Con 13 produzioni di opera e 6 spettacoli di balletto la stagione 2018/2019 del Teatro dell’Opera di Roma dislocata fra il Costanzi e Caracalla, si presenta nel segno della totale continuità con gli anni precedenti.
Anche la nuova stagione di Roma Opera Aperta, a metà strada fra innovazione e tradizione, viene rivisitata attraverso gli occhi della contemporaneità a cominciare dai titoli delle inaugurazioni, particolarmente “classici”, Rigoletto di Verdi e Il lago dei cigni di Ciakovskij.
“È importante che lo spettacolo parli con gli occhi e il linguaggio di oggi – esordisce il Sovrintendente Carlo Fuortes presentando il cartellone sul palco del Teatro in una conferenza molto affollata – la sfida di questo programma è di essere in sintonia con il tempo con il quale viviamo e di riuscire a rappresentare il meglio del teatro musicale italiano e internazionale di oggi”.
Una formula vincente, quella perfezionata da qualche anno questa parte, che nelle importanti coproduzioni di prestigioso livello, alterna titoli rari a titoli di tradizione, pur se rivisitati, come accade anche nel caso dell’inaugurazione di stagione del 2 dicembre con Rigoletto, “capolavoro di Verdi”secondo Daniele Gatti, alla terza apertura di stagione a Roma (dopo Wagner e Berlioz) e il debutto al Costanzi nel nuovo allestimento con la regia di Daniele Abbado.
Subito dopo spazio al belcanto con Anna Bolena di Donizetti in un nuovo allestimento di Andrea De Rosa (che si era cimentato con un bellissimo Maria Stuarda), con due fuoriclasse del canto Maria Agresta e Carmela Remigio.
Ma anche quest’anno non mancheranno tanti allettanti titoli da ri-scoprire: è il caso del nuovo allestimento, coproduzione franco-canadese Orfeo ed Euridice di Gluck, assente dal Costanzi da 50 anni che segna in marzo anche il debutto romano di Robert Carsen impegnato a novembre anche con Idomeneo – Re di Creta di Mozart che vede il debutto sul podio di Michele Mariotti.
“L’opera rappresenta l’occasione unica di interpretare il presente attraverso la rilettura del passato attraverso la tradizione del teatro d’opera italiano – conferma il direttore artistico Alessio Vlad – Non ci deve essere differenza fra tradizione e innovazione perché il pubblico deve entrare a teatro per meravigliarsi in ogni occasione: oggi dobbiamo fare un teatro musicale a 360 gradi”.
Posizioni che si riflettono anche nel resto del cartellone con l’arrivo per la seconda volta al Costanzi (l’unico precedente è del 1966), L’angelo di fuoco di Prokof’ev: la visionaria, straordinaria opera del Novecento, figlia dell’avanguardia russa degli inizi del secolo, sarà proposta a maggio con la direzione di Alejo Pérez (che si è misurato già con Il naso di Šostakovič e la Lulu di Berg) in un nuovo allestimento che porta la firma di Emma Dante e di cui sarà ripresa in maggio la sua personalissima Cenerentola rossiniana. Ancora riprese “di lusso” che assicurano il sold out al botteghino , con la Tosca di Puccini nella versione storica con la regia di Alessandro Talevi a dicembre e la Traviata dei record di Coppola-Valentino (nel gennaio 2019), e nell’autunno del 2019, Graham Vick, dopo Così fan tutte e Le nozze di Figaro, chiude la sua trilogia Mozart – Da Ponte con il Don Giovanni e il debutto sul podio di Jérémie Rhorer.
La collaborazione con Damiano Michieletto, fra i più geniali registi a livello internazionale, che dopo Il Trittico, Il viaggio a Reims e La damnation de Faust (premio Abbiati come migliore spettacolo del 2017) si rinnova nella nuova coproduzione con La Fenice di Venezia ne La vedova allegra di Léhar, la più famosa delle operette che sarà diretta dal debuttante Constantin Trinks in aprile nella versione in tedesco.
“Sarà uno spettacolo divertente che offre grande spazio alla coreografia e al ballo – commenta Michieletto – ma sarà anche uno spettacolo che parla di noi e delle nostre fragilità, delle nostre ansie e dei problemi con le banche, argomento intorno al quale verte tutta l’opera”.
A chiudere la stagione in novembre, la prima assoluta di Un romano su Marte, opera contemporanea con musica di Vittorio Montalti su libretto di Giuliano Compagno, spettacolo che si è aggiudicato il concorso 2013/2014 per giovani compositori bandito dal Teatro dell’Opera di Roma: al Costanzi l’opera che tocca vicino un momento della vita di Ennio Flaiano nel momento della creazione di Un marziano a Roma.
