veronica Cruciani – proviamo a strappare Aldo Moro al caso Moro per riparlarne come essere umano, come politico e inserirlo in una storia che riguarda tutti, una storia collettiva e nazionale.”
La rassegna si svolge dal 9 all’13 maggio proponendo tre appuntamenti; due di teatro, Aldo morto / tragedia di e con Daniele Timpano (9 maggio ore 21.00) e moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia di e con Ulderico Pesce (13 maggio ore 18.00; e il 12 maggio ore 18 al Teatro Villa Pamphilj); e uno di cinema, “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio (11 maggio ore 20.00) con l’introduzione di Ascanio Celestini.
9 maggio ore 21.00. Aldo morto / tragedia (Spettacolo vincitore Premio RETE CRITICA 2012 | Segnalazione speciale Premio IN – BOX 2012 | Spettacolo finalista Premio Ubu 2012 come“migliore novità italiana” | Premio NICO GARRONE 2013 per il progetto speciale “Aldo morto 54”): Nel 2013, in collaborazione con il Teatro dell’Orologio di Roma e Fondazione Romaeuropa, dallo spettacolo è nato il progetto Aldo morto 54: 54 giorni di repliche dello spettacolo Aldo morto e 54 giorni di autoreclusione di Daniele Timpano in streaming in una cella ricostruita appositamente in teatro. Timpano, attore nato negli anni ’70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.
11 maggio ore 20.00. “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio con l’introduzione di Ascanio Celestini. Roma, 1978: Chiara diventa la “vivandaia” di Aldo Moro dopo il suo sequestro da parte delle Brigate Rosse. La ragazza fatica a conciliare la lotta armata con la vita di tutti i giorni, fatta di lavoro, fidanzato e rapporti con familiari, amici e colleghi. Tutto costruito sul “privato” della protagonista (la giovane brigatista che vive la schizofrenica doppia esistenza di impiegata e carceriera/carcerata), sulle silenziose relazioni che si intrecciano nella casa di via Gradoli (corpi che si appoggiano a dormire di fianco a lei nel letto, la presenza fantasmatica rinchiusa nell’anfratto nel muro, la sua voce, il gatto, i canarini, il terrore degli occhi dei vicini). “Buongiorno, notte” ci racconta forse molto di più sull’oggi che su quel particolare momento della nostra storia. Con le sue sfilate di politici, ripresi dai servizi televisivi dell’epoca, con i suoi cenni di televisione-spazzatura (che proprio in quegli anni cominciò a rodere i nostri cervelli), e soprattutto con la sua privata ostinazione, con il suo “fuori” angosciante e minaccioso (le due sequenze al Ministero, tra scale e ascensori, che fotografano l’aria e la paura che si respiravano), descrive i germi che si sono insinuati nella nostra realtà e indica con chiarezza chi li ha seminati.
13 maggio ore 18.00 (12 maggio ore 18 al Teatro Villa Pamphilj) . moro_55 giorni che cambiarono l’Italia di Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce con interventi in video del giudice Ferdinando Imposimato, interpretato e diretto da Ulderico Pesce. “Non l’hanno ucciso le Brigate Rosse, Moro e i ragazzi della scorta furono uccisi dallo Stato.” Questa frase è il fulcro dell’azione scenica ed è documentata dalle indagini del giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, che nello spettacolo compare in video interagendo con il protagonista e rivelando verità terribili che sono rimaste nascoste per quarant’anni. Il titolo dello spettacolo è “moro” con la “m” minuscola a voler sottolineare che nel cognome del grande statista c’è la radice del verbo “morire”. Come se la “morte” di Aldo Moro fosse stata “scritta”, fosse cioè necessaria per bloccare il dialogo con i socialcomunisti assecondando i desideri dei conservatori statunitensi e dei grandi petrolieri americani in Italia rappresentati da Giulio Andreotti e Francesco Cossiga che, dopo la morte di Moro, ebbero una folgorante carriera e condannarono l’Italia alla “sudditanza” agli USA. Moro sente che uomini di primo piano del suo stesso partito “assecondano” la sua morte trincerati dietro “la ragion di Stato” e lo scrive in una delle ultime lettere che fanno da leit motive dello spettacolo: “Il mio sangue ricadrà su di voi, sul partito, sul Paese. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato, né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno voluto veramente bene e sono degni di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore”. Il racconto scenico parte dai fatti del 16 marzo 1978 quando fu rapito Aldo Moro e furono uccisi gli uomini della scorta: Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Oreste Leonardi.
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Teatro Biblioteca Quarticciolo
Via Ostuni 8 – Roma
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Info e prenotazioni
tel 06 69426222 – 0669426277
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Botteghino
feriali ore 18-21.30, festivi ore 16-18.30
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Biglietti
Prosa Intero 10 euro; Ridotto 8 euro (over 65, under 24, possessori Bibliocard); Cinema 3€
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Acquisto on line
http://www.biglietto.it/newacquisto/titoli.asp?ide=1802
www.teatrobibliotecaquarticciolo.it – www.teatriincomune.roma.it