Roma, il Gruppo Ygramul presenta lo spettacolo di ricerca antropologica nato dall’esperienza in Brasile, a contatto con i popoli Maxakalì, Guaranì e Saterè Mawè nello stato del Minas Gerais, a Rio de Janeiro e in Amazzonia.
Cinque anni fa il Gruppo ha viaggiato oltre oceano per indagare il rapporto tra foresta e giardino, quindi vita fuori e dentro la città. Lì ha presentato un primo studio del Candidu ai popoli indigeni, attraverso l’arte di strada. Grazie alla risposta del pubblico, al loro riconoscersi nel candore del protagonista, il Gruppo Ygramul, con la regia di Vania Castelfranchi, ha lavorato sul progetto da presentare qui in Italia.
Candidu ovvero la Morte dell’Ottimismo è uno spettacolo interattivo, liberamente ispirato al Candido di Voltaire, di cui ne riprende l’intento provocatorio, essendo il personaggio beffeggiato dall’autore ad avere la meglio.
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Sinossi
Candido è morto nel suo giardino e con lui è venuto a mancare l’Ottimismo, causando siccità e desertificazione. Per questo motivo tre monaci si mettono in cammino per trovare la tomba del loro santo sperando di poter riportare in vita l’ottimismo.
Giungono all’albero dov’è sepolto e iniziano a leggere i libri contenenti le parabole della vita di Candido per comprendere la sua anima e vincere la morte.
I libri sono una summa per argomenti delle vicende di Voltaire, come l’Amore e la Guerra. Questi sono dieci e si trovano nel giardino di Candido, così i monaci li prendono, ma non possono leggerli tutti: ne devono scegliere quattro. Uno lo indicheranno gli attori, gli altri tre il pubblico. Così lo spettacolo ha svariate combinazioni di messa in scena, in relazione alle scelte delle parabole da raccontare. Gli attori si preparano a 180 minuti complessivi, di cui ogni sera ne interpretano solo 80.
Lo spettacolo interattivo attraversa differenti periodi storici e stili teatrali perché si immagina che Candido abbia vissuto a lungo.
C’è il periodo Barocco interpretato dai personaggi di Commedia dell’Arte, gli anni ’30 che incontrato il teatro arido di Bertolt Brecht e di impegno civile per arrivare infine nel 4000 con le maschere del mondo (balinesi, messicane e africane) e il teatro fisico, teatro-danza, teatro della crudeltà di Antonin Artaud.
Candidu vuole essere un’esperienza unica e irripetibile per lo spettatore, in continua mutazione per vivere il rituale di purificazione del teatro tra attori e spettatori.
Come Voltaire anche Vania Castelfranchi e il gruppo Ygramul sfidano la fisica sul piano filosofico dicendo che la scelta muta la materia delle cose: proprio l’atto compiuto dallo spettatore definisce lo spettacolo, la scelta dei libri da leggere e quindi della storia da rivivere.
Il Teatro Ygramul è sempre stato impegnato nella ricerca antropologia e sociale, a sentire gli emarginati e dargli voce.
Questo spettacolo rappresenta una chiave di svolta per il loro percorso, in cui convogliano tutte le loro esperienze artistiche e di ricerca, dall’uso di differenti linguaggi teatrali alla condivisione di esperienze e stili di vita sperimentati sulla pelle e nel teatro di impegno.
Oltre ai viaggi in giro per il mondo, Ygramul opera nelle carceri e ha fondato il proprio Teatro nella periferia di Rebibbia per lavorare a contatto con le realtà invisibili.
Questo spettacolo porta il pubblico a posare lo sguardo sulle realtà lontane, che se si conoscono è solo per gli aspetti svalorizzanti, il loro caos e sporco. Invece hanno il potenziale del Candido, della purezza e ingenuità che manca alla nostra società arida di valori, che spesso perde lo stesso senso dell’esistenza, la ragion di vita.
Candidu ovvero la Morte dell’Ottimismo non vuole insegnare o edulcorare una morale, ma far vivere un’esperienza di conoscenza, divertente a volte, drammatica altre, ma assolutamente personale e personalizzata. Dove ognuno possa metterci la propria faccia e possa vedere intorno a sé la propria realtà, di persone, situazioni, strutture e ideologie.
Candidu lotta contro la passività, la non azione e dimostra come sia emozionante partecipare, come sia fondamentale non arrendersi: attraverso questo spettacolo e la propria esperienza di compagnia.
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Note di regia
Lavoriamo con le parti invisibili del mondo: tutti i popoli indigeni che abbiamo incontrato negli anni posseggono questa magia, questo shining che ha il Candido di Voltaire. Questo è una specie di paradosso perché il Candido è un’opera scritta da Voltaire in qualche modo per metterlo in ridicolo e quindi mostrare che non funziona. Invece il Candido vince, alla fine stai dalla sua parte, ti innamori di lui per quanto naif sembri.
L’obiettivo è quello di far conoscere il candore dei popoli indigeni: a Roma non possiamo scoprirlo, se non in situazioni molto particolare, come le realtà invisibili (il campo nomade, il centro di migranti, il lavoro in carcere, il centro di salute mentale).
Tutte le realtà che la città nasconde posseggono una goccia di sangue del Candido. La città però non le vede mai o se lo fa, vede la parte peggiore, più sporca e brutta. Mentre il Candido nasconde una grande saggezza, da un punto di vista quasi buddista e vogliamo che il pubblico percepisca proprio questo.
L’ottimismo può ripartire se c’è un’attività, devi fare – un azione politica, rivoluzionaria – non si può essere passivi. Come se provassimo a dire di essere un po’ dei Don Chisciotte. Bisogna provare a innamorarsi della luna per compiere delle opere impossibili.
Candidu come gli altri spettacoli di Ygramul contiene differenti stili e influenze: partiamo dal teatro clown con i tre monaci, creature eteree. Ci siamo ispirati ai quadri di Botero: leggeri, tondi, strani. Poi andiamo nella Commedia dell’Arte per il periodo Barocco. Continuiamo negli anni ’30 con Brecht e il teatro di impegno civile, dove i corpi sono più asciutti, come i quadri di Egon Schiele, nell’estetica onirica – simbolica. Infine giungiamo nel 4000: il teatro della crudeltà di Artaud dove appaiono le maschere del mondo –balinesi, messicane, africane. Tutto è diventato deforme, disorganico. Abbiamo tante estetiche teatrali e quello che vogliamo fare è cambiare il canone e il rapporto che si ha con il pubblico da quadro in quadro.
Vania Castelfranchi
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venerdì 8 e sabato 9 giugno 2018 ore 21.00 al Teatro Euclide piazza Euclide 34 A Roma
Regia di Vania Castelfranchi
Con Valentina Conti, Valentina Greco e Gabriele Tacchi
Drammaturgia di Vania Castelfranchi e del Gruppo Ygramul
Musiche originali create e rimontate da Vania Castelfranchi
Liberamente ispirato al Candido di Voltaire Spettacolo di ricerca EsoTeatro del Gruppo Ygramul
Scene e oggetti Domenico Latronico con assistenza di Mirco Orciatici
Costumi di Cunegonda La Piccola Costumeria; ridisegnati ed elaborati da Valentina Gualandri e Serena Facchiano
Animazioni video Ivo Cotani Disegno Luci Mirco Orciatici
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PREVENDITA BIGLIETTI E INFO: Teatro Ygramul – Vania Castelfranchi ufficio@ygramul.net 3271974360
costo 12,50€ con prevendita
acquisto su https://www.eventbrite.com/e/biglietti-candidu-ovvero-morte-dellottimismo-43621958452?aff=platform
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