La Stagione 2018-2019 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è stata presentata mercoledì 5 settembre, nel corso di una conferenza stampa, tenuta alle ore 11 al Politeama Rossetti.
All’introduzione del Presidente del Teatro Stabile, Sergio Pacor e al saluto delle autorità presenti è seguito l’annuncio, da parte del Presidente e del direttore Franco Però, dei quasi 60 titoli inclusi nel cartellone che sarà inaugurato il prossimo 16 ottobre dall’imponente produzione “I Miserabili” di Victor Hugo.
Davanti alla platea del Politeama che ha fatto da sfondo alla conferenza (rivolta come sempre a giornalisti, esperti del settore, ma anche a tutti gli appassionati) il Presidente e il Direttore hanno dunque illustrato scelte, linee tematiche, titoli, artisti che il pubblico incontrerà nei prossimi mesi in un teatro che – come sottolinea lo slogan “PARENTESI APERTE” – si pone la meta di aprire la mente, suggerendo pensiero e spunti critici, aprire il cuore, regalando emozioni… Ed aprirsi: ad un pubblico sempre più vasto, ai giovani, ai nuovi linguaggi, al dialogo internazionale.
Alla proposta in sede che si svilupperà per oltre otto mesi, articolata nei consueti itinerari di genere – Prosa, Altri Percorsi, Danza, Musical & Eventi – si intreccia una notevole attività di produzione.
Undici gli spettacoli firmati dal Teatro Stabile, che saranno in scena a Trieste e nei maggiori teatri italiani. Fra essi figurano operazioni varate in sinergia con altri enti, come “I Miserabili” di Victor Hugo, per la regia di Franco Però e con Franco Branciaroli (coprodotto con il CTB – Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de gli Incamminati), “Salomè” di Oscar Wilde, diretto da Luca De Fusco (con il Teatro Stabile di Napoli, il Teatro di Genova e lo Stabile di Verona), “Un momento difficile” di Furio Bordon con Massimo Dapporto e Ariella Reggio (con lo Stabile di Catania), “Sindrome italiana” di Lucia Calamaro con Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti e Mariangela Torres (con il CTB e il Teatrodue di Parma) e “La ballata di Johnny e Gill” di Fausto Paravidino che nasce dal la rete internazionale creata dallo Stabile regionale e quello di Torino con il Théâtre Liberté de Toulon, La Criée – Théâtre National de Marseille e il Gran Théâtre du Luxembourg.
Produzioni dello Stabile sono poi la novità “(Tra parentesi) – La vera storia di un’impensabile rivoluzione” di e con Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua diretti dalla film-maker triestina Erika Rossi e successi come “A Sarajevo il 28 giugno” nuovamente in programma al Museo de Henriquez e “La Guerra” di Goldoni, ripreso a Trieste prima della circuitazione nazionale.
Prosegue l’impegno degli attori della Compagnia Stabile: Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos coinvolti sia ne “I Miserabili” che ne “La Guerra” e “A Sarajevo”.
In linea con l’attenzione per i giovani, le compagnie emergenti e i nuovi linguaggi, è invece la scelta di allestire i testi vincitori del Premio nazionale “Giovani Realtà”: “The hard way to understand each other” di Adalgisa Vavassori e “Où les fleurs fanent” di Natalia Vallebona.
A ciò si aggiunge “Un’altra Cenerentola” diretto da Luciano Pasini per la scuola StarTsLab.
