Ci si domanda spesso cosa significhi l’espressione “drammaturgia contemporanea”. Ennio Flaiano diceva che il buon teatro illumina le nostre autobiografie, ossia svela chi siamo, cosa stiamo vivendo. Ecco dunque, cosa potrebbe essere una drammaturgia veramente contemporanea: un insieme di voci e di visioni, di parole e sensazioni che sono – siamo – noi.
Con questo intento sia culturale che antropologico, da oltre due decenni, il Teatro Stabile di Genova, fresco di nomina a Teatro Nazionale di Genova, guarda con vigile interesse e con ardente convinzione alle voci emergenti, ai giovani registi e alle nuove forme di teatro italiano ed internazionale, producendo e allestendo sui propri palcoscenici la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea.
Osservare, interrogare e portare in scena il presente, rappresenta una scelta fortemente identitaria e il miglior investimento per il proprio futuro. Anche per questo, gli spettacoli della Rassegna, interpretati e diretti dai numerosi talenti usciti dalla nostra Scuola di Recitazione, sono fiori all’occhiello delle produzioni del Teatro Nazionale di Genova, da sempre ambasciatore culturale in Italia e nel mondo.
Giunta alla ventitreesima edizione, la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea ha messo in scena oltre 80 nuovi testi, molti dei quali sono poi diventati dei veri e propri spettacoli di produzione come “Controtempo” di Christian Simeon, “Polvere alla polvere” e “L’arbitro di Dio” di Robert Farquar, “Geppetto e Geppetto” di Tindaro Granata, “Pezzo di plastica” di Marius von Mayenburg. Oggi è un evento di respiro internazionale e un attesissimo appuntamento per scoprire le ultime tendenze in campo di scrittura per il palcoscenico.
Curata da Angelo Pastore, Marco Sciaccaluga, Giorgio Gallione e Andrea Porcheddu, l’edizione numero XXIII della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea spazia dal teatro anglosassone al Nord-Est italiano, dalla Romania all’Argentina, con testi di Stuart Slade, Elise Wilk, Rafael Spregelburd (nell’adattamento di Manuela Cherubini), Vitaliano Trevisan e Henry Naylor.
Si parte il 23 maggio alla Piccola Corte con BU21 di Stuart Slade, regia di Alberto Giusta (repliche sino al 2 giugno), che ci trasporta in una Londra sconvolta dal terrorismo. Dal 30 maggio al 2 giugno si prosegue alla Sala Mercato con Aeroplani di carta di Elise Wilk, regia di Fiorenza Pieri, sogni e delusioni di un gruppo di adolescenti nella Romani di oggi . Alla Piccola Corte dal 6 al 16 giugno va in scena Le solite ignote, che la regista Manuela Cherubini ha adattato da Acassuso di Rafael Spregelburd. Unico autore italiano all’interno della rassegna è Vitaliano Trevisan, con un testo scritto apposta per il teatro, Il cerchio rosso, diretto da Massimo Mesciulam, alla Sala Mercato dal 13 al 23 giugno. La rassegna si chiude con L’angelo di Kobane (Piccola Corte dal 20 al 30 giugno) dell’inglese Henry Naylor, storia di una giovane combattente kurdo-siriana.
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Biglietto unico 5 euro. Abbonamento a tutta la rassegna 15 euro.
INFO teatrostabilegenova.it, archivolto.it