Dopo il successo dell’anno passato con il primo ciclo sull’Odissea, quest’anno l’Estate Fiesolana decide di replicare l’evento ospitandone anche il secondo; una continuazione organica di un progetto letterario sui grandi classici del passato. Entrambi sono stati ideati e diretti da Sergio Maifredi per il Teatro Pubblico Ligure che ha avuto il compito di trasporre sulla scena, affidando a numerosi e bravi attori, le sublimi parole di Omero.
Solo infatti lo scenografico spazio del Teatro Romano di Fiesole, uno dei più antichi teatri romani costruito alla fine del periodo repubblicano nel I sec. a. C., poteva ospitare un evento che quest’anno vede protagonisti i personaggi, le vicende, la guerra e gli amori raccontateci da Omero attraverso migliaia di versi dell’Iliade.
L’Iliade un racconto mediterraneo è stato inaugurato con la presenza di un personaggio di indubbio rilievo nel mondo della letteratura e della storiografia, si tratta di Valerio Massimo Manfredi che ha introdotto il ciclo presentando al pubblico l’opera stessa, raccontandone la trama, affrontando le motivazioni del perché quest’opera, antica di migliaia di anni, sia ancora attualissima, citando qualche aneddoto legato a scoperte archeologiche che hanno indirizzato gli storici e filologi a comprendere con maggiore efficacia dei passi che tuttora sembravano oscuri.
Nonostante il titolo di questo primo appuntamento fosse Iliade “La prima guerra mondiale”, Manfredi ha deciso di non porre al centro una trasposizione tra presente e passato, tra realtà e leggenda accomunati dal concetto di sofferenza, di dolore, di perdita, legati alla guerra, ma il titolo sta a ricordarci come il conflitto tra Achei e Troiani fu indubbiamente il primo conflitto mondiale poiché coinvolse tutti i popoli del mediterraneo e mise in campo un numero di uomini e di forze per il tempo spropositate. Quindi il titolo rimane un incipit, ma non il vero motore del suo racconto. Da questo punto di vista quindi la storia raccontata da Valerio Massimo Manfredi è un’opportunità in parte mancata; interessante sarebbe anche stato affrontare la reale attualità delle parole di Omero che raccontano gesta e imprese di uomini, dell’uomo di ieri e dell’uomo di oggi, proteso verso il bene e allo stesso tempo verso il male. Il fatto che in questo nostro presente sia in corso un’altra guerra mondiale, il fatto che tante sono le Penelope abbandonate, molti sono i padri, come Priamo, che vanno alla ricerca di un figlio perso in battaglia…sono questi i fatti da analizzare per suscitare una più consapevole partecipazione e un’analisi profonda di un racconto che all’apparenza potrebbe sembrare solo leggenda.
Questi appuntamenti che il Teatro Romano di Fiesole ha l’onore di ospitare sono un veicolo essenziale per appassionare anche i più giovani all’epica e ai suoi racconti, molto spesso considerati solo una pagina da studiare su un’antologia a scuola, ma soprattutto sono un momento di riflessione sulla bellezza e poeticità della parola classica e di quello che ci trasmette.