La Stagione 2018-2019 sarà inaugurata il 16 ottobre, proprio da “I Miserabili”, primo titolo del cartellone Prosa e produzione rilevante, che ha assunto forma drammaturgica grazie all’adattamento di Luca Doninelli e sostanza teatrale grazie all’intuizione di Franco Però. La sua lettura fa sì che il capolavoro venga quasi “sfogliato” in scena e vissuto dal pubblico grazie al coinvolgente lavoro della compagnia d’attori capeggiata da un Franco Branciaroli notevole nel ruolo di Jean Valjean. «Ne “I Miserabili” possiamo leggere la storia della redenzione di un galeotto, il rapporto con il sacro, la Storia, l’amore, la ribellione, l’ingiustizia sociale (…) “I Miserabili” è un fiume in piena: devi gettarti dentro e lasciarti trasportare» ha affermato Franco Però a proposito della scelta di quest’opera avvincente e assieme “temeraria”, che evidenzia immediatamente alcune delle linee di ricerca perseguite nel corso da stagione: quella dell’intreccio fra i linguaggi del teatro e della letteratura, quella della riflessione su tematiche sociali (dopo l’indagine nel microcosmo della famiglia condotta negli ultimi anni), quella dell’attenzione alla voce dei classici che ancora illuminano il nostro tempo. Lo farà anche la storia di Jean Valjean, galeotto ed eroe, che giunge sulla scena del Politeama, forte dell’accoglienza calorosa ottenuta all’esordio a Napoli e a Brescia.
Anche fra gli spettacoli ospiti del cartellone Prosa ci sono titoli che traggono ispirazione dall’intersecarsi fra teatro e narrativa: “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgacov ne è un raffinato esempio, messo in scena da Andrea Baracco nell’adattamento di Letizia Russo e con Michele Riondino (in questi giorni impegnato nella conduzione delle cerimonie di apertura e chiusura del Festival del Cinema di Venezia) nel sinistro ruolo di Woland. Con “Dieci piccoli indiani” è invece un classico della commedia “gialla” ad approdare sul palcoscenico: il cult di Agatha Christie conta su un regista d’esperienza internazionale come Richard Reguant e su un cast di primi nomi, da Ivana Monti a Luciano Virgilio, da Mattia Sbragia a Carlo Simoni.
Il “Libro dei Libri”, la Bibbia, ispira due progetti lontani per approccio e linguaggi, eppure entrambi molto intriganti: da una parte “La ballata di Johnny e Gill” scritto e diretto da Fausto Paravidino, dall’altra il nuovo lavoro degli Oblivion, “La Bibbia riveduta e scorretta”. Lo spettacolo di Paravidino nasce da una sinergia internazionale e da una ricerca laboratoriale compiuta sui mezzi espressivi del teatro dell’attore, e incentrata poi sulla storia di Abramo, padre delle tre grandi religioni monoteiste: ne risulta una creazione multidisciplinare e multilinguistica, interpretata da attori di nazionalità diverse. La chiave di lettura degli Oblivion, diretti da Giorgio Gallione, sarà coerente con la loro cifra ironica, fatta di esperimenti musicali un po’ folli e di contaminazioni inattese.
Crea un trait d’union fra sceneggiatura e teatro, invece, “La classe operaia va in paradiso” che Paolo Di Paolo trae dall’omonimo film di Elio Petri, creando un significativo parallelismo con il mondo del lavoro contemporaneo. Grazie alla regia sapiente di Claudio Longhi e all’afflato di una compagnia impeccabile in cui spicca Lino Guanciale, lo spettacolo si è rivelato una delle migliori novità dell’ultima stagione.
Il nostro tempo, con le sue utopie e contraddizioni, è anche l’argomento con cui si confrontano molti autori contemporanei, che – come sempre – trovano ampio spazio nel cartellone dello Stabile: si inizia dalle tre produzioni di autore vivente.
In “Un momento difficile” la scrittura penetrante ma anche ironica di Furio Bordon si addentra nei momenti che precedono la morte della madre del protagonista. Il racconto di toccante intimità completa la trilogia che l’autore de “Le ultime lune” ha dedicato alle “età indifese”: la pièce trova in Ariella Reggio e Massimo Dapporto due grandi protagonisti. Con “Sindrome italiana” di Lucia Calamaro il teatro si fa strumento d’indagine civile e interiore ad un tempo: le interpreti capeggiate da Manuela Mandracchia s’interessano infatti alla grave depressione riscontrata nelle donne dell’Europa dell’Est che si occupano a lungo come colf e badanti lontano da casa. Il loro malessere interiore rispecchia un “malessere sociale” dell’Occidente dove non si sa più vivere con giusto equilibrio il privato, la famiglia, il lavoro.
