È stata presentata oggi – mercoledì 11 luglio 2018 – la stagione artistica 2018/2019 del Teatro Comunale di Vicenza, la dodicesima dalla sua apertura, alla presenza del Presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Roberto Ditri e del Sindaco di Vicenza, Francesco Rucco. Intervengono alla presentazione il Prof. Pier Luigi Sacco, Consigliere speciale del Commissario Europeo per l’istruzione e la cultura, Ordinario di Economia della Cultura all’Università IULM di Milano, Paolo Pigato, Presidente della Società del Quartetto di Vicenza, Franco Scanagatta, Presidente dell’Orchestra del Teatro Olimpico e Guido Beltramini, Direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e del Palladio Museum, responsabile della sezione “Arte a Teatro. A casa per una sera” del Comunale. Sono presenti i responsabili artistici delle sezioni della programmazione, Loredana Bernardi per la Danza, Annalisa Carrara e Federico Corona per la Prosa. Festeggiati i 10 anni dall’apertura, dopo 11 stagioni di eccellenti risultati, il Teatro Comunale Città di Vicenza può affermare una raggiunta maturità non solo in termini di qualità e quantità dell’offerta di spettacolo dal vivo e nel rapporto sempre più stretto con i suoi pubblici, ma anche nelle sue funzioni di attrattore culturale in grado di creare un sistema di relazioni e generare valore artistico, sociale ed economico per la Comunità.
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Lo scenario
Che la cultura sia un asset importante per l’economia è un dato di fatto e nessuno mette più in dubbio che possa essere un fattore determinante per la qualità della nostra società, delle nostre città, della nostra produzione industriale, del nostro Paese. Come hanno dimostrato autorevoli studi su questo tema, e tra tutti il Rapporto annuale Federculture (riferito all’attività 2017) presentato qualche settimana fa al Mibact: il sistema produttivo culturale e creativo – composto da imprese, Pubblica amministrazione, no profit – genera più di 92 miliardi di euro e muove nell’insieme, attivando altri settori economici, 255,5 miliardi, ovvero il 16,6 per cento del valore aggiunto nazionale. E ancora: il sistema produttivo culturale e creativo assicura 1,5 milioni di posti di lavoro, ovvero il 6,1% del totale degli occupati in Italia. Posti che sono cresciuti nel 2017 dell’1,6%, più della media nazionale (+ 1,1%). E se questa è la tendenza nazionale (con le performing arts che registrano i tassi di crescita più sostenuti, con il valore aggiunto generato dagli spettacoli dal vivo aumentato del 9,5% e il numero degli occupati cresciuto dell’8,7%) il TCVI
sicuramente è un player di primo piano. Anche il dato economico dunque, testimonia l’importanza dei processi di contaminazione culturale e creativa.
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Un Teatro virtuoso
Il Teatro Comunale Città di Vicenza si riconferma un Teatro virtuoso: è una struttura snella (9 addetti + i collaboratori) che genera un valore economico annuo di circa 3.000.000 di euro; il 2017 si è chiuso con un bilancio in attivo, con un fatturato complessivo di 3.048.366 euro; da segnalare come quasi il 50% (47%) dei ricavi sia frutto delle attività caratteristiche (vendita biglietti e abbonamenti, locazione sale e spazi), entrate che vanno a coprire interamente le spese artistiche, che quindi si autosostengono; il 14% proviene da contributi di enti pubblici, l’8% da sponsorizzazioni di aziende del territorio, il restante 32% dal fondo di gestione dei Soci.
Lo scenario non è ovviamente scevro da preoccupazioni: l’uscita della Banca Popolare di Vicenza a fine anno dal board dei Soci (31.12.2017) e quindi il venir meno della quota annuale di 200.000 euro, desta delle serie preoccupazioni per il bilancio 2018 e di conseguenza per il mantenimento
del livello qualitativo della proposta artistica; ha già annunciato la sua volontà di entrare nel board della Fondazione Intesa Sanpaolo, gruppo bancario leader in Italia, e sono al momento in fase di formalizzazione le procedure per l’ingresso.
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L’importanza di investire in Cultura
L’attività della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, istituita nel 2007 per gestire il Teatro, è resa possibile grazie ai contributi dei soci, il Comune di Vicenza, la Regione del Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, che versano quote annuali che vanno a costituire il fondo di gestione; a queste entrate vanno ad affiancarsi il contributo di enti pubblici (come la Camera di Commercio) e l’importante sostegno economico di aziende private del territorio, partner e sponsor che, a vario titolo, credono nell’investimento in cultura. Nella stagione appena conclusa Gruppo Mastrotto, Develon, Colorcom sono stati partner del TCVI, mentre sono intervenuti in qualità di sponsor Gruppo AIM, Gruppo AFV Beltrame, Inglesina, Confartigianato Vicenza, Ferretto Group, Burgo Group, Confcommercio Vicenza, Anthea SpA, Gioiello Italiano, Lions Club Vicenza Palladio, Telemar, Cantine Vitevis, Gruppo ICM, Acciaierie Valbruna, Banca Popolare di Marostica, Poliambulatori San Gaetano, Loison e Il Giornale di Vicenza per la cultura come media partner. È evidente un’intensificazione dei rapporti di relazione e scambio con le aziende e le organizzazioni del territorio che hanno compreso il ruolo di “moltiplicatore di idee” e generatore di valore reale del Teatro, dato che fa ben sperare, auspicando di condividere la visione e la crescita comune con sempre più numerose realtà imprenditoriali e stakeholder del territorio.
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Innovazione e contaminazione
Incrementare la qualità della proposta artistica, ricercare e proporre nuovi scenari, crescere insieme ad un pubblico sempre più coinvolto e competente, fidelizzato e numeroso, (sono stati 3.500 gli abbonamenti venduti, 3.448 per l’esattezza e più di 70.000 gli spettatori, 72.243 considerando abbonati e spettatori con biglietto, nella stagione appena conclusa) fa parte della mission della Fondazione. Ma non è sufficiente; la Cultura in generale e le arti performative, core dell’attività della Fondazione, sono un campo aperto in cui sperimentare le capacità di innovazione trasversale (culturale, sociale, economico, di benessere della Comunità) per portarle in altri ambiti (produzione industriale, relazioni tra gli stakeholder del territorio, sviluppo locale). In questo senso proporre innovazione è parte integrante della mission e in questa vocazione si colloca il nuovo progetto della Fondazione coordinato dal Prof. Pier Luigi Sacco “Attraversa-menti” – il primo attivato in Italia in modo organico e trasversale su questi temi – volto a de-costruire il concetto di competenza acquisita e mettere in luce come il fare cultura in un certo modo possa rendere innovativo l’intero sistema che genera il processo.
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Reti e partnership
Di fondamentale importanza per creare valore condiviso è il lavoro di rete “tessuto” con perseveranza dalla Fondazione: Il Teatro Comunale Città di Vicenza è capofila fin dalla creazione nel 2012 della rete Teatri Vi.Vi. (rete sostenuta dalla Camera di Commercio di Vicenza e dalla Regione del Veneto tra i Teatri di Vicenza e i maggiori centri della provincia, Arzignano, Bassano del Grappa, Lonigo, Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina, Schio e Thiene), promotore e partner con la Fondazione Teatro Civico di Schio del nuovo Festival Danza in Rete; partecipa alle più importanti reti operative per la promozione della giovane danza d’autore a livello nazionale ed internazionale; realizza progetti teatrali integrati, come il recente ‘Cybercon: emozioni in rete’ in partnership con Gruppo AIM, dedicato al rapporto e all’uso della tecnologia nelle nuove generazioni
con particolare attenzione alla sostenibilità. Il Comunale di Vicenza aderisce anche al nuovissimo progetto di rete “Vivoteatro” promosso e sostenuto da Fondazione Cariverona, attualmente in fase di lancio, che permetterà di promuovere programmi e attività dei principali Teatri delle province in cui opera la fondazione bancaria, offrendo vantaggi concreti al pubblico attraverso un portale dedicato e una speciale card personale.
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Gli Amici del Teatro
Ma la capacità di fare sistema non è espressa solo dalle istituzioni: gli Spettatori, il Pubblico (o meglio i Pubblici, viste le numerose tipologie di partecipanti all’evento di spettacolo) avranno, a partire da questa stagione, la possibilità di diventare parte attiva nello sviluppo del Teatro come luogo di creatività e innovazione e scegliere di vivere “da protagonisti” la scena culturale del nostro territorio. Viene lanciata oggi la nuova iniziativa degli Amici del Teatro: cittadini, spettatori e aziende che con il loro contributo vogliono partecipare e far crescere questo bene comune e con un piccolo contributo annuale (da 50 euro a 250 euro, per info www.tcvi.it/amici-del-teatro) potranno sostenere specifici progetti di inclusione sociale e di formazione e godere al contempo di una serie di benefit e privilegi (scontistiche particolari, agevolazioni, partecipazione ad eventi esclusivi della nuova stagione, incontri con i protagonisti). Con questa iniziativa il TCVI intende costituire una vera e propria rete di sostenitori per avvicinare e coinvolgere sempre più cittadini e aziende di tutte le dimensioni, per far conoscere il Teatro Comunale come spazio aperto, vivo e attivo, con la sua variegata e qualificata offerta culturale. Un’impresa e una sfida per valorizzare il capitale umano, culturale e sociale in funzione di una crescita del Teatro, sempre più di Tutti i Cittadini e della Comunità.
