Shlomo Mintz, uno dei più famosi violinisti di oggi, è ospite della IUC sabato 12 maggio alle 17.30 all’Aula Magna della Sapienza. Con lui suonano i Solisti Aquilani, che festeggiano nel 2018 i cinquant’anni di attività, durante i quali si sono affermati come uno dei più popolari ensemble a livello non solo italiano ma mondiale, non limitandosi alla musica barocca – particolarmente indicata per il loro organico di archi e clavicembalo – ma estendendo la loro attenzione alla musica di ogni tempo.
Nato a Mosca sessantuno anni fa e trasferitosi ad appena due anni in Israele, Shlomo Mintz è ormai un mito. Debuttò giovanissimo con la Filarmonica d’Israele e poco dopo fu chiamato da Zubin Mehta a sostituire il grande Itzhak Perlman. A sedici anni suonò alla Carnegie Hall di New York e da allora si può dire che, finite le esibizioni da bambino prodigio, sia iniziata la sua vera grande carriera concertistica, che lo ha portato in tutto il mondo. Impossibile elencare le sale prestigiose, le grandi orchestre e gli illustri musicisti che figurano nel suo carnet. Da quando ha diciotto anni si dedica anche alla direzione d’orchestra ed è nella duplice veste di violinista e direttore dei Solisti Aquilani che viene ora a Roma.
Una gran parte del suo concerto romano sarà dedicata da Mintz a Felix Mendelssohn, che, come lui stesso, fu uno straordinario fanciullo prodigio. Suonerà e dirigerà infatti il Concerto in re minore per violino e archi, scritto da Mendelssohn nel 1822 a soli tredici anni e dedicato al suo insegnante di composizione. Riscoperto e pubblicato soltanto nel 1952, unisce un’invenzione fresca e spontanea ad un’incredibile maturità artistica. Un altro esempio della prodigiosa precocità musicale di Mendelssohn, paragonabile solamente a Mozart, è la Sinfonia n. 10 in si minore per archi, composta anch’essa intorno al 1822. Mintz suonerà anche il Concerto in re minore per due violini, archi e basso continuo di Bach, uno dei soli due giunti fino a noi tra i tanti composti dal grande Johann Sebastian per lo strumento che egli stesso suonava. A chiudere il concerto saranno le Visions fugitives op. 22 di Sergej Prokof’ev, nella trascrizione di Rudolf Barshai. Composte nel 1915-1917, nel periodo della prima guerra mondiale e della rivoluzione d’ottobre, sono delle miniature che non lasciano trapelare nulla di quei tempi tempestosi e tragici.
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BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro, più prevendita, Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro
INFO per il pubblico: tel.063610051/52, www.concertiiuc.it – botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it