Infine “(Tra parentesi) la vera storia di un’impensabile rivoluzione”, singolare spettacolo scritto e interpretato da Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua che vi ripercorrono la rivoluzione basagliana, uno dei cambiamenti più radicali avvenuti nel nostro Paese. Giornalista e conduttore radiofonico, Cirri ha conosciuto per ragioni professionali la realtà della malattia mentale, Dell’Acqua ha condiviso il cammino di Franco Basaglia a Trieste… Il loro punto di vista illumina i mille intrecci di una storia che non è finita né potrà finire: il titolo apre l’itinerario “scientifico” con cui lo Stabile in questa Stagione prende parte agli eventi ProESOF 2020.
La generazione dei quarantenni è invece sotto la lente di Matthieu Dalaporte e Alexandre de La Patellière nella gustosa commedia “Le Prénom (cena tra amici)”, e ancora dal mondo francese contemporaneo giunge la pièce sentimentale di Eric-Emmanuel Schmitt “Piccoli crimini coniugali”: i raffinati dialoghi di questo pluripremiato drammaturgo sono magistralmente interpretati da Anna Bonaiuto e Michele Placido, che ne firma anche la regia.
Come sempre, si ascolterà anche la voce dei grandi classici: ecco allora la scelta di produrre una rarità, raffinata, seduttiva e decadente come “Salomè” di Oscar Wilde, con le ammirate interpretazioni di Eros Pagni, Gaia Aprea, Anita Bartolucci e le ricercate contaminazioni espressive che connotano la regia di Luca De Fusco. Ed ecco lo Shakespeare di “Misura per Misura” con Massimo Venturiello diretto da Paolo Valerio, per parlare di etica, vizio, corruzione. Ritornano anche i classici dell’ultimo secolo, due grandi spettacoli come l’eduardiana “Filumena Marturano” con Mariangela d’Abbraccio e Geppy Gleijeses, che segna il fortunato debutto nella regia teatrale di Liliana Cavani e “Così è (se vi pare)” uno dei più misteriosi capolavori di Pirandello lucidamente diretto e interpretato da Filippo Dini, con la bravissima Maria Paiato.
Il cartellone Altri Percorsi – i cui titoli sono ospitati alla Sala Bartoli, alla Sala Assicurazioni Generali e al Teatro Stabile Sloveno, con cui prosegue la sinergia – declina le linee tematiche che guidano la Stagione, secondo le istanze e i linguaggi più attuali e innovativi. Lo dimostra chiaramente la programmazione di spettacoli come “La gioia” di Pippo Delbono che con la sua atipica compagnia rappresenta questo sentimento attraverso un teatro “totale” che va dritto al cuore. Accanto al linguaggio di Delbono, riconosciuto fra le vette più elevate della ricerca teatrale, lo Stabile offre spazio anche alle esperienze più giovani: ritorna così in cartellone dopo il successo delle passate stagioni, il gruppo Anagoor le cui partiture sceniche raffinate e complesse indagano in “Rivelazione” sulla vita e l’arte di Giorgione. Ritornano con “Cous Cous Klan” anche i corrosivi quadri del presente, che gli artisti di Carrozzeria Orfeo dipingono attraverso una creatività fuori dai canoni, che coniuga cinismo e humour. La corregionale Marta Cuscunà segue una poetica singolare, esprimendosi attraverso il teatro visuale e la sperimentazione: ne “Il canto della caduta” affronta la nascita dell’ideologia della sopraffazione ispirandosi a una leggenda della tradizione ladina.