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Il cartellone
Sarà una stagione ricca di appuntamenti (oltre 100 date di spettacolo) e di suggestioni all’insegna del cross over dei generi artistici, quella che si aprirà al Teatro Comunale di Vicenza a fine ottobre con due spettacoli Fuori Abbonamento (l’omaggio musicale a Lucio Battisti di Bruno Conte a trent’anni dalla scomparsa del cantautore e il musical evergreen Jesus Christ Superstar), per concludersi a maggio con l’evento speciale Tecno-filò (Technology and me), di e con Marco Paolini una personalissima riflessione sull’uso delle nuove tecnologie, seguito dalla retrospettiva cinematografica ‘Racconto di un territorio’ dedicata a Jolefilm, la casa di produzione dell’autore.
Il cartellone contempla le sezioni “classiche” della programmazione – danza, danza al ridotto, prosa, prosa al ridotto, concertistica, sinfonica, gli spettacoli fuori abbonamento, la nuova sezione dedicata al circo e i Progetti Speciali con la sezione dedicata all’Arte curata da Guido Beltramini con nuovi interessanti sviluppi dopo il successo della prima edizione (inizio previsto in novembre con l’evento-spettacolo di Vittorio Sgarbi dedicato a Leonardo), la conferenza spettacolo di Marco Paolini e il Progetto Attraversa-menti curato dal prof. Sacco (vedi allegato).
Sono naturalmente presenti nella programmazione, anche se le date saranno disponibili dopo l’estate, gli appuntamenti del Cinema al Ridotto (danza, balletto e lirica spesso in diretta live dai più prestigiosi teatri del mondo, dal Bolshoi, dal Metropolitan e dalla Royal Opera House), i progetti educativi di #Tcvi Educational (Danzare per Educare, Opera Domani, il Teatro delle Emozioni), gli sviluppi dei progetti di audience development dedicati ad accrescere competente e coinvolgimento educativo nel pubbico.
La danza (consulenza artistica di Loredana Bernardi) è e resta il fiore all’occhiello del cartellone, con Vicenza Danza che giunge alla sua XXIII edizione; è una rassegna internazionale che porta in teatro le migliori compagnie e le espressioni più interessanti della scena contemporanea: nomi
come Grupo Corpo, Hofesh Shechter, Paul Taylor Dance Company, il Ballet du Grand Théâtre de Genève e i sempreverdi Momix (che hanno scelto il Comunale per l’anteprima mondiale del nuovo spettacolo ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie) a Vicenza sono conosciuti ed apprezzati proprio per i rapporti speciali con questo palcoscenico. Saranno presenti per la prima volta le coreografie dalle radici etniche di Hervé Koubi e il flamenco spettacolare e colto della Compagnia María Pagés. La Danza al Ridotto propone percorsi contemporanei, anche ironici, in grado di incontrare il gusto degli spettatori alla ricerca di nuovi linguaggi e sperimentazioni (D’Agostin, Michele Di Stefano, Nuovo Balletto di Toscana, Gribaudi saranno i protagonisti della scena). È programmata anche la seconda edizione di Danza in Rete Festival | Vicenza-Schio che già agli esordi ha messo in luce la capacità di fare proposte innovative e trasversali in ambito coreutico con i talenti emergenti del territorio e l’attività di scouting anche a livello internazionale.
La prosa (consulenza artistica di Annalisa Carrara e Federico Corona in collaborazione con Arteven) propone un mix di alto profilo che offre i vari volti del teatro d’oggi, dalla commedia alla narrazione con echi di letteratura e cinema. I nomi sono quelli di Angela Finocchiaro, la raffinata compagnia ungherese di teatro-circo Recirquel Company, Stefano Accorsi con una nuova versione dell’Orlando di Ariosto, Veronica Pivetti nel remake di Victor Victoria; e ancora Ambra Angiolini accompagnata dal vicentino Matteo Cremon, uno dei nuovi volti del teatro italiano interpreti de La guerra dei Roses e poi due formazioni per due capolavori: un indiavolato Sogno di una notte di mezza estate (con Violante Placido, Stefano Fresi e Paolo Ruffini) e il capolavoro di Oscar Wilde L’importanza di chiamarsi Ernesto presentato dal Teatro dell’Elfo. In programma nella stagione in Sala Grande, ma in scena al Ridotto ci sarà Monica Guerritore con il ri-allestimento di un suo monologo di grandissimo successo, Giovanna D’Arco. Per la Prosa al Ridotto è previsto il gradito ritorno di Lucilla Giagnoni, mentre sono una novità su questo palcoscenico le talentuose Francesca Inaudi e Michela Cescon, attrice veneta particolarmente versatile. E ancora novità con due commedie: Le prénom. Cena fra amici e Mister Green, prodotto dal Theama Teatro, protagonisti i bravissimi Massimo de Francovich e Maximilian Nisi.
Mix di generi e varietà saranno parole chiave anche nella programmazione degli spettacoli Fuori Abbonamento: dal recital musicale d’autore dedicato a Battisti al concerto pop di Loredana Bertè, al Comunale in dicembre in una delle prime tappe del suo nuovo tour teatrale; dal musical (Jesus Christ Supestar al Principe Ranocchio, i titoli in programma) ma anche l’operetta, le danze folkloristiche, il gospel, i Momix e il cabaret (con Alessandro Fullin e Geppi Cucciari come nomi).
La concertistica, sezione realizzata in collaborazione con la Società del Quartetto di Vicenza, prevede tredici concerti; come da tradizione l’offerta propone un repertorio vastissimo che mette al centro i grandi Maestri dell’epoca Barocca, Classica e Romantica (anche attraverso alcuni concerti monografici) con qualche sguardo retrospettivo (le antiche melodie dei popoli mediterranei), un ammiccamento agli autori dell’Est (Kodáli, Enescu, Dvorák e Čaikovskij), un assaggio di Francia (Ravel e Debussy) e un po’ di Novecento con Schönberg e Hans Werner Henze, un autore, quest’ultimo, davvero tutto da scoprire.
Sul fronte degli interpreti anche quest’anno faranno tappa a Vicenza, in esclusiva regionale, alcune fra le stelle più acclamate del panorama concertistico internazionale: i nomi sono quelli di di Radu Lupu, Jordi Savall, Emanuel Ax, Yefim Bronfman, Isabelle Faust e del quarantunenne direttore d’orchestra Andrés Orozco-Estrada, che poco prima di arrivare al Comunale guiderà la Chicago Symphony Orchestra nella terza Sinfonia di Mahler.
La sezione sinfonica, realizzata in collaborazione con la OTO, l’Orchestra del Teatro Olimpico, ha in programma sei concerti più il tradizionale Gran Concerto di San Silvestro, presenta una programmazione con tante conferme e qualche interessante novità. Le conferme riguardano il nome di Alexander Lonquich, che proseguirà nel suo ruolo di direttore principale della OTO; il direttore tedesco (ma italianissimo d’adozione) guiderà l’orchestra in tre dei sei appuntamenti della stagione in abbonamento esibendosi anche al pianoforte solo in un’occasione (nel Concerto di Mendelssohn per violino, pianoforte e orchestra). L’altra conferma è la “fisionomia” della OTO diventata sempre più una bottega d’arte, un laboratorio musicale di alta formazione al quale sono ammessi, dopo severe selezioni, i migliori giovani strumentisti “under 30” diplomatisi negli ultimi anni nei Conservatori di tutta Italia. La principale novità della stagione riguarda l’inserimento di un’orchestra ospite l’Orchestra Filarmonica di Torino; anche sul fronte della proposta musicale sono presenti ventate di musica nuova, spesso con brani mai ascoltati prima a Vicenza, privilegiando decisamente il repertorio del pieno Ottocento e del Novecento; il pubblico avrà modo di approfondire la conoscenza di autori come Hindemith, Richard Strauss, von Weber, Rachmaninov, Elgar, Brahms e Šostakovič.
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Informazioni su spettacoli, biglietti e abbonamenti
Il rinnovo degli abbonamenti inizia giovedì 12 luglio 2018 e proseguirà fino a martedì 31 luglio; riprenderà poi da martedì 11 a sabato 15 settembre, mentre giovedì 20 e venerdì 21 settembre sarà possibile effettuare il cambio posto o tipologia di abbonamento; i nuovi abbonamenti saranno in vendita da martedì 25 settembre, mentre i biglietti da martedì 2 ottobre.
