Ho incontrato la regista dello spettacolo teatrale “ Se Otello fosse Rom”, Ilaria Testoni, insieme agli attori Camillo Marcello Ciorciaro, che recita nel ruolo di Otello e Mauro Mandolini che interpreta Iago.
Le motivazioni che hanno spinto la regista a reinterpretare la tragedia di Shakespeare in chiave contemporanea, analizzando e fornendo una sua chiara interpretazione al tema dell’immigrazione, hanno fatto sfociare l’intervista anche su temi non prettamente legati allo spettacolo.
Ilaria Testoni mi spiega il perchè ha modificato le sembianze di Otello, che nella versione originale di Shakespeare era un Moro, invece, Ilaria lo identifica in un Rom. La motivazione principale di questa decisione deriva dall’ingiustizia che i Rom devono affrontare al giorno d’oggi, dove già la diversità è vista come un corpo estraneo da dover espellere nella maniera più veloce possibile, in aggiunta la poca conoscenza che si ha dei Rom li svantaggia rendendoli ancora più facilmente preda di pregiudizi e malvagi stereotipi. Calzante l’esempio che la regista mi propone di Andrea Pirlo, come esempio vincente di un uomo originario da una famiglia Rom ma perfettamente integrato. L’approfondimento e lo studio che ha dovuto compiere prima di completare l’opera teatrale le ha permesso di non cadere nei retaggi culturali e “aprirsi a mondi diversi”.
Non a caso, interviene a questo punto, l’attore Mauro Mandolini, il quale sottolinea come la conoscenza e sopratutto l’arte hanno lo scopo di scardinare questo velo di inconsapevolezza e ignoranza. L’approfondimento culturale è lo strumento che ti permette di andare oltre lo schema mentale che collega il Rom ai campi Rom ma ti permette di vedere questo tipo diverso di cultura come un arrichimento e una ricchezza. “Il problema non è eliminare il problema ma smettere di vederlo come un problema, così l’Impero Romano costruì la sua grandezza”, afferma Mauro.
Perchè pensi che il teatro possa abbattere questo modus operandi tipico della nostra società del ricorrere troppo spesso agli steriotipi?
Io credo che il teatro è l’unica forma d’arte che non morirà mai, tra le più antiche. Passono i secoli, ma le rappresentazioni teatrali non cambiano, questo mi fa pensare che il messaggio attraverso il teatro può superare i tempi e i muri che si sono costruiti nel tempo all’interno della società.
Shakespeare nel testo originale non separa in modo netto il bene e il male. “Se Otello fosse Rom” mantiene la stessa impostazione, è per lasciare spazio interpretativo allo spettatore?
Se Otello sembra il buono fin dall’inizio alla fine uccide anche lui Desdemona. Ogni personaggio anche molto buono alla fine contiene un’anima nera.”
Perchè Iago continua a essere invidioso di Otello, visto che l’etnia del protagonista lo avvicina a un’immagine di anti eroe?
Iago prova odio verso Otello, odio provocato da un’etnia diversa come Hitler verso gli ebrei, in aggiunta Otello è un generale, status sociale che invece Iago non potrà mai raggiungere.
A questo punto Mauro, che interpreta il personaggio nello spettacolo teatrale, aggiunge “ Iago si rende conto di essere un uomo beta e di non poter essere un alfa come Otello, che pur essendo diverso è riusciuto a fare carriera. Iago riesce a leggere i fatti che gli accadono solo in un’unica direzione, ossia quella che Otello è migliore di me e non riesce a capire il perchè, dannazione!? Iago vorebbe ricoprire il posto di Iago ma non lo può ottenere, è un vorrei ma non posso.”
Anche nelle rappresentazioni teatrali precedenti hai deciso di rivisitare testi di autori classici, questa scelta a cosa è dovuta?
Bisogna conoscerli anche per distruggerli, come fece Pasolini con Plauto. C’è bisogno di una distanza per capire i fatti, per essere più oggettivi e essere in questo modo più vicini alla realtà. Come Picasso che prima di creare le sue opere d’arte, che lo hanno reso famoso, ha dovuto imparare a disegnare attraverso le tecniche dei classici.
Camillo Marcello Ciorciaro si inserisce durante l’intervista per fornirci il messaggio finale. L’attore sottolinea il ruolo e l’importanza che la cultura ha, sopratutto durante questo nostro periodo storico, fatto di incertezze e insicurezze. Camillo traspone la tragedia di Iago nel nostri tempi, paragonando l’oggettiva inferiorità dei leader che ci governano con l’inferiorità di Iago consapevole di non poter mai essere un leader di serie A.” La via d’uscita da questa situazione, apparentemente priva di vie d’uscita”, è valorizzare la cultura italiana perchè se non si scardina questo ostacolo si rischia di perdere il valore principale della nostra nazione.