È arrivato alla 70esima edizione il Festival shakespeariano, al Teatro Romano di Verona, e festeggia con un ricco cartellone.
Si inizia il 4 luglio con Edmund Kean di Raymund FitzSimons che avrà per protagonista e regista il mattatore Gigi Proietti. Si prosegue il 12 luglio con Marco Paolini ne Il calzolaio di Ulisse firmato da Gabriele Vacis, e il 19 con Misura per misura di William Shakespeare a firma di Paolo Valerio con Massimo Venturiello. Chiude il cartellone di luglio, il 25, Shakespeare in love di Lee Hall tratto dal film omonimo di John Madden del 1998 vincitore di sette premi Oscar e di tre Golden Globe. Emma Dante farà l’appendice al cartellone a settembre con l’Eracle che ha debuttato a Siracusa.
La serata del 12 luglio, in occasione della Prima di Il calzolaio di Ulisse, sarà consegnato il tradizionale premio Renato Simoni alla carriera a Roberto Herlitzka.
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NEI DETTAGLI:
Prodotto da Politeama, Edmund Kean (in scena il 4, 6 e 7 luglio) celebra il grande attore inglese d’inizio Ottocento del titolo: solo nel suo camerino, beve, si trucca e soprattutto interpreta e s’interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. Idolatrato dal pubblico e dalla critica, Kean ascese, negli anni, dal ruolo di Arlecchino ai grandi personaggi shakespeariani fino alla rovinosa decadenza per alcolismo. Scritto da Raymond FitzSimons per Ben Kingsley (premio Oscar come miglior attore nel 1983 per Gandhi di Attenborough), è un omaggio profondo a Shakespeare, un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare, qui celebrato attraverso un genio del teatro. Paragonabile, per genio e sregolatezza, alle rock star degli anni Settanta, Kean (1787-1833) fu amatissimo dai poeti romantici e fu considerato un genio da Byron, da Victor Hugo e da Alexandre Dumas. Nel 1836 Dumas arrivò a dedicargli un testo teatrale, Kean, ou désordre et génie, rivisto da Jean-Paul Sartre nel 1953 e traslato in film nel 1956 da Vittorio Gassman. Il grande Proietti, interpretando Kean, farà rivivere, tra gli altri, Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth e Otello.
Da Shakespeare alla grecità classica con Il calzolaio di Ulisse interpretato da Marco Paolini. Lo spettacolo, scritto da Francesco Niccolini e dallo stesso Paolini e prodotto da Jolefilm con la regia di Gabriele Vacis, debutterà al Teatro Romano il 12 luglio con repliche il 13 e il 14.
Di Eratostene di Cirene la frase che dà l’incipit allo spettacolo: «Noi troveremo i luoghi / delle peregrinazioni di Ulisse / il giorno in cui rintracceremo il calzolaio / che cucì l’otre dei venti di Eolo». Nel Calzolaio di Ulisse storie di dèi, mostri, uomini e guerrieri, maledettamente imparentati e legati fra di loro hanno come perno Ulisse, nipote di Hermes, amato e protetto da Atena, perseguitato da Poseidone, immensamente desiderato da Calipso e concupito da Circe. «Intorno a questo signor Nessuno – dice Paolini – prima o poi incontri tutto il resto, ramificato e contorto come l’immenso ulivo nel quale scolpì il talamo nuziale suo e di Penelope, la donna che per vent’anni – non si sa come – seppe attenderlo. Infiniti i fili del racconto: se ne potrebbe fare non uno, ma dieci di spettacoli. E dato che tutto qui dentro è collegato nel più incredibile e sorprendente “effetto domino” che storia ricordi, è obbligatorio rifarsi da zero, riavvolgere il nastro e da lì partire. E a grandi falcate, o bracciate, oppure ancora in volo sulle spalle di un dio, raggiungere quel piccolo scoglio mediterraneo: Itaca. Questo canto, antico di quasi tremila anni, passato di bocca in bocca, e di anima in anima, è il soul per eccellenza. È la storia dell’Occidente. A noi, oggi, non resta che cantarla a modo nostro: larga, divertita, sensuale, commossa, ironica, crudele, bugiarda, eccitante, straziata. E piena di musica, perché è impossibile immaginare un aedo senza la sua cetra, che nella nostra versione ha la forza ritmica di un ensemble variegato e multicolore, un gruppo di musicisti e un coro che insieme sono mediterraneo: mare terra sangue carne profumo lacrime salso vino vento. E un sonno profondo e magico ci porta – conclude Paolini – dove un giorno dobbiamo arrivare: là dove un vecchio calzolaio cieco intreccia trame destini e rimpianti».
Prima assoluta anche per Misura per misura in scena il 19, 20 e 21 luglio con la regia di Paolo Valerio. Lo spettacolo (prodotto dal Teatro della Toscana – Teatro Nazionale e dalla Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona nella traduzione di Masolino d’Amico) ha per protagonista Massimo Venturiello. La commedia, “cupa e attuale, immersa nell’attrazione del male e nella fascinazione dell’ambiguo”, ha avuto nella storia del festival soltanto due edizioni: nel 1967 con la regia di Luca Ronconi e nel 1987 con quella di Jonathan Miller.