Sono numerose le formule di abbonamento previste: oltre alle quattro sezioni classiche (danza, prosa, concertistica e sinfonica), sarà possibile acquistare l’abbonamento Mini-Danza (3 spettacoli nella recita pomeridiana della domenica), gli abbonamenti per la Danza e Prosa al Ridotto, il tradizionale Tutto Musica (che prevede complessivamente 19 concerti, ovvero la programmazione integrale delle sezioni sinfonica e concertistica) e l’abbonamento Musica Breve (8 concerti in date predeterminate). Anche per questa stagione la Prosa sarà “su misura” con 8, 7 o 6 titoli a scelta tra gli spettacoli in Sala Grande e al Ridotto); oppure 8 spettacoli di Prosa in Sala Grande oppure 5 spettacoli al Ridotto. è previsto anche l’Abbonamento Famiglia che prevede due spettacoli (1 musicale e 2 appuntamenti al Circo).
I prezzi degli abbonamenti hanno subito dei minimi ritocchi e molte agevolazioni sono offerte agli abbonati: sconti sull’acquisto di biglietti per il 71° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico; sconti sull’abbonamento, come pure sui biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento, per chi acquista più sezioni del cartellone.
I biglietti per gli spettacoli delle sezioni artistiche, che saranno in vendita da martedì 2 ottobre e fino alle date di inizio delle singole stagioni se non esauriti in prevendita; i prezzi sono vari, dai 50 euro (biglietto intero) per il Concerto di fine d’anno della OTO, ai 7 euro dei biglietti ridotti under 30 per gli spettacoli di Circo al Ridotto.
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Danza
Una stagione sorprendente, di grandi emozioni, la danza al Teatro Comunale, Vicenza Danza, giunta alla sua XXIII edizione. La consulenza artistica, affidata a Loredana Bernardi, presenta una programmazionecon importanti compagnie internazionali, in un mix di generi a rappresentare l’evoluzione dell’arte coreutica dalle più importanti espressioni del 900 ai giorni nostri: dal “classicismo” etnico dei Grupo Corpo al flamenco d’autore di Maria Pagés, dai quadri visionari di Paul Taylor alla forza espressiva delle Notti Barbare de Hervé Koubi, dai fantasmagorici e ormai classici Momix alla potenza dirompente che travalica i singoli generi artistici della compagnia dei giovani talenti di Hofesh Shechter.
Come di consueto la stagione in Sala Grande si sviluppa con un calendario di sette appuntamenti, di cui due in doppia data, in programma da novembre 2018 ad aprile 2019; tutti gli spettacoli saranno preceduti dagli Incontri con la Danza, in cui giornalisti, critici, studiosi, incontreranno il pubblico per dialogare sulle poetiche, gli stili, gli interpreti, e quindi approfondire ed arricchire l’esperienza degli spettacoli di danza.
Ritorna anche il Progetto Supporter Danza che prevede, prima di alcuni spettacoli, l’esibizione di giovani promesse della danza, segnalate da critici ed esperti; prosegue e si consolida la felice esperienza delle residenze artistiche di danza; è già programmata in settembre la residenza di Daniele Albanese, talento emergente della nuova scena nazionale, nell’ambito della Rete ResiDance XL, mentre sono in fase di programmazione altre residenze artistiche nel nuovo anno.
Vicenza Danza inizia in novembre con l’unica data italiana del tour europeo 2018 dei Grupo Corpo, compagnia riconosciuta a livello mondiale per la sua originalità: una fusion eclettica di danza brasiliana, con i suoi ritmi particolari e le influenze ibride che si fonde con il rigore della danza di ispirazione neoclassica. Creata e guidata dai fratelli Pederneiras, Rodrigo, Paulo e Gabriel, la compagnia presenterà a Vicenza due brani densi di suggestioni liriche, costruiti sull’onda della memoria: Danca Sinfonica brano del 2015 (ideato per celebrare i 40 anni di attività) che esalta l’originalissimo vocabolario dei movimenti costruiti dal coreografo attraverso la decostruzione della forma, per giungere a nuovi virtuosismi amplificati dalla musica sinfonica che sostiene e avvalla la creazione; il secondo brano Gira (percorsi) si nutre di suggestioni etniche di ispirazione religiosa, con musica originale composta ed eseguita appositamente, un percorso poetico ispirato alla rappresentazione dei culti primitivi afro-brasiliani che tocca l’aspetto universale della spiritualità.
Imperdibile l’appuntamento di dicembre con Schechter II, la compagnia giovanile di straordinari danzatori selezionati tra i talenti di tutto il mondo (d’obbligo il ricambio fisso ogni due anni) di Hofesh Shechter, coreografo israeliano, musicista e compositore, tra i nomi cult della scena internazionale. Arriva a Vicenza Show (The Entrance – Clowns – Exit) la creazione che ha debuttato in marzo in Italia, una scarica di energia allo stato puro interpretata dalla sorprendente vitalità di otto giovani danzatori, età compresa tra i 18 e i 25 anni. Nella serata, dal chiaro intento provocatorio, gli artisti ribelli si muovono saltellando vorticosamente sul palcoscenico come recitando la loro parte in un macabro circo; la musica cresce e travolge, come il messaggio: il nostro è un mondo in cui gli sciocchi possono essere re e i re possono essere sciocchi, il tutto interpretato nello stile unico della compagnia, un travolgente mix di danza, teatro e rock.
In gennaio viene proposto in doppia data dal raffinato ensemble del Ballet du Grand Théâtre de Genève, diretto da Phippe Cohen, Carmina Burana, il balletto costruito sulla partitura dell’omonima opera musicale di Carl Orff del 1937. Il coreografo Charles Brumachon restituisce, da esteta raffinato qual è, un balletto raffinato costruito sul simbolo senza tempo della Ruota della Fortuna, proponendo immagini ispirate alle pitture di Michelangelo e alle opere della scultrice maledetta Camille Claudel. Nella straordinaria creazione, i corpi dei 22 danzatori fasciati nei costumi di “On aura tout vu” (nota griffe dello show business), si muovono con sensualità, virtuosismi, componendo figure acrobatiche con salti, pirouettes, gesti arditi, corse sfrenate, variazioni infinite che mettono a dura prova anche l’ineccepibile preparazione atletica dell’ensemble, un universo di corpi danzanti al “servizio” di una narrazione poetica resa unica, originalissima e senza tempo dalla maestosità della musica.
Una doppia data sarà in cartellone anche in febbraio, per un’anteprima mondiale, quella del nuovo spettacolo dei Momix, compagnia statunitense che non ha bisogno di presentazioni, affezionatissima al Comunale di Vicenza tanto da sceglierlo per il lancio della nuova creazione dell’infaticabile Moses Pendleton, fondatore eponimo del gruppo di artisti-danzatori-acrobati. Alice … Alice … Alice … (il titolo del nuovo show a Vicenza il 16 e 17 febbraio per debuttare poi al Teatro Olimpico di Roma il 20 febbraio) sarà naturalmente ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie, al mondo della fantasia sfrenata ricca di colpi di scena e scenografie in technicolor che ben si addicono allo stile Momix. Al momento nella di più è dato sapere, se non che Pendleton ha deciso di calarsi “nella tana del coniglio, per scoprire un mondo magico dove il corpo umano si trasforma, e niente è ciò che appare”:
Sarà in scena a fine febbraio una compagnia caposaldo della danza del XX secolo, la Paul Taylor Dance Company fondata nel 1954 da Paul Taylor, pioniere della modern dance americana, allievo prediletto di Marta Graham, oggi ultranovantenne. Sarà presentato un trittico emozionante per la diversità e la varietà dei temi, resi senza tempo dallo stile inconfondibile di una compagnia che ha fatto la storia della danza del Novecento; il programma della serata prevede Airs (del 1978 – su musica di Händel), un inno alla bellezza e alla poesia; Black Tuesday (del 2001 – con musiche originali degli anni Trenta), il martedì nero, della borsa americana nel 1929, giorno simbolico del’inizio della grande depressione; e infine Esplanade (del 1975 – musica di Bach) un classico nel repertorio del coreografo, un divertissement ispirato ai movimenti della quotidianità (così come gli oggetti della vita comune avevano ispirato la pop art); e quindi camminare, correre, cadere per terra, aspettare un tram, diventano situazioni danzate e immagini potenti, un capolavoro di ritmo e stile.
Una novità, in prima ed esclusiva regionale, sarà proposta in cartellone a marzo con Les nuits barbares, ou les premiers matins du monde della Compagna Hervé Kourbi una creazione del coreografo franco-algerino dedicata al tema dell’origine della cultura mediterranea, all’incrocio di civiltà a partire dalla paura ancestrale dello straniero e dell’altro da sé. Tredici straordinari danzatori porteranno in scena vorticose immagini di guerrieri che si agitano sulla musica sacra di Mozart e Faurè, alternata al ritmo delle melodie algerine, il tutto rivisto con il linguaggio della breakdance e dell’hip hop, reinventati, in un mix di generi che propone al contempo immagini forti, dinamismo e spiritualità.