È importante poi la presenza del “Macbettu” di Alessandro Serra, che ha ricevuto i premi più ambiti del teatro italiano. Recitato in sardo, connotato da una comunicazione immaginifica e potente, lo spettacolo interseca teatro classico e cultura popolare, il capolavoro shakespeariano e le suggestioni del Carnevale barbacino. Ed è ancora Shakespeare a ispirare a Valter Malosti – artista incline alla trasversalità delle arti – in “Shakespeare/Sonetti:, una composizione irrequieta e vibrante della sua opera poetica diviene monologo d’amore e si trasfigura nella danza di Michela Lucenti. Anche Marco Lorenzi, per il gruppo Il Mulino di Amleto, affronta in “Platonov” la monumentalità di Cechov, in modo innovativo, senza diaframmi fra attori e platea. Corona questo dialogo fra classici e innovazione, “En attendant Beckett” in cui il grandissimo Glauco Mauri e Roberto Sturno affrontano il più geniale autore del secondo Novecento in uno stimolante percorso multimediale.
A porre in evidenza l’attenzione che lo Stabile riserva all’innovazione concorre poi la scelta di produrre gli spettacoli giunti al podio nelle ultime edizioni del Premio Nazionale “Giovani Realtà del Teatro” promosso dalla Civica Accademia d’Arte drammatica Nico Pepe di Udine: uno dei più importanti dedicati ai nuovi linguaggi della scena. Ecco allora “The hard way to undersand each other” lavoro “senza parole” di Adalgisa Vavassori, che riflette su solitudine e incomunicabilità e “Où le fleurs fanent” che Natalia Vallebona esprime attraverso una poetica definita dalla critica “danza esistenziale”.
A questi titoli si intrecciano esempi di nuova drammaturgia: “Accabadora” è tratto dal romanzo di Michela Murgia per la regia di Veronica Cruciani, “A Night in Kinshasa” di e con Federico Buffa prosegue il filone dedicato allo sport (lo stesso giornalista due stagioni fa aveva ottenuto grande successo con “Le Olimpiadi del 1936”): ora fa rivivere gesta e utopie di Muhammad Ali. In “Per strada” l’autore Francesco Brandi e il giovane regista Raphael Tobia Vogel ritraggono fra ondate di humor e colpi di scena il senso di fallimento, l’arroganza e la paura dei trentenni di oggi, mentre Guillem Clua, riconosciuto drammaturgo catalano, offre ne “La Rondine” un momento di teatro civile, evocando le stragi di Orlando, Nizza, del Bataclàn, in un monito contro l’intolleranza.
Infine il dittico sul mondo scientifico, che attiene a ProESOF 2020: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice compongono lo straordinario terzetto protagonista di “Copenhagen” di Michael Frayn. Il tema è l’incontro fra Heisenberg e Niels Bohr, due fisici a un passo dalla creazione della bomba atomica, impegnati sui due opposti fronti del conflitto mondiale. Gabriella Greison – fisica lei stessa, oltre che giornalista e autrice – ritorna con “Einstein & me” dopo il successo del “Monologo quantistico” e racconta Einstein attraverso gli occhi di sua moglie.
Il profilo internazionale e la sensibilità verso i giovani e le loro passioni, connotano il cartellone Musical & Eventi, che regala una grande esclusiva – il musical “Ghost” – e fa pregustare uno score irresistibile ricco di generi, ritmi, energie.