«In scena – sottolinea il regista Paolo Valerio – un mondo fuori di sesto, contagiato da un virus segreto che ammalia e ammorba la società e i rapporti. La carne è scoperta, i corpi nascosti ed esibiti con desiderio, come se fossero pazienti o modelle. In questo gioco macabro, ogni personaggio segue una sua storia, tra superficialità e ipocrisia. La macchinazione e il travestimento sono i semplici inganni del testo, per raccontare il sacro e il rozzo del teatro elisabettiano, che diventano quelli del mondo di oggi, continuamente confusi e sovrapposti. In questo circolo vizioso, il tempo presente e il tempo passato, forse presenti nel tempo futuro, segnano un mondo immobile, destinato a perdersi o a salvarsi.
Questo malessere umano, oltre tutti i limiti possibili, oltre la farsa, oltre l’ironia, diventa gioia e dolore di un luogo immaginario ma così reale e vicino, dove la forza dell’amore e della bellezza silenziosa – conclude Paolo Valerio – forse trionferanno sulla schiavitù della paura e dell’istinto. Per ritornare a sognare, nonostante tutto». Tutto questo con un pasoliniano richiamo al Vangelo secondo Matteo: «Non giudicate affinché non siate giudicati. Perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
A tre anni dal grande successo di Londra, arriva finalmente in Italia, al Teatro Romano il 25, 26, 27 e 28 luglio e presentato da Officine del Teatro, Shakespeare in love, regia di Giampiero Solari regia associata di Bruno Fornasari (cast in via di definizione).
Una “commedia degli equivoci”, rocambolesca ed esilarante, dove direttamente dalla penna di Will Shakespeare nasce la storia d’amore più famosa al mondo, quella tra Romeo e Giulietta. Nella Londra elisabettiana Will Shakespeare è un autore emergente che non riesce a scrivere il copione che gli è stato commissionato, una commedia improbabile dal titolo decisamente imperfetto: Romeo ed Ethel, la figlia del pirata.
Senza soldi e in ritardo con la consegna, vaga per le strade della città in cerca d’ispirazione finché incontra Viola De Lesseps che, camuffata da ragazzo, si presenta proprio per l’audizione dello spettacolo, determinata a realizzare il sogno di poter recitare su un palcoscenico allora vietato alle donne. Will Shakespeare scopre la vera identità di Viola e tra i due scoppia la passione. Il giovane Will ha finalmente trovato la sua musa ispiratrice. Viola però è già promessa sposa al potente Lord Wessex, membro della corte della Regina Elisabetta, e tra i due, proprio come per Romeo e Giulietta, l’amore sembra impossibile.
Shakespeare in love non è soltanto una commedia romantica, è anche uno spettacolo che affascina per la suggestiva rappresentazione di un mondo teatrale sempre alle prese, allora come oggi, con la follia degli artisti, il cinismo del potere e la magia della scena.
Magistralmente scritto da Lee Hall, autore di capolavori come Billy Elliot, e diretto da Giampiero Solari e da Bruno Fornasari come regista associato, lo spettacolo porta sulla scena tutte le atmosfere del capolavoro cinematografico. Si avvale per questo di un cast di ben diciannove interpreti, venti con il cane preferito della regina Elisabetta.
Completa e conclude il cartellone della prosa, collegandosi idealmente alla grecità del Calzolaio di Ulisse, la tragedia Eracle di Euripide che sarà proposta il 15 e 16 settembre dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico nella traduzione di Giorgio Ieranò con la regia di Emma Dante. Per il secondo anno consecutivo, visto il successo dell’anno scorso con Sette contro Tebe, viene dunque rappresentata in settembre una tragedia andata in scena al Teatro Greco di Siracusa in maggio e in giugno. Le due serate coinvolgeranno anche le scuole medie superiori del Nord Italia.
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SERVIZIO BIGLIETTERIA dal 4 maggio presso Box Office (via Pallone 16, Verona, tel. 0458011154) e circuito Geticket (numero verde sportelli Unicredit Banca abilitati 800323285), on line su www.geticket.it, www.boxofficelive.it e tramite CALL CENTER (tel. 848002008). Dal 14 maggio presso tutte le filiali BANCO BPM – BANCA POPOLARE DI VERONA e delle banche del gruppo BANCO BPM.
Dal 4 giugno al 28 luglio presso Palazzo Barbieri, angolo via Leoncino 61, tel. 045/8066485-8066488, ore 10.30-13.00 e 16.00-19.00 dal lunedì al sabato. Nelle serate di spettacolo vendita dei biglietti presso i luoghi di rappresentazione dalle ore 20.00. Apertura dei cancelli al Teatro Romano ore 20.15.
info www.estateteatraleveronese.it spettacolo@comune.verona.ittel. 0458077500 (URP)