Il finale di stagione sarà in grande stile, ad aprile, con il flamenco esaltante dello spettacolo Yo Carmen presentato dalla Compagnia María Pagés, un’icona della danza spagnola, un “sigillo di garanzia” per il flamenco che la coreografa e danzatrice ha portato con successo in tutto il mondo. Musica dal vivo di grande livello, voce narrante e un’intensa interpretazione tutta al femminile, con la “bailora” e sei danzatrici, porteranno in scena il dramma della bella sigaraia proponendo un ritratto intenso e oltre gli stereotipi dell’eterno femminile, una voce di donna che diventa la voce di tutte le donne, in un dinamismo incessante reso dai corpi “infuocati” delle danzatrici e dal ritmo feroce di una danza che lascia senza respiro.
Ai grandi spettacoli internazionali della Sala Grande, si accompagna la rassegna della Danza al Ridotto per presentare creazioni e performances più orientate alla ricerca e alle poetiche del contemporaneo, per mettere in luce coreografi e autori della nuova scena nazionale. Saranno quattro gli appuntamenti al Ridotto, in scena tra febbraio e aprile per indagare temi e proiezioni introspettive molto diverse, tutte ugualmente ricche di suggestioni.
In febbraio sarà la volta di Avalanche di e con Marco D’Agostin, coreografo e interprete apprezzato dal pubblico del Comunale, che presenterà una creazione del 2018 per due interpreti (sarà in scena con la danzatrice portoghese Teresa Silva), rappresentata in anteprima a Parigi (frutto di una residenza artistica realizzata in Trentino). Qui la danza va ad indagare i temi dell’archiviare e del catalogare, proposti in una luce sentimentale ed esistenziale, ponendosi in costante tensione verso l’infinito dell’enumerazione, alla ricerca accanita di un esito, di una risoluzione, interrogando la questione del limite e, in ultima istanza, della fine.
In marzo la Compagnia MK di Michele Di Stefano proporrà Bermudas un interessante lavoro del 2017 sul moto perpetuo e sul movimento puro, una creazione ispirata alle teorie del caos, concepito quasi come un campo magnetico (da qui l’allusione ironica del nome) attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile. Input dell’originale creazione, essere adattabile a contesti molto diversi e abitabile (da un numero variabile di interpreti, da 3 a 15); l’esito coreografico è basato sul movimento minimale che deve essere moltiplicato in sistemi complessi, perchè danzare, esprimersi, è concentrarsi sul corpo degli altri.
A fine marzo il Nuovo Balletto di Toscana presenterà una nuova creazione, Pulcinella coreografia di Arianna Benedetti, collaborazione drammaturgica di Andrea Di Bari, musica di Igor Stravinskij) una sfida “classica” ricca di riferimenti e citazioni per i giovani danzatori, ma anche una scelta artistica orientata al dialogo transgenerazionale, per essere in sintonia con un pubblico più tradizionale, da sempre affezionato ai repertorio. I temi musicali di Pergolesi, rielaborati nell’orchestrazione stravinskiana, assumono nel balletto una nuova vitalità ritmica e timbrica, in un perenne gioco di ribaltamenti fra i due piani, all’insegna del principio compositivo della parodia, elemento che potrà essere apprezzato dalle fasce più giovani del pubblico che guardano con attenzione i grandi titoli, in grado di trasmettere suggestioni e valori universali.
In aprile la conclusione della rassegna sarà affidata a R.OSA 10 esercizi per nuovi virtuosismi, di Silvia Gribaudi, interprete l’attrice e performer Claudia Marsicano, una creazione ispirata alle immagini di Botero, al mondo energetico anni ‘80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione; lo spettacolo propone un’esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista, volontario o involontario, dell’azione artistica in cui la performer è una “one woman show” capace di spostare lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di esercizi, di sicuro virtuosismo, di un corpo che si ribella alla gravità.
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Prosa
Una stagione orientata alla moltitudine di linguaggi per parlare allo spettatore, con allestimenti titoli e interpreti di grande rilievo, una proposta in cui le arti dello spettacolo si incontrano e si offrono nel loro insieme queste le linee di tendenza della nuova stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza.
La programmazione, realizzata con la consulenza artistica di Annalisa Carrara e Federico Corona in collaborazione con Arteven, prevede complessivamente tredici titoli, sette in Sala Grande, quasi tutti in doppia data, e sei al Ridotto per una proposta articolata in cui gli spettatori possono comporre il loro abbonamento “su misura” scegliendo 6, 7 o 8 spettacoli dei 13 titoli complessivamente in cartellone, oppure gli 8 in Sala Grande, o ancora i 5 appuntamenti della Prosa al Ridotto, assecondando gusti e inclinazioni culturali di ciascuno.
La stagione di prosa prenderà avvio a novembre con Angela Finocchiaro in Ho perso il filo, una nuova produzione Agidi, regia di Cristina Pezzoli uno spettacolo in cui l’attrice mette la sua ironia e la sua comicità stralunata al servizio nel mito: nel ruolo di Teseo si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro; incontrerà strane creature e dovrà superare prove inconsuete per venire a capo della sua avventura eroica, dove nulla è come sembra. Inatteso il finale, una grande festa coinvolgente e liberatoria.
A fine novembre, in prima nazionale, torna il raffinato teatro circo della Recirquel Company Budapest con il nuovo show The Naked Clown: prima dell’ultimo spettacolo, anche il pagliaccio deve togliersi la maschera e fare i conti con se stesso; lo struggente momento introspettivo diventa l’occasione per un viaggio nell’immaginario, in uno spettacolo senza confini dove i vari generi dal nouveau cirque, alla danza, dal teatro, alla musica si fondono in una situazione onirica alla Chagall, con il sottofondo di un’elegante partitura sinfonica. Direzione artistica e coreografia sono di Bence Vagì.
In calendario a dicembre, spostato al Ridotto (3 date) per creare un rapporto più intimo e diretto con la protagonista, il monologo Giovanna D’Arco, di cui Monica Guerritore è interprete, regista e autrice, uno dei suoi spettacoli di maggior successo. Fortissimo, intenso, poetico, è un lavoro che racconta l’eternità dell’idea di libertà, oltre gli stereotipi, di genere (qui l’attrice è un maschiaccio più che la pulzella d’Orleans dell’iconografia classica) e riapparsa nel corso dei secoli (in ogni epoca si sono levate le voci contro l’oppressione, qui Giovanna D’Arco è compagna di ribellione di Che Guevara e dei giovani di Tien An Men). L’eroina è più viva che mai, animata dalla passione per la sua causa, perché non il suo cuore aveva ragioni, ma forze. Forze e passioni che sole possono cambiare la realtà.
Si torna in Sala Grande, in gennaio, ancora con un monologo, questa volta al maschile: si tratta di Giocando con Orlando – Assolo con Stefano Accorsi, adattamento e regia di Marco Baliani, un lavoro in grado di restituire tutta la straordinaria ironia e modernità del poema cinquecentesco, quella per cui la bella Angelica, insidiata più o meno da tutti i cavalieri cristiani, finisce per cedere al musulmano Medoro (suscitando il furore di Orlando), mentre la guerriera cristiana Bradamante sposa il pagano Ruggiero. Accorsi veste i panni del cavaliere e si cimenta con maestria nell’opera ariostesca cavalcando il tema oneroso dell’amore e delle sue declinazioni, amore perso, sfortunato, vincente, doloroso, sofferente, sacrificale, gioioso e di certo anche furioso.
Un adattamento dal film omonimo, è in programma a fine gennaio, con la tragicommedia La Guerra dei Roses, con Ambra Angiolini e Matteo Cremon nei ruoli che furono di Kathleen Turner e Michael Douglas, regia di Filippo Dini (nel film il regista era Danny De Vito); l’adattamento, una recente produzione La Pirandelliana, è tratto dal romanzo di Warren Adler (che ha curato anche l’adattamento cinematografico e teatrale). La storia della separazione cruenta tra un brillante e ricco uomo d’affari e una (ex) moglie che lo ha accompagnato nella sua scalata al successo viene riscritta dalla presa di coscienza della mancata affermazione professionale di lei, in un crescendo di cattiverie, rabbia e reciproche atrocità, fino alle estreme conseguenze. La grandezza dell’amore si esprime, in questa pièce, attraverso la sua fine, così violenta da essere paragonata a una guerra. Il contesto è drammatico, ma intriso di ironia e irriverente comicità.
Va in scena a febbraio un altro celebre adattamento teatrale di origine cinematografica, la commedia musicale Viktor und Viktoria con Veronica Pivetti interprete principale, regia di Emanuele Gamba, una produzione Artisti Associati, spettacolo fresco di debutto (previsto a novembre), per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale. Ambientato in una Berlino anni Trenta racconta di Suzanne Weber, in arte Viktoria, talentuosa cantante disoccupata, che si finge Viktor e conquista le platee, anche se il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. Tra battute di spirito e divertenti equivoci si legge tra le righe la critica ad una società bigotta e superficiale, sempre pronta a giudicare solo dalle apparenze.