Trieste ritorna al centro dell’attenzione nel panorama del musical grazie a “Ghost”, che al di fuori del Regno Unito si vedrà solo a Dubai, Istanbul e al Politeama Rossetti. Spettacolo accuratissimo, “Ghost” ricalca il fortunato film della Paramount e intreccia sapientemente il tema dell’amore, al thriller, ai toni della commedia, sostenuto da una colonna sonora che va dal romanticismo di “Unchained Melody” al gospel, da un cast impeccabile e da effetti speciali sorprendenti. I 24 più amati successi dei Queen accompagnano invece “We Will Rock You” che per la regia di Tim Luscombe (già candidato al Lawrence Olivier Award) arriva al Rossetti – dove ha trionfato nel 2010 – in un allestimento nuovo che unisce talenti italiani e internazionali. Andrew Lloyd Webber, ritorna al rock (da cui si era allontanato dopo “Jesus Christ Superstar”) con “School of Rock” che Massimo Romeo Piparo porta per la prima volta sulle scene nazionali: unisce la verve e il talento di un cast di giovanissimi alla simpatia di Lillo (che rivela un’insospettata inclinazione per la chitarra). Se “School of Rock” è perfetto per toccare le corde dei più giovani, lo è altrettanto “Peter Pan” diretto da Maurizio Colombi e costruito sulla popolarissima colonna sonora di Edoardo Bennato. Linguaggi freschi, intessuti di energia e fantasia sono quelli di “Stomp”, uno spettacolo-icona che ha percorso con enorme successo l’intero pianeta, regalando divertimento e un importante messaggio sull’ecologia.
Un’ulteriore interessante titolo internazionale è “Cenerentola on Ice” che sarà in scena soltanto a Roma, Milano e Trieste e che fa da trait d’union fra il cartellone Musical e quello dedicato alla Danza: lo spettacolo è firmato da Tony Mercer per la Imperial Ice Stars, riconosciuta dalla stampa internazionale come il “Cirque du Soleil della danza sul ghiaccio”. Porta in scena eccellenti ballerini-campioni di pattinaggio, che armonizzano capacità atletiche e doti interpretative: raccontano la favola più celebre fra preziosi costumi, scenografie ed effetti speciali.
Molti altri nomi del panorama internazionale si succedono nel cartellone Danza, intrecciando repertorio classico alla più sofisticata danza contemporanea: quindi se da un lato ritorna il tradizionale appuntamento natalizio con “Lo schiaccianoci” di Ciaikovskij eseguito dal Moscow Classical Russian Ballet nella linea della migliore tradizione del balletto russo, dall’altro sarà in programma allo Stabile, a pochi giorni dal debutto assoluto, il nuovo spettacolo dei Momix. In “Alice Alice Alice” la compagnia di Moses Pendleton indugia con fantasiosa ispirazione nel mondo dell’eroina di Lewis Carroll. Dopo parecchie stagioni d’assenza faranno nuovamente sorridere le ironiche interpretazioni della compagnia en travesti “Les Ballets Trockadero de Montecarlo”, mentre appare emozionante il nuovo programma presentato dalla statunitense Parsons Dance Company. Continua poi a svilupparsi il rapporto con gli udinesi Arearea che in un “evento di primavera”, il 21 marzo, eseguono per la prima volta tutte le parti de “Le quattro stagioni” su coreografie di Marta Bevilacqua e Roberto Cocconi. Merita particolare evidenza infine la presenza della compagnia di Wayne McGregor: per il suo esordio al Rossetti il geniale coreografo propone “Autobiography”, uno spettacolo costruito in base a uno studio sul DNA dell’artista, che intreccia canoni della danza a concetti che appartengono alla scienza, in un’ esplosione creativa perfetta per le riflessioni di ProESOF 2020.
La conferenza stampa è stata occasione per presentare anche un evento offerto da Assicurazioni Generali a studenti e dipendenti: si tratta di “Tempo di Chet. La versione di Chet Backer” che ripercorre la storia di questo controverso mito della musica del Novecento, armonizzando la recitazione di un ottimo cast d’interpreti diretti da Leo Muscato, al jazz di uno straordinario assieme capeggiato dal grande Paolo Fresu alla tromba.
