Da 5 anni a questa parte, Roberto Bolle vince la sfida di riempire le 14.000 sedute dell’Arena di Verona non solo di pubblico ma soprattutto di vero entusiasmo, regalando uno spettacolo di altissimo livello e valorizzando l’esibizione dei migliori talenti della scena mondiale.
Per l’appuntamento del 2018 Bolle ha scelto di dividere il palcoscenico con un cast di forte impronta scaligera, con ben 5 ballerini su 11 provenienti dal Piermarini, e prevalentemente maschile.
Tre sole, infatti, le danzatrici in scena – Misa Kuranaga del Boston Ballet, Maria Kochetova del San Francisco Ballet e Nicoletta Manni del Teatro alla Scala – accanto agli scaligeri Gioacchino Starace, Nicola Del Freo e Timofeij Andriashenko, Osiel Gouneo del Bayerisches Staatsballet di Monaco, Taras Domitro, Sebastian Kloborg e Angelo Greco, giovanissima new entry tra i Friends, ora Principal Dancer del San Francisco Ballet che ricordiamo per il suo vigore e la sua energia dagli anni di studio all’Accademia del Teatro alla Scala.
Ma veniamo ora al programma.
Come un gladiatore, Bolle apre le danze in Arena con un titolo non citato in cartellone ma che tutti ormai conoscono: l’assolo We will rock you sulla musica dei Queen, cavallo di battaglia dell’étoile dei due mondi che crea subito la giusta atmosfera per una serata da ricordare.
Accanto ai colleghi del Teatro alla Scala, Bolle danza nella prima parte il Pas de deux Caravaggio, con la meravigliosa Nicoletta Manni, e Canon in D Major con Nicola Del Freo e Gioacchino Starace, per continuare poi con Step Addition, di nuovo al fianco di Nicoletta Manni, e con il Pas de deux da Proust, ou les Intermittences du Coeur con Timofeji Andriashenko.
Tutti questi brani regalano le emozioni proprie delle grandi partnership, un misto di intesa, classe e complicità che lascia nel cuore un turbine di sensazioni indescrivibili.
Ma Bolle si farà ricordare soprattutto per una nuova coreografia, che debutta proprio in occasione del tour 2018: si tratta di Dorian Gray a firma di Massimiliano Volpini, dove abbandona i tratti principeschi per immedesimarsi nel tormentato protagonista del romanzo di Wilde. L’esperienza non è solamente visiva ma soprattutto concettuale: Bolle danza e si riprende con una piccola telecamera, sdoppiando la propria immagine su uno schermo in una celebrazione (o critica) del culto dell’immagine dell’uomo odierno. Il movimento è teso e la danza è resa ancor più nervosa dalle note distorte del violino di Alessandro Quarta.
Tra le altre esibizioni meritano una menzione particolare il Don Quixotte di Ousiel Gouneo e Nicoletta Manni e Il Corsaro del trio Kuranaga – Andriashenko – Domitro, pure perle di classe e virtuosismo.
Il pubblico è incantato e saluta i ballerini con applausi senza fine.
Prossimo appuntamento in Arena già in agenda per il 16 luglio 2019.
Letizia Cantù