In marzo è in cartellone un classico shakespeariano, il Sogno di una notte di mezza estate, adattamento e regia Massimiliano Bruno, interpreti principali Stefano Fresi, Violante Placido, Paolo Ruffini, volti noti al grande pubblico, una recente produzione L’Isola Trovata. L’originale messa in scena dà spazio alla dimensione onirica e grottesca della commedia, e così il bosco diventa foresta, patria randagia di nomadi e strane creature, in cui Puck diventa un violinista che non sa suonare, Bottom un pagliaccio senza palcoscenico, Oberon uno stravagante gay e Titania una ammaestratrice di bestie selvagge. L’obiettivo di questa rilettura messa in scena con un linguaggio contemporaneo, è quello di suscitare una reazione, divertire per far riflettere, vivere nella verità del sogno oltrepassando i limiti e il conformismo della razionalità, esaltando la dimensione onirica e grottesca a discapito di quella razionale.
Il finale di stagione è previsto in aprile, con L’importanza di chiamarsi Ernesto, un testo importante di Oscar Wilde, regia, scene e costumi di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia (da anni impegnati nella messa in scena del grande autore irlandese), una produzione del Teatro dell’Elfo. Questa “commedia frivola per gente seria”, col suo titolo che sfida i traduttori (The Importance of Being Earnest) è l’esempio più riuscito di come Wilde, attraverso l’uso di un’ironia caustica e brillante, riesca a svelare la falsa coscienza di una società che mette il denaro e la rigida divisione in classi sociali al centro della propria morale. Il rovesciamento paradossale del senso è l’espediente usato dall’autore che ci appare così quasi un precursore del teatro dell’assurdo, mentre è impegnato a “smontare” con sorridente ferocia i luoghi comuni su cui si fonda ogni solida società borghese.
Grandi ritorni e nuovi arrivi sono in programma nella rigogliosa scena della Prosa al Ridotto, luogo teatrale di confronto degli autori ed interpreti con il pubblico, in una dimensione che restituisce importante immediatezza allo spettacolo e alla sua fruizione.
Si parte in novembre con Lucilla Giagnoni, interprete amatissima dal pubblico del Comunale, in Marilyn – Attrice allo stato puro, progetto e regia di Michela Marelli, una produzione CTB – Centro Teatrale Bresciano. La protagonista, strepitosa affabulatrice, racconta la storia di Norma Jane, chiedendosi chi è stata veramente Marylin Monroe, una creatura divisa tra l’immagine creata dallo star system e il suo essere donna, con le sue debolezze e le sue fragilità. Con un linguaggio cinematografico Lucilla Giagnoni monta schegge e frammenti di vita, fino a costruire un documentario, entrando e uscendo dal personaggio per proiettarci l’immagine di Marylin, a cominciare dai sentimenti, perché “recitare è darsi senza riserve, è lo stesso che amare”, fino alla morte tragica della diva per antonomasia.
Ancora un monologo al femminile, in gennaio, con Preziosa interpretato da Francesca Inaudi, testo di Maria Tersa Venditti, regia di Luca De Bei, una nuova produzione Pierfrancesco Pisani/Infinito e Nidodiragno. La protagonista, tra le figure più interessanti della scena italiana,
esprime pienamente la sua versatilità riuscendo a raggiungere diversi registri, dalla vis comica che punteggia brillantemente la narrazione, alle incursioni in un territorio drammatico e intimista, mettendo a nudo la sua natura di attrice sensibile ed empatica. Preziosa ripercorre le tappe fondamentali della sua vita attraverso tutte le volte in cui ha tentato il suicidio, a partire da quando aveva tre anni; il registro è brillante, ma il “non-detto” che emerge tocca corde profonde e di grande umanità, tra tutte la difficoltà a chiedere aiuto e la presenza costante della morte. Ma anche il miracolo della vita che regala sempre un’altra opportunità.
Un “ritorno a casa”, è in programma in febbraio con Mister Green interpretato dai bravissimi Massimo de Francovich e Maximilian Nisi, regia di Piergiorgio Piccoli, una produzione Theama Teatro fortunato spettacolo che termina la sua tournée nazionale (con tappe importanti, tra le altre al Piccolo di Milano) a Vicenza, città che lo ha visto nascere. La commedia, scandita con scene dal ritmo cinematografico, racconta le visite settimanali che Ross Gardiner fa a Mr Green un anziano che ha travolto con la sua auto. il rapporto inizialmente conflittuale si sviluppa tra i due, che imparano a conoscersi e diventano indispensabili l’uno all’altro, in un continuo gioco in bilico fra confessioni e reticenze. Il dialogo fra due generazioni lontanissime, spesso marcatamente umoristico, si presta alla riflessione e all’analisi psicologica, restituendo un insieme comico e commovente. Mr Green è, andato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo, una delle commedie più rappresentate negli ultimi venti anni.
Ancora una commedia, presenza insolita al Ridotto, in programma in marzo con Le Prénom. Cena fra amici uno spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Genova, interpreti Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò, regia di Antonio Zavatteri. La storia è nota, raccontata anche nel film del 2015 di Francesca Archibugi, un adattamento cinematografico apparso con Il nome del figlio (come fu tratto anche dall’originale, fortunatissima pièce teatrale francese di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte). In scena si assiste ad una serata conviviale a casa di due professori (liceo lei, università lui) dichiaratamente di sinistra. Tra parenti e amici inizia un gioco di provocazione e di verità che si allarga sino a diventare il ritratto di una generazione di quarantenni allo sbando, dove tutti hanno qualche segreto da nascondere o da rinfacciarsi. Una commedia divertente, che mette a proprio agio lo spettatore grazie a un susseguirsi continuo di situazioni che poggiano su un dialogare intelligente e arguto.
La stagione si conclude a fine marzo, con un’originale produzione rappresentata per la prima volta in Italia, Talking Heads II, uno spettacolo prodotto dal Teatro di Dioniso in cui Michela Cescon e Valter Malosti (che della pièce cura l’adattamento teatrale e la regia) pluripremiati interpreti della scena teatrale italiana, tornano a lavorare insieme in un progetto dedicato al grande autore britannico Alan Bennett. Talking Heads è infatti il titolo di una serie di monologhi nati come pezzi televisivi per la BBC, realizzati nel 1988 e poi nel 1998. Protagoniste di queste piccole commedie nere, come spesso accade nella scrittura di Bennett, sono quasi sempre donne, tutte ad un punto di svolta, tutte alle prese con quel momento della vita in cui le loro esistenze apparentemente anonime si squarciano, per rivelare, con dissacrante ironia, un’altra vita possibile, fuori dall’ombra.
Tutti gli spettacoli di Prosa e Prosa al Ridotto saranno introdotti dall’Incontro a Teatro condotto da un giornalista, un critico, un esperto, momenti di incontro con il pubblico pensati per conoscere meglio e approfondire i temi della messa in scena e il contesto in cui viene concepita la drammaturgia; attori e registi (soprattutto nella seconda delle date di spettacolo), spesso partecipano agli Incontri, interagendo piacevolmente con i presenti.
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Concertistica
La concertistica, sezione realizzata in collaborazione con la Società del Quartetto di Vicenza, direzione artistica del maestro Piergiorgio Meneghini, prevede tredici concerti; come da tradizione l’offerta propone un repertorio vastissimo che mette al centro i grandi Maestri dell’epoca Barocca, Classica e Romantica (anche attraverso alcuni concerti monografici) con qualche sguardo retrospettivo (le antiche melodie dei popoli mediterranei), un ammiccamento agli autori dell’Est (Kodáli, Enescu, Dvorák e Čaikovskij), un assaggio di Francia (Ravel e Debussy) e un po’ di Novecento con Schönberg e Hans Werner Henze, un autore, quest’ultimo, davvero tutto da scoprire.
Sul fronte degli interpreti anche quest’anno faranno tappa a Vicenza, in esclusiva regionale, alcune fra le stelle più acclamate del panorama concertistico internazionale: i nomi sono quelli di di Radu Lupu, Jordi Savall, Emanuel Ax, Yefim Bronfman, Isabelle Faust e del quarantunenne direttore d’orchestra Andrés Orozco-Estrada, che poco prima di arrivare al Comunale guiderà la Chicago Symphony Orchestra nella terza Sinfonia di Mahler.
Alcuni concerti saranno preceduti – alle ore 20 nel Foyer del Teatro – dall’Angolo di Cesare Galla, la guida all’ascolto ad ingresso libero a cura del critico musicale vicentino già responsabile della pagina Spettacoli de Il Giornale di Vicenza .
Il concerto che venerdì 9 novembre inaugura il 109° anno di attività della Società del Quartetto di Vicenza si preannuncia un autentico evento, dal momento che la Chamber Orchestra of Europe è considerata da molti la migliore orchestra da camera del mondo. Fondata nel 1981 da un gruppo di musicisti della European Union Youth Orchestra, la COE debutta a Vicenza sotto la guida del maestro colombiano Andrés Orozco-Estrada, direttore musicale della Frankfurt Radio Symphony, della Houston Symphony Orchestra e direttore ospite principale della London Philharmonic Orchestra. Programma trascinante, con le Danze di Galanta, la Sinfonia op. 70 di Dvořák e il popolarissimo Concerto per violino di Čaikovskij con Nicolaj Znaider nel ruolo di solista.