Come di consueto la proposta dei quattro regolari cartelloni dello Stabile si completa di un nutrito assieme di Eventi Speciali: fra i titoli finora annunciati vanno menzionati “Alis” con le star del Circo Contemporaneo e del Cirque Soleil protagoniste di un’esclusiva notte di Capodanno a teatro.
Degno di nota “Essere Leonardo Da Vinci. Un’intervista impossibile” scritto diretto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory che celebra il genio del Rinascimento nel cinquecentesimo anniversario leonardiano.
Sono poi in programma il ritorno sul palcoscenico di Massimo Lopez e Tullio Solenghi in uno show che ripropone le loro più note gag e improvvisazioni musicali, il recital di Angelo Pintus, i concerti di Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni e le serate con il Postmodern Jukebox, la Glenn Miller Orchestra e l’Harlem Gospel Choir.
Anche nel corso della Stagione 2018-2019 si terranno iniziative collaterali al cartellone: letture, incontri, momenti di approfondimento impreziosiranno la proposta principale del teatro. Come sempre, tale attività troverà il sostegno e la collaborazione di partner come i Civici Musei di Storia e Arte, ProESOF 2020 Trieste (cui è dedicato addirittura un mini cartellone/abbonamento all’interno della stagione ufficiale), e naturalmente proseguiranno anche i seguitissimi incontri condotti dal direttore della British School del Friuli Venezia Giulia, Peter Brown.
Alcune novità di rilievo riguardano in questa stagione le formule d’abbonamento.
Accanto alle formule consolidate, nasce il nuovo “abbonamento a 15 stelle”, permette di ritirare un solo biglietto per ciascuno spettacolo, di scegliere in tutti i “cartelloni” dello Stabile con un prezzo vantaggioso (€162). Per gli abbonati “con le stelle” che la scorsa stagione non avessero “speso” tutte le proprie stelle, è previsto uno sconto di €5 per ogni stella non spesa, sul prezzo del nuovo abbonamento (fino a un massimo di €25).
Con la Stagione 2018-2019 vengono varati anche nuovi abbonamenti a turno libero, acquistabili e gestibili sia online che presso i punti vendita dello Stabile: saranno modulati sia nella versione “Intero” che “Under26”. Le nuove formule sono “6 spettacoli a scelta” nel cartellone Prosa, “12 spettacoli a scelta” nei cartelloni Prosa e Altri Percorsi, “4 spettacoli a scelta” nel cartellone Musical, “4 spettacoli a scelta” nel cartellone Danza ed infine l’inedito abbonamento “ProESOF” che prevede l’adesione ai 4 spettacoli di teatro-scienza.
La formula dell’“abbonamento Famiglia” è stata migliorata e conta su un’offerta ampia: “Peter Pan”, “Stomp” fra i musical, lo spettacolo degli Oblivion e “Dieci piccoli indiani” nella prosa, “Cenerentola on Ice” nella danza sono solo alcuni dei titoli dedicati anche al pubblico “in erba”.
Ricordiamo che il sito www.ilrossetti.it, recentemente rinnovato, è fonte di informazioni aggiornate e raccoglie contenuti multimediali, oltre a fornire servizi innovativi e la possibilità di accedere direttamente all’acquisto e alla prenotazione.
La campagna abbonamenti sarà aperta da giovedì 6 settembre, giorno in cui ci si potrà rivolgere per informazioni, acquisti e prenotazioni in tutti i punti vendita dello Stabile regionale.
La conferma degli abbonamenti a turno fisso va effettuata entro venerdì 28 settembre: i posti non confermati verranno messi in vendita a partire da lunedì 1 ottobre.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
Le atmosfere musicali della conferenza stampa sono a cura del fisarmonicista Mitja Tull.
La Stagione 2018-2019 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste, e di Assicurazioni Generali.
Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste e la Regione Friuli Venezia Giulia.
Si ringraziano per il contributo all’attività altri sponsor che con il loro prezioso apporto aiutano il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia a offrire arte, cultura, pensiero e divertimento di qualità.