Ciao Edoardo, cominciamo da te, come ti avvicini al teatro?
Non ho grandi ricordi di quando ho cominciato ad appassionarmi al teatro, già da piccolo mi cimentavo in qualche imitazione e in piccoli sketch per i parenti. Verso il periodo delle medie ho seguito un corso di teatro alla compagnia “La Ringhiera” di Vicenza, ho fatto molti spettacoli con loro e nel frattempo ho sviluppato un interesse forte anche per la regia. Nel 2012 ho cominciato a fare le mie prime regie, o meglio a cercare di capire come strutturare uno spettacolo. In generale è sempre stato un processo molto naturale ed autonomo, non ho mai avuto nessuno che mi obbligasse ed ho sempre scelto la mia strada da me.
Ora lavori come regista nella compagnia “Rosa dei Venti”, hai fatto un bello scatto di carriera! Vuoi dirci qualcosa di come nasce questo progetto?
Hehe, sì. La compagnia non nasce da sé, prima esisteva un’altra realtà molto familiare che occupava me ed i miei fratelli. Il progetto vero e proprio, lo zoccolo duro della compagnia, nasce nel 2015 con lo spettacolo “L’Odissea”. Oltre che alle relazioni personali e lavorative che continuano ancora oggi quello spettacolo è stato di grande aiuto per me, in qualche misura mi ha aiutato a capire cosa cerco a livello registico, almeno per ora.
Certo deve essere difficile gestire una compagnia teatrale, sia a livello economico che per il tempo che ti porta via.
Sì è vero, da qualche mese però siamo associati con la Associazione Culturale Chori Canticum che ci sostiene a livello economico e pubblicitario. Siamo riusciti ad ampliare il nostro circuito, il pubblico e la qualità degli spettacoli. Gestire una compagnia non è lavoro semplice, molti dei nostri attori sono studenti, tra lavoro e studio è difficile avere un impegno continuo. Però c’è la passione ed è questo l’importante.
Quanti siete nella compagnia? Fate spettacoli originali o vi concentrate su testi di altri autori?
Di norma ci concentriamo sugli spettacoli originali, oltre che della regia mi occupo anche della scrittura dei testi. Per esempio, “l’Odissea” è tratta da Omero e riadattata per palco mentre lo spettacolo “Scherzi di Vita” è un compendio che racchiude due atti unici di Cechov, uno di Pirandello e uno di Stefano Benni. In repertorio poi abbiamo uno spettacolo sugli antichi romani ed “Il Regno” sulla prima guerra mondiale, entrambi originali. In compagnia siamo 6 fissi, per la prossima produzione che partirà fra poco abbiamo ampliato l’organico a 8 elementi.
E quando lavori su testi non originali come ti muovi?
Generalmente tendo a non modificare il testo, a tagliare si chiaramente ma senza stravolgere, un Amleto di 3 ore è impegnativo. Questa la chiamo la questione della preposizione: è un da Shakespeare o un di Shakespeare? io preferisco il di. Poi il disegno registico, la musica, la nostra originalità sì. Ecco facciamo i classici però a modo nostro, usando tecniche classiche ma anche sperimentando, spesso è un equilibro difficile da trovare ma è un lavoro molto stimolante.
Quando sperate di debuttare con il prossimo spettacolo e quanto lavoro c’è dietro ad un debutto?
Sarà uno spettacolo sui sette vizi capitali chiamato “Gli abiti del male”. Speriamo di debuttare a primavera 2019. C’è tantissimo lavoro dietro ad una produzione ex-novo, oltre al testo ed alle musiche di cui si occupa Sebastiano bisogna lavorare alle luci, ai costumi, alle scene. Poi c’è il lavoro sul testo e bisogna accordarsi preventivamente per le prove dato che gli attori sono per la maggior parte non professionisti e quindi hanno i loro impegni. Insomma, fatti due conti ci vuole da 6 mesi ad 1 anno di tempo.
In che circuiti vi muovete quando portate in giro i vostri spettacoli? Trovate delle difficoltà sotto questo punto di vista?
Abbiamo iniziato amatorialmente per le sale parrocchiali e poi pian piano ci stiamo ampliando, ora veleggiamo su un circuito medio: teatri di provincia, locali, forse porteremo avanti qualche progetto nelle scuole in futuro. È un lavoro molto difficile per noi, ci sono molti costi e problemi di diversa natura burocratica che non semplificano certo l’operazione. Il problema spesso è superare chi c’è già. Vicenza è una realtà piccola, molti occupano i teatri da tempo e malvolentieri ci lasciano spazio, e senza spazio per noi è complicato crescere e farci conoscere. Ora pian piano stiamo cercando di uscire dalla provincia per la prossima stagione, forse Rovigo, forse Venezia, vedremo. Accanto ai problemi però ci sono anche molte persone che si fidano di noi e questo è un grosso stimolo che ci fa capire che siamo apprezzati.
A livello di pubblico avete buone risposte?
Pian piano ci facciamo conoscere tra Facebook, Chori Canticum che ci ha lasciato una pagina sul loro sito, abbiamo poi un canale YouTube. A livello di pubblico con i debutti abbiamo fatto 3-4 tutto esaurito. C’è poi da dire che il teatro si fa con chi c’è e con chi ci vuole essere, lo spettacolo deve andare avanti anche con 10 persone anche il livello di entusiasmo non è lo stesso. È molto piacevole vedere che dopo lo spettacolo il pubblico ci cerca per complimentarsi piuttosto che per muovere delle critiche, purché siano costruttive. Ci piace pensare che dopo lo spettacolo il pubblico va a casa con qualcosa. Un peccato per noi è che lo spettatore medio è di una certa età, ci piacerebbe vedere una maggiore partecipazione dei nostri coetanei alla vita teatrale.
Vuoi dirci qualcosa sulla tua visione di teatro dal punto di vista del regista?
Vedo il teatro come la nostra lente sul modo, voglio che il pubblico senta qualcosa quando viene a vedere un nostro spettacolo. Voglio che esca con un messaggio, il teatro deve essere il veicolo di questo messaggio. Da parte mia c’è anche un grande rispetto e curiosità verso i grandi registi del passato e del presente, rispetto e curiosità che mi portano a studiarli e a cercare di farli miei, o perlomeno di capirli. Per esempio, l’utilizzo delle video-scenografie da parte di Luca de Fusco, il lavoro di Camilleri e di Lamberto Puggelli sui testi di Pirandello e per il cinema le luci di Ridley Scott e il suo cinema epico. Tutti grandi che mi hanno influenzato, lo studio però non deve essere fine a sé stesso ma funzionale al mio lavoro.
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Pagina Facebook della compagnia “Rosa dei Venti”: https://www.facebook.com/progettorosadeiventi/
Informazioni ulteriori su Edoardo Billato: http://choricanticum.wixsite.com/home/edoardo-billato
Intervista a Digital Human, il giovane musicista che collabora con “Rosa dei Venti”: https://www.teatrionline.com/2018/08/intervista-a-digital-human/