Nella nuova stagione il pianoforte riconquista il ruolo che gli compete con ben sette appuntamenti nei quali il “gran coda” sarà protagonista, in solitudine o in compagnia di altri strumenti. Fra i motivi di maggior richiamo è presente, non a caso, un tris di eccellenti pianisti, molto diversi fra di loro per tecnica e stile.
Il 10 dicembre torna ad esibirsi per la Società del Quartetto Emanuel Ax, statunitense di origini polacche, da decenni uno degli interpreti più in vista nel firmamento internazionale del pianoforte.
Sabato 9 marzo debutta a Vicenza Yefim Bronfman, uzbeko di nascita, ma con passaporto israeliano e statunitense. Considerato fra i migliori interpreti della generazione che si affaccia ai sessant’anni, Bronfman propone un programma affascinante fra Humoreske di Schumann, la Suite Bergamasque di Debussy e la Sonata D 958 di Schubert.
Antidivo da essere considerato, suo malgrado, una delle ultime leggende della tastiera, Radu Lupu ha da parecchi anni un rapporto molto stretto con la Società del Quartetto e la Città di Vicenza. Oltre a non entrare in sala d’incisione da molto tempo, negli ultimi anni il pianista rumeno si concede sempre meno anche in recital. Ecco perché ogni sua apparizione in pubblico si trasforma in un evento. Il programma del suo appuntamento al Comunale di Vicenza, mercoledì 10 aprile, è intenso e passionale, con la raccolta Kreisleriana di Schumann e l’ultima Sonata di Schubert.
In tema di ritorni e di divi, mercoledì 6 febbraio il pubblico incontrerà nuovamente o Jordi Savall, musicista arci celebrato, grande saggio e uomo di vastissima cultura. Questa volta l’artista catalano si esibisce in trio (con Driss El Maloumi all’oud e Dimitri Psonis Santur alla chitarra moresca e percussioni) con un progetto molto particolare e di stretta attualità – dal titolo Un Diálogo de las Ánimas – che ha per tema le tradizioni musicali arabe, andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mar Mediterraneo.
Il Concerto di Natale 2018 della Società del Quartetto va in scena il 21 dicembre per celebrare un’occasione molto particolare: i 25 anni della Schola San Rocco di Francesco Erle, ensemble corale vicentino che ha saputo imporsi come una delle più interessanti formazioni vocali in ambito nazionale. Per festeggiare la speciale ricorrenza il maestro Erle presenta la prima esecuzione in tempi moderni del Kyrie per la Notte di Natale composta nel 1714 dal veneziano Antonio Lotti. Completano il programma, ancora di Lotti, la Messa di Mi minore, la Cantata per il Natale di Bach e – sempre di Bach – il Magnificat per soli, coro e orchestra.
Sono tre le formazioni da camera di organico importante che si esibiranno sul palco del Comunale. Fra queste spiccano i magnifici otto dello Scharoun Ensemble, ovvero una costola dei Berliner Philharmoniker, visto che tutti i membri dell’ottetto suonano nella prestigiosa orchestra berlinese.
Nel concerto dedicato alla “Giornata della Memoria” – giovedì 24 gennaio – Scharoun Ensemble propone musiche di Brahms e Beethoven, ma soprattutto le Quattro Fantasie per ottetto di Hans Werner Henze, un gigante della musica contemporanea.
Lunedì 26 novembre c’è un altro ottetto, questa volta la somma di due affermati quartetti d’archi: il multietnico Gringolts Quartet (Russia, Armenia, Romania e Germania, le nazionalità dei musicisti) e il finlandese Meta4 Quartet, già vincitore del Concorso Shostakovich di Mosca e della Joseph Haydn Chamber Music Competition di Vienna. Per l’Octet project ou tour che le porterà anche a Trieste, Trento, Roma e L’Aquila, le due formazioni hanno pensato ad un programma intenso, con il capolavoro giovanile di Mendelssohn (Ottetto op. 20, dal respiro sinfonico) e l’Ottetto in Do maggiore di George Enescu.
È tutto italiano il quartetto di fiati con l’aggiunta del pianoforte atteso per lunedì 18 marzo: ne fa parte un “poker d’assi” che mette insieme le Prime parti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Francesco Bossone al fagotto, Alessandro Carbonare al clarinetto, Francesco Di Rosa all’oboe e Guglielmo Pellarin al corno) con Pietro De Maria al pianoforte. Il programma del concerto è equamente suddiviso fra il Mozart “viennese” e un Beethoven prima maniera.
A Ludwig van Beethoven sono dedicate altre tre serate monografiche. Mercoledì 9 gennaio Filippo Gamba prosegue l’affascinante viaggio attraverso le 32 Sonate beethoveniane per pianoforte proponendo, fra le altre, le celeberrime “Waldstein” e “Appassionata”.Il 26 marzo il trio Lama-Guarino-Zadra (violino, violoncello e pianoforte) porta a termine il ciclo dedicato ai Trii con pianoforte, genere nel quale il genio di Bonn eccelse non meno di altri compositori. Domenica 24 febbraio, infine, Isabelle Faust e il suo Stradivari “Bella addormentata”, raccnteranno con il pianista Alexander Melnikov, le Sonate per violino e pianoforte di Beethoven con le quali hanno vinto due prestigiosi premi discografici internazionali: il Diapason d’Or e il Gramophone Award. Violinista di straordinaria bravura, Isabelle è considerata una diva di questi primi anni, nonostante la sua ritrosia.
La stagione si chiude con la virtuosa tedesca di origini coreane Suoyen Kim che il 15 aprile porta a termine il suo viaggio solitario fra le sei Sonate e Partite per violino di Bach iniziato con grande successo nella passata stagione. Con lei, sul palco del Teatro Comunale, il suo fedele compagno di avventure, il magnifico Stradivari “ex Croall” del 1684.
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Sinfonica
La sezione sinfonica, realizzata in collaborazione con la OTO, l’Orchestra del Teatro Olimpico, ha in programma sei concerti più il tradizionale Gran Concerto di San Silvestro; presenta una programmazione con tante conferme e qualche interessante novità. Le conferme riguardano innanzitutto il nome di Alexander Lonquich, che proseguirà nel suo ruolo di direttore principale della OTO; il direttore tedesco (ma italianissimo d’adozione) guiderà l’orchestra in tre dei sei appuntamenti della stagione in abbonamento, esibendosi anche al pianoforte solo in un’occasione (nel Concerto di Mendelssohn per violino, pianoforte e orchestra). L’altra conferma è la “fisionomia” della OTO diventata sempre più una bottega d’arte, un laboratorio musicale di alta formazione al quale sono ammessi, dopo severe selezioni, i migliori giovani strumentisti “under 30” diplomatisi negli ultimi anni nei Conservatori di tutta Italia.
Le tante ore di lavoro svolte fianco a fianco con i maestri formatori a Villa San Fermo di Lonigo nei giorni che precedono ogni concerto contribuiscono a creare un prezioso bagaglio di esperienze che torneranno utili quando questi giovani musicisti affronteranno le audizioni per entrare in importanti formazioni orchestrali stabili, in Italia e all’estero. Questo il motivo per cui da quando è iniziato il nuovo corso, quattro anni or sono, l’organico dell’Orchestra si presenta sensibilmente rinnovato con l’innesto di nuove leve sia nella sezione degli archi che in quella dei fiati.
La principale novità della stagione riguarda l’inserimento in cartellone di un’orchestra ospite – quest’anno si tratta dell’Orchestra Filarmonica di Torino – nell’ambito di uno scambio artistico che il 14 maggio 2019 porterà la OTO nel capoluogo piemontese, ospite della stagione della Filarmonica.
Anche sul fronte della proposta musicale il cartellone presenta numerose novità, con brani spesso mai ascoltati a Vicenza e privilegiando decisamente il repertorio del pieno Ottocento e del Novecento. Il pubblico avrà modo di approfondire la conoscenza di autori come Hindemith, Richard Strauss, von Weber, Rachmaninov, Elgar, Brahms e Šostakovič.
Alexander Lonquich dirige, lunedì 19 novembre, il concerto inaugurale che presenta quasi tutte Ouverture d’opera e operetta. In programma, tuttavia, anche il radioso Concerto per oboe e piccola orchestra che Richard Strauss compose nel 1945 al tramonto della sua splendida avventura musicale. Per la parte solistica Lonquich ha richiamato fra le fila della OTO Vittorio Bongiorno, già Primo oboe dell’orchestra e oggi nell’organico stabile dei Münchner Symphoniker.
Il 17 dicembre, di nuovo i maestro Lonquich sul podio con un paio di famosissime ouverture, ad alzare decisamente il ritmo della serata: quella dall’opera eroico-romantica “Euryanthe” di Carl Maria von Weber e quella dalla “Cavalleria leggera” di Franz von Suppé, autore che vanta prestigiose origini italiane (era parente di Gaetano Donizetti). Il programma del concerto è completato da due capolavori: il Concerto per violino, pianoforte e archi di Mendelssohn (con Alessandro Moccia nel ruolo di violino solista) e l’allegra Sinfonia n. 9 di Dmitrij Šostakovič, composta nel 1945 per celebrare le vittorie del popolo sovietico.