“Abbiamo risultati che ci incoraggiano. Un aumento del pubblico del 30% per cui chiuderemo il bilancio di quest’anno con 14 milioni di incasso: una cifra di tutto rispetto se pensiamo che fino al 2013 non erano mai stati superati i 7 milioni e mezzo – conclude Fuortes – Il Teatro si è quindi valorizzato grazie all’aumento delle sole vendite, poiché i contributi pubblici sono stati in questi anni stazionari, e talora diminuiti” anche se restano confermati gli aiuti della Camera di commercio di Roma che stanzia il 5% del bilancio complessivo alle iniziative culturali della città e il contributo della Regione Lazio per un totale di 1 milione 800mila euro.
Ricca di novità anche la stagione di balletto con i spettacoli, fra titoli della tradizione e proposte all’insegna della contemporaneità con l’intento di educare il pubblico.
“Presento la mia terza stagione come direttrice del Corpo di Ballo – spiega Eleonora Abbagnato, unica ètoile italiana all’Opéra di Parigi – orgogliosa dei risultati raggiunti nell’ultima stagione e continuando con la stessa linea pensata per i ballerini”.
La stagione si apre il 28 dicembre con il classico dei classici, Il lago dei cigni di Benjamin Pech (da Petipa e Ivanov) che rivisita l’allestimento del Costanzi illuminato anche dalla presenza di due guest importanti, Olga Smirnova e Semyon Chudin entrambi principal dancer del Teatro Bol’šoj di Mosca e si chiude con la ripresa del Don Chisciotte di Laurent Hilaire, ispirato alla versione originale per l’American Ballet Theatre di Mikhail Baryshnikov, da Petipa-Gorsky che ha aperto la stagione in corso e che rivedremo con qualche piccola varizione.
Ma la stagione di danza punta ancora a valorizzare il ballerini del Teatro come accade con la Carmen, nuovo allestimento del Teatro affidata all’estro del ballerino e coreografo ceco Jiří Bubeníček,musa e ballerino icona di John Neumeier o con la Serata Philip Glass, dedicata al poliedrico musicista statunitense icona del minimalismo musicale.
La serata, composti quattro titoli si apre con Danzo, in tre movimenti di Giorgio Mancini, Hearts & Arrows di Benjamin Millepied, in prima al Costanzi, la nuova creazione di Sébastien Bertaud, pensata per i ballerini del Teatro dell’Opera di Roma e la coppia Eleonora Abbagnato – Friedemann Vogel già magnifici nella Manon di MacMillan e Glass pieces di Jerome Robbins, fra neoclassicismo e brio.
Attesa per Blanche Neige di Angelin Preljocaj, la nuova creazione, in scena a maggio, del coreografo franco-albanese che torna al balletto romantico e contemporaneo ispirato alla fiaba dei Fratelli Grimm con la musica di Gustav Mahler e i costumi della matrigna ripensati da Jean Paul Gaultier.
Annunciata per la prima volta con tale anticipo anche la stagione estiva delle Terme di Caracalla 2019 con una nuova produzione di Aida di Verdi, la ripresa della Traviata di Lorenzo Mariani (al debutto il 3 luglio alle Terme) e Romeo e Giulietta di Peparini che debutta il 27 luglio nella stagione estiva, ma non mancano altre iniziative oltre la sala del Teatro con il progetto Oltre l’Opera. Spazio alla Tosca nella versione di OperaCamion, e alla serata di teatro musicale con il revival di Work in progress, spettacolo evento del 1968 dell’artista americano Alexander Calder basato sulle sue forme in movimento e la seconda parte con lo spettacolo evento Waiting for the Sybil di William Kentridge.
“Le fondazioni lirico – sinfoniche sono uno degli assi portanti della cultura italiana e le comproduzioni sono l’ideale per ristabilire un certo equilibrio – prosegue Alberto Bonisoli, neo Ministro della Cultura – garantisco che dal Ministero verrà offerta massima attenzione alle fondazioni lirico sinfoniche e al balletto”.
“L’opera non è qualcosa di diverso dal battito della città – conclude a ridosso della presentazione il sindaco Virginia Raggi, qui nella vesti di presidente della Fondazione ricordando ancora una volta, come in altre occasioni, l’importanza delle “iniziative del teatro per aprirsi al pubblico e raggiungere gli spazi della città”.
Prezzi dei biglietti e degli abbonamenti inalterati, così come L’Opera per i giovani con L’anteprima “Vietato ai maggiori di 26 anni” e “Last minute” con una riduzione del 25% sui biglietti, ma anche gli appuntamenti attesi dal pubblico, Le lezioni di opera, I coreografi, i ballerini e noi, l’attività di “Fabbrica” Young Artist Program. Info e dettagli su operaroma.it.