Il Collettivo Amigdala porta in una storica periferia emiliana i nomi più interessanti della ricerca artistica italiana ed europea. Un Festival Insolente.
«Il Festival Periferico si caratterizza per il fatto di realizzarsi in luoghi urbani non-teatrali, in aree degradate della città o in spazi pubblici poco valorizzati»: i membri della Direzione Artistica del Collettivo Amigdala di Modena introducono la manifestazione da loro ideata nel 2008 «I luoghi attraversati in questi anni sono molteplici: l’ex recapito postale della stazione FFSS, l’Archivio Comunale, il condominio popolare R-Nord, la fabbrica all’avanguardia Tecnord, il museo-laboratorio Officina Emilia. Fino al Villaggio Artigianale di Modena Ovest».
La decima edizione, dal titolo Insolente, si svolgerà dal 25 al 27 maggio, per il terzo anno consecutivo tra le officine in disuso e le imprese del Villaggio Artigiano di Modena Ovest.
«Questo luogo è nato nel 1953 da una coraggiosa intuizione politica, a partire dalle tensioni sociali ed economiche del dopoguerra» suggerisce la curatrice Federica Rocchi «È il primo Villaggio Artigiano nel nostro Paese: un territorio tra campagna e città che teneva insieme vita e lavoro, saper fare manuale e impresa, filiera produttiva e appartenenza di comunità».
Nel 2016 Amigdala ha avviato un progetto triennale che si sviluppa proprio attorno a questa storica area della città, dove l’associazione ha aperto OvestLab, uno spazio di riflessione e produzione collettiva sul futuro del quartiere, una “fabbrica civica” situata in una ex officina artigiana. Nel corso del suo primo anno di attività, OvestLab ha lavorato trasversalmente sulla ricostruzione di legami comunitari, su interventi di arte pubblica, sullo sviluppo di prototipi progettuali all’incrocio tra urbanistica, co-design, apprendimento mutuale, editoria ed economia civica, in rete con altre “fabbriche civiche” europee del network CivicWise: «Periferico 2018 nasce a partire da questa continuità» aggiunge l’illustratrice Sara Garagnani «e si fonda attorno alla comunità che in questi mesi si è stretta attorno a OvestLab, indagando il tema della relazione, sperimentando per alcuni giorni modelli di co-abitazione e di costruzione di visioni collettive. Cosa accade quando si passa da una logica individuale a una collettiva, quando si costruisce, anche se temporaneamente, un “noi”? Quale valore politico ha l’esperienza di un festival artistico in dialogo con i temi della rigenerazione urbana, quale momento in grado di aggregare corpi, visioni, affetti in uno stesso luogo per un tempo limitato? In questi anni abbiamo cercato una strada per il Festival Periferico che fosse profondamente connessa a modi artistici votati alla relazione e alla riappropriazione in termini estetici di esperienze affettive e di rapporto con i luoghi».
I nomi più interessanti della ricerca artistica e performativa nazionale e internazionale sono in arrivo a Modena Ovest per tentare, attraverso opere e atti di pensiero, di rispondere a queste questioni: Chiara Guidi | Societas, Alessandro Carboni, OHT – Office for a Human Theatre, Christophe Rocher, Isabella Bordoni, la Compagnia Bartolini/Baronio, David Batignani e Simone Falloppa, Čajka Teatro, Isabella Bordoni, il Collettivo Polisonum, Franctis Dance Company sono solo alcuni dei nomi che saranno impegnati in questo percorso insieme al Collettivo Amigdala. Proporranno installazioni, performance, spettacoli di teatro e di danza, conversazioni e concerti.
«Periferico 2018 è costruito come un laboratorio a cielo aperto, dove artisti provenienti dall’Italia e dall’Europa sono chiamati a “mettersi all’opera” assieme alla comunità per produrre spettacoli, performance, opere musicali e installazioni che entrano in dialogo con il territorio, operando come detonatori di linguaggio e creando spazi pubblici temporanei all’interno degli spazi privati del Villaggio. Molti saranno anche parallelamente gli spazi di riflessione grazie alla partecipazione di ospiti che si occupano a vario titolo dei temi della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale» racconta Meike Clarelli, anima musicale del Collettivo «È questa una delle strade percorribili dall’arte per farsi insurrezione, per darsi la possibilità di ri-originare qualcosa?».
Sono cinque i laboratori che si svilupperanno nei giorni precedenti il Festival e che coinvolgeranno diverse “comunità”, dagli abitanti ai professionisti dello spettacolo, chiamati a dare corpo e vita a questa edizione con la loro partecipazione attiva: la regista e attrice Chiara Guidi porterà in scena poesie di Nelly Sachs insieme a un gruppo di una trentina di abitanti del quartiere, dopo un percorso laboratoriale di tre giorni. Alessandro Carboni, danzatore attivo tra l’Italia e Hong Kong, lavorerà con i partecipanti sulla mappatura urbana attraverso il corpo, utilizzando il particolare dispositivo EM Tool da lui sviluppato attraverso una ricerca coreografica in stretta connessione con la mappa della città. Il musicista francese Christophe Rocher lavorerà per una settimana con non-musicisti per dare vita a un’incredibile e rumorosa orchestra che attraverserà le strade del Villaggio Artigiano. David Batignani e Simone Falloppa raccoglieranno oggetti, scarti, residui e frammenti tra le botteghe artigiane e le case del quartiere per ricostruirli e riconnetterli in Costruire è facile ispirato a Bruno Munari. Infine, anche Amigdala, Collettivo che cura il Festival Periferico, ha avviato un percorso laboratoriale che da gennaio impegna un gruppo di giovani ragazzi in uno studio attorno alle possibilità della performance site-specific e che vedrà il suo esito durante il festival.
Conclude e rilancia Gabriele Dalla Barba, drammaturgo e scrittore: «A questi progetti che coinvolgono le diverse comunità che abitano il Festival in percorsi partecipati di co-creazione, si affiancano alcuni lavori creati appositamente per spazi dismessi del Villaggio o per luoghi ancora abitati, quindi in stretta relazione con le memorie e le storie del quartiere: l’artista riminese Isabella Bordoni ha avviato da alcuni mesi un progetto di ricerca su una ex fonderia dismessa, proseguendo il lavoro già iniziato con gli abitanti del quartiere lo scorso anno, mentre il Collettivo Polisonum produrrà un’opera sonora per una bottega di un fabbro e i danzatori berlinesi di Franctis Dance Company presenteranno una riscrittura coreografica di una ex officina dismessa. La Compagnia Office for a Human Theatre sarà presente al Festival con l’anteprima assoluta del nuovo progetto Little Fun Palace, un omaggio al Fun Palace, il leggendario progetto dell’architetto Cedric Price e della regista teatrale Joan Littlewood che negli anni sessanta volevano realizzare un’università della strada, un laboratorio del divertimento».
Festival Periferico. State in ascolto.