Lunedì 14 gennaio arriva l’orchestra ospite della Filarmonica di Torino; fondata nel 1992, la formazione piemontese realizza al Conservatorio Giuseppe Verdi una sua stagione. La produzione che sarà presentata al Comunale – con la direzione affidata a Giampaolo Pretto, primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI – ha per titolo “Passione” e sarà eseguita a Vicenza prima ancora che a Torino. Programma bello e intenso, con il secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov (con l’ottimo Andrea Lucchesini al pianoforte) e la Sinfonia n. 7 di Dvořák, lavoro che fu commissionato al compositore ceco dalla Società Filarmonica di Londra nel 1884.
Alexander Lonquich riprende in mano le redini della OTO nel “concertone” di lunedì 18 febbraio tutto dedicato a Johannes Brahms. Con Enrico Bronzi al violoncello e Gregory Ahss al violino l’Orchestra del Teatro Olimpico propone nella prima parte il Doppio Concerto in La minore, ultima creazione sinfonica del sommo autore tedesco, cui fa da contraltare – nel secondo tempo – la “tenera gaiezza” della Sinfonia n. 2, che vide la luce dieci anni prima.
Lunedì 4 marzo sarà il Konzertmeister. Alexander Janiczek a guidare la OTO in un programma decisamente ispirato alla grande tradizione musicale del Regno Unito. Inizio sulle note virtuosistiche dell’Introduzione e Allegro di Edward Elgar, conclusione con la celebre Sinfonia “Scozzese” di Mendelssohn. In mezzo la Sinfonia Concertante in Si bemolle maggiore di Joseph Haydn, compositore che proprio a Londra scrisse questo pregevolissimo pezzo destinato a rimanere uno dei suoi più preziosi contributi alla scrittura per strumenti solisti e orchestra.
Per il concerto conclusivo, in programma giovedì 4 aprile, ancora Haydn (con la Sinfonia n. 90 in Do maggiore nella quale l’autore fonde mirabilmente stile sinfonico e quello concertante) e di nuovo Brahms, con la monumentale Sinfonia in do minore con la quale esordì, superati i quarant’anni, in questo genere musicale. Completa il programma, sotto la direzione di Gábor Takács-Nagy, la Sinfonia n. 32 di Mozart: più che una sinfonia una graziosa ouverture.
Fuori abbonamento ci sarà l’immancabile Gran Concerto di San Silvestro, in scena al Teatro Comunale la sera del 31 dicembre, dalle ore 22, con la direzione affidata a Federico Guglielmo nel ruolo di Konzertmeister. Il programma è ancora in definizione, ma è certo che vi troveranno posto autori come Offenbach, Händel, gli Strauss padre e figlio e il danese Hans Christian Lumbye, passato alla storia come lo “Strauss del Nord”.
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Circo
Nasce nella nuova stagione una sezione del cartellone artistico del Teatro Comunale di Vicenza interamente dedicata al circo e alle nuove evoluzioni delle attività circensi; da un lato il successo ottenuto lo scorso anno dalla Compagnia ungherese Recirquel che ha presentato proprio a Vicenza il suo nuovo show in prima nazionale, dall’altro l’interesse crescente del pubblico e delle istituzioni per un genere di spettacolo che anche in Italia ha forti radici nella tradizione popolare, ma non è sufficientemente conosciuto nelle sue più recenti evoluzioni, hanno spinto la Fondazione a proporre questo nuovo percorso.
A fine novembre, in prima nazionale, torna il raffinato teatro circo della Recirquel Company Budapest con il nuovo show The Naked Clown: prima dell’ultimo spettacolo, anche il pagliaccio deve togliersi la maschera e fare i conti con se stesso; lo struggente momento introspettivo diventa così l’occasione per un viaggio nell’immaginario, in uno spettacolo senza confini dove i vari generi dal nouveau cirque, alla danza, dal teatro, alla musica si fondono in una situazione onirica alla Chagall, con il sottofondo di un’elegante partitura sinfonica. Direzione artistica e coreografia sono di Bence Vagì.
A febbraio sarà in scena L’omino del pane e della mela uno spettacolo ideato, scritto, diretto e interpretato da I Fratelli Caproni (Alessandro Larocca e Andrea Ruberti), dedicato ai bambini dai tre anni e alle loro famiglie, alle prese con l’esperienza dei primi pasti fuori casa. La scoperta degli ingredienti dei vari cibi diventa il pretesto per divertenti esercizi di clownerie, per costruire storie fantastiche ricche di fascino e immaginazione proprio a partire dalle piccole cose quotidiane, secondo la migliore tradizione dei clown del circo.
A fine marzo sarà invece la volta di un interessante esempio di circo contemporaneo comico musicale, con lo spettacolo The Black Blues Brothers, scritto e diretto da Alexander Sunny e Philip Barrel, una produzione Circo e dintorni. In scena si potranno apprezzare le innumerevoli doti di cinque scatenati acrobati, giovani ballerini in grado di coniugare fisicità e plasticità delle loro movenze, con chiari rimandi alle loro origini africane; di sottofondo il sound inimitabile del rhythm and blues, in un’elegante ambientazione stile Cotton Club, mood ripreso anche nei costumi American style, uno show elegante e travolgente in cui tutto (sedie, tavoli, specchi e qualsiasi oggetto di scena) può diventare motivo di spettacolo e improvvisazione acrobatica.
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Fuori Abbonamento
La programmazione degli spettacoli Fuori Abbonamento della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza si muove da un lato su standard consolidati, proponendo al pubblico un mix di generi molto apprezzati (musical, operetta, concerto gospel, danze folkloriche), offrendo anche aperture a generi abitualmente meno frequentati come i concerti pop, il teatro circo di Recirquel, gli omaggi musicali di Bruno Conte, il cabaret dissacrante di Alessandro Fullin e l’ironia pungente di Geppi Cucciari. Il cartellone prevede 12 appuntamenti, in grado di toccare le diverse anime del mondo dello spettacolo, affrontando sia temi leggeri e di sano intrattenimento, accanto a tematiche più complesse e articolate, di forte attualità e interesse pubblico.
Due gli appuntamenti diinizio stagione, previsti a fine ottobre, il concerto del musicista vicentino Bruno Conte e la sua band, dal titolo eloquente: Lucio Battisti: il Suono e l’Anima, un omaggio raffinato interpretato con classe nel ventennale della scomparsa di un cantautore che ha cambiato la storia della musica italiana ed ha inciso nell’immaginario poetico di numerose generazioni.
Per il secondo appuntamento, doppia data a fine ottobre per un musical blockbuster come Jesus Christ Superstar, proposto da Peep Arrow (Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro Sistina di Roma), interpretato Ted Neeley, il Gesù originale dell’omonimo famosissimo film di Norman Jewison del 1973. Il musical è la storia di un mito che travolge con la sua passione gli spettatori di tutte le età, un uomo-simbolo che fa della spiritualità la sua bandiera rivoluzionaria, un personaggio unico nella storia del teatro musicale: il celebre lavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice non subisce minimamente i segni del tempo, anzi ad ogni rappresentazione rinnova la forza del suo messaggio, contagiando le migliaia di spettatori che in Europa e in Italia hanno già visto questo musical.
Nella programmazione dei Fuori Abbonamento a fine novembre arriva il circo, torna infatti il raffinato teatro circo della Recirquel Company Budapest con il nuovo show The Naked Clown: prima dell’ultimo spettacolo, anche il pagliaccio deve togliersi la maschera e fare i conti con se stesso; lo struggente momento introspettivo diventa l’occasione per un viaggio nell’immaginario, in uno spettacolo senza confini dove i vari generi dal nouveau cirque, alla danza, dal teatro, alla musica si fondono in una situazione onirica alla Chagall, con il sottofondo di un’elegante partitura sinfonica. Direzione artistica e coreografia sono di Bence Vagì.
Ad inizio dicembre sarà proprio al Comunale di Vicenza una delle primissime date del tour nei teatri di Loredana Bertè, dopo l’uscita in autunno dell’album “Amiche Si’!” Summer Tour 2018”, un’occasione imperdibile per i fan della cantente, icona dissacranete del pop Made in Italy.
È in programma poco prima di Natale il tradizionale Concerto Gospel, affidato per le festività 2018 a Roderick Giles&Grace, uno straordinario coro afroamericano, fondato da Roderick Giles, compositore, arrangiatore, direttore e vocal coach statunitense, tra gli artisti di spicco in questo genere. Con il suo coro, formato da 6 elementi, Roderick Giles si è esibito davanti a platee prestigiose come la Casa Bianca e il Kennedy Center, oltre che in numerose e apprezzatissime tournées internazionali.
Il primo dell’anno inizia a Teatro con le danze folkloriche, come di tradizione: per il 2019 toccherà allo show Caucasian Passion del Balletto Statale Russo Lezginka, uno spettacolo che ha girato tutto il mondo, suscitando ovunque successi travolgenti. La compagnia, formata da oltre 30 elementi, propone un genere di danza spettacolare, un mix tra balletto, arti circensi e danze folkloriche, il tutto con splendidi costumi e innate capacità tecniche e interpretative; fondata nel 1958 ha rappresentato la danza russa all’Expo 2015 di Milano.
