La Staatsoper Stuttgart propone per la stagione lirica 2018/19 una combinazione allettante di classico e di innovazione, dal teatro di Gluck all’opera contemporanea.
La serie delle otto nuove produzioni si apre sabato 29 settembre 2018 con il Lohengrin. Cornelius Meister vi debutta come Generalmusikdirektor e la produzione è affidata al regista ungherese Árpád Schilling, già protagonista al Theater Basel, al Burgtheater di Vienna e all’Opera di Monaco. Da notare che questa premiere wagneriana sarà incorniciata e impreziosita da due produzioni memorabili dell’Opera di Stoccarda: il Freischütz di Achim Freyer e l’Ariodante di Jossi Wieler e Sergio Morabito che andranno in scena il venerdì precedente e la domenica successiva al Lohengrin. Con il Requiem pour L., una reinterpretazione del Requiem incompiuto di Mozart realizzata dal compositore Fabrizio Cassol e dal regista Alain Platel, si vira decisamente verso accenti contemporanei. Una cerimonia musicale che si muove fra tradizioni culturali diverse. Quattordici musicisti danno vita a un’avventura artistica che mette assieme frammenti classici, jazz e musiche popolari africane. L’atto unico di Béla Bartók A kékszakállú herceg vára (Il Castello di Barbablù), un classico del repertorio novecentesco, è la terza premiere, consegnata alle cure di Hans Op de Beeck, artista di fama mondiale conosciuto soprattutto per le sue installazioni. Axel Ranisch, produttore cinematografico indipendente, regista televisivo, teatrale e lirico, porta in scena Die Liebe zu drei Orangen (in tedesco) di Sergei Prokofiev, proposta come una storia fiabesca e colorata. Direzione musicale di Alejo Pérez. Due opere della seconda metà del XX secolo debuttano nella primavera del 2019. Cornelius Meister dirige la nuova produzione de Il Principe di Homburg di Hans Werner Henze, basato sull’omonimo dramma di Heinrich von Kleist sulla disciplina, l’obbedienza e il sogno. Regia di Stephan Kimmig. Una nuova produzione di Nixon in China, l’opera di John Adams che debuttò a Houston nel 1987 e che racconta l’incontro del 1972 fra il presidente americano e Mao Tse-Tung, è affidata al regista Marco Štorman. Arriva invece dalla Opéra national de Paris la Iphigénie en Tauride firmata dal polacco Krzysztof Warlikowski, divenuta oggetto di culto nella Ville Lumiere. Sul podio Stefano Montanari. Il Mefistofele di Boito, ultima delle nuove proposte della stagione 2018/19, sarà realizzato da Àlex Ollé, membro dell’acclamato collettivo teatrale catalano de La Fura dels Baus. Un altro direttore italiano, Daniele Callegari, avrà la Staatsorchester Stuttgart ai suoi comandi.
Ricco anche il programma delle riprese, fra cui spiccano l’Olandese Volante di Calixto Bieito e la Salomè di Kirill Serebrennikov, e la serie dei concerti che abbraccia epoche e stili diversi. Per la stagione sinfonica si alterneranno sul podio il Generalmusikdirektor Cornelius Meister e ospiti di standing internazionale fra cui Marek Janowski, Dennis Russell Davies e Daniele Rustioni.