Sempre in gennaio, prende il via la serie del cabaret con la comicità dissacrante di Alessandro Fullin nel suo spettacolo cult Piccole Gonne, di cui è autore e interprete con la compagnia Nuove Forme; si tratta di uno spettacolo divertentissimo, ricco di gag intrise di ironia surreale, una parodia dell’America puritana del XIX secolo che fa da sfondo al romanzo di L.M.Alcott: qui tutti i personaggi femminili sono interpretati da attori uomini.
A febbraio riprende anche la tradizione dell’operetta con La Duchessa del Bal Tabarin, la più viennese tra le operette italiane (sul testo di Carlo Lombardo che la firma con lo pseudonimo di Leon Bard), proposta dalla Compagnia Teatro Musica Novecento, riconosciuta per i suoi allestimenti sfarzosi, che presenta una trama ricchi di intrighi, sciantose e soubrette, duchi e nobiltà varia, e un lieto fine, naturalmente al ritmo di numerosi giri di valzer.
A metà febbraio è in programma una doppia data con la danza acrobatica dei Momix per l’anteprima mondiale, in esclusiva al Teatro Comunale di Vicenza, del nuovo spettacolo Alice … Alice … Alice … naturalmente ispirato al romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, al mondo della fantasia sfrenata ricca di colpi di scena e ambientazioni in technicolor che ben si addicono allo stile della straordinaria ed eclettica compagnia di danzatori acrobati. Al momento nulla più è dato sapere, se non che Moses Pendleton ha deciso di calarsi “nella tana del coniglio, per scoprire un mondo magico dove il corpo umano si trasforma, e niente è ciò che appare”.
A metà marzo ancora un musical e un’operetta; Il Principe Ranocchio, una produzione interamente italiana (realizzato dalla Compagnia BIT) con testi e musiche originali, un avvincente spettacolo tratto dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm, una storia d’amore e di accettazione della diversità, molto divertente e adatta a un pubblico di tutte le età.
Orfeo all’Inferno è invece il titolo dell’operetta proposta dalla Compagnia Teatro Musica Novecento, un classico del teatro musicale leggero, su partitura di Jacques Offenbach (padre dell’operetta europea), celebre per la straripante invenzione comica, lirica e musicale esaltata dal ritmo travolgente del can-can, tuttora ingrediente base del grande successo dello spettacolo, scatenata affermazione di una inesauribile joie de vivre, simbolo della vivace vita parigina fin de siècle.
In aprile si chiude con il cabaret, con il monologo Perfetta interpretato da Geppi Cucciari, testi e regia di Mattia Torre, musiche di Paolo Fresu. La potente attrice comica e conduttrice televisiva e radiofonica di successo, dà qui voce ad una spietata e irresistibile radiografia sociale ed emotiva per raccontare le giornate di una donna con abitudini che si ripetono monotone ogni giorno, scandite a seconda dalle fasi vitali della sua femminilità.
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Progetti Speciali
Cresce in qualità e quantità la sezione dedicata ai progetti speciali, una programmazione di approfondimento in ambito culturale, che vede la Fondazione protagonista su temi di interesse e attualità, impegnata a proporre al “suo” pubblico nuovi sviluppi, eventi dal taglio innovativo e momenti di confronto trasversali, non necessariamente legati ad uno specifico genere artistico. Tutte le iniziative sono realizzate in collaborazione con istituzioni e personalità di rilievo, a riprova della capacità della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza di inserirsi nel dibattito culturale e di fare rete con gli stakeholder del sistema culturale.
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Arte a teatro – A casa per una sera
Viene ripresa dopo il grande successo della prima edizione (Arte e Rivoluzioni, il titolo dell’anno scorso, quattro appuntamenti sold out), la sezione dedicata agli approfondimenti inediti della Storia dell’Arte, raccontati e interpretati in modo originale e ancora una volta pensati per gettare una luce ‘diversa’ rispetto alle letture tradizionali. L’inizio della nuova serie – realizzata ancora una volta con la supervisione di Guido Beltramini, direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e del Palladio Museum – è previsto per fine novembre con l’evento spettacolo, fresco di debutto teatrale, Leonardo di e con Vittorio Sgarbi, performance ideata per celebrare il cinquecentenario della morte dell’artista, genio incontrastato del Rinascimento.
E se il grande talento del genio leonardesco si è rivelato con dovizia all’estero, proprio al tema della forza intellettuale che emigra per affermarsi, è dedicata la serie dei quattro nuovi incontri in programma nel 2019 (date in definizione). Il leit-motiv sarà A casa per una sera, un modo per far conoscere al pubblico i talenti italiani e veneti che da anni svolgono la loro attività in grandi musei o istituzioni internazionali (anglosassoni nel caso dei relatori della nuova serie). I nomi dei protagonisti sono quelli di Xavier Salomon, Chief Curator alla leggendaria Frick Collection di New York, la casa-museo privata che raccoglie alcuni dei più grandi capolavori dell’arte italiana e che a Vicenza racconterà il mondo e le opere di Antonio Canova. A seguire l’intervento di Davide Gasparotto, bassanese, formatosi alla Normale di Pisa e alle Soprintendenze di Parma e Modena, dal 2012 è direttore delle collezioni di dipinti del Getty Museum di Los Angeles, per parlare di Oggetti di design nel Rinascimento. Si ritorna all’indiscusso genio vinciano con la studiosa veronese Francesca Borgo, laurea a Ca’ Foscari e dottorato alla Harvard University, attualmente in forza alla St. Andrews University di Edimburgo, considerata l’astro nascente degli studi su Leonardo da Vinci. La chiusura della serie sul ‘ritorno a casa’ degli intellettuali storici dell’arte sarà affidata a Guido Beltramini che presenterà in anteprima al pubblico del Comunale il progetto della nuva mostra a cui sta lavorando, dal titolo Rinascimento Privato, un progetto dedicato alla vita privata dei grandi maestri del Rinascimento veneto.
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Il racconto del territorio nell’esperienza di Jolefilm
Sarà in scena ad inizio maggio uno dei grandi protagonisti della scena teatrale nazionale con un titolo outsider, Tecno-Filò (Technology and me) un evento speciale (una conferenza spettacolo) di e con Marco Paolini, una produzione Jolefilm per un progetto sull’uso consapevole (o almeno una riflessione sulla consapevolezza nell’uso) delle nuove tecnologie, una sorta di prosecuzione dei temi proposti dallo spettacolo Numero Primo nella scorsa stagione, una narrazione affabulatrice (il filò appunto) sul “nostro tempo crisalide”. Nei giorni successivi (dal 2 al 5 maggio) il Teatro Comunale di Vicenza dedicherà invece un’interessante retrospettiva sulla produzione cinematografica di Jolefilm, la casa di produzione di Marco Paolini e Michela Signori, da anni impegnata nel teatro ma anche nell’editoria, nel cinema, nell’audiovisivo. La produzione cinematografica racconta il nostro tempo, i suoi molteplici volti, la sua complessità. La mini rassegna prevede un film al giorno, incontri con registi, sceneggiatori e musicisti, impegnati in un’unica direzione: approfondire la conoscenza di una casa di produzione indipendente, un’officina ‘artigiana’ con sede a Padova, dove le idee si confrontano, si smontano fino a diventare opere d’autore.
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Attraversa-menti
Attraversa-menti è il titolo del progetto innovativo ‘ trasversale’ che Pier Luigi Sacco Consigliere speciale del Commissario Europeo per l’istruzione e la cultura, Professore Ordinario di Economia della Cultura all’Università IULM di Milano realizzerà a partire dai primi mesi del 2019 in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Con la pubblicazione della Nuova Agenda per la Cultura, la Commissione Europea sottolinea il ruolo decisivo della cultura nella promozione di obiettivi di benessere, coesione sociale ed innovazione. La cultura produce questi effetti soprattutto quando aiuta le persone a prendere confidenza con idee, esperienze, realtà poco familiari, e a sviluppare una capacità individuale e collettiva di apprendere da esse e trarne valore piuttosto che di reagire con un atteggiamento mentale chiuso e difensivo. Sollecitare uno sviluppo di questa sensibilità è l’obiettivo del progetto Attraversa-menti che si articolerà in due sezioni tematiche. La prima, Sinestesie, presenterà artisti che lavorano contemporaneamente con più linguaggi (visivi, sonori, gestuali) per mostrare come la ricerca artistica contemporanea, più che situarsi in un ambito specifico, tende appunto ad attraversarne molti, invitandoci ad un uso più intenso e radicale delle nostre capacità intellettive ed emozionali. La seconda, B Side, presenterà personalità che, avendo raggiunto un livello di assoluta eccellenza in un ambito culturale o scientifico, ci mostrano invece un’altra faccia della loro personalità e dei loro interessi per raccontarci come sia appunto la commistione di più passioni che alimenta il pensiero creativo più radicale. Date e interpreti degli eventi saranno resi noti nei prossimi mesi.