Si è detto più volte che in realtà il cinema non è mai stato muto. E a Pordenone, il festival che prima di tutti ha saputo ricreare l’atmosfera di quell’epoca d’oro del cinema ne dà ogni anno conferma con la musica che accompagna tutte le proiezioni al Teatro Verdi. Per l’edizione di quest’anno delle Giornate del Cinema Muto (37.edizione dal 6 al 13 ottobre 2018), assume particolare rilievo l’evento di mercoledì 10 ottobre per la prima assoluta della partitura dell’udinese Valter Sivilotti, compositore affermato a livello internazionale, scritta per I promessi sposi (IT 1922) di Mario Bonnard.
I Promessi Sposi di Mario Bonnard è la prima rilevante trasposizione cinematografica del celebre romanzo manzoniano. Uscito in una prima versione muta nel 1922, venne successivamente rieditato nel 1934 in versione sonora, circostanza che ne permise una lunga e duratura fama fino agli anni Trenta, rendendo inoltre il film un caso raro nella cinematografia italiana.
Grazie al restauro attento e scrupoloso di Fondazione Cineteca Italiana, che dal 1947 possiede nel proprio archivio l’unico negativo d’epoca sopravvissuto al tempo, possiamo affermare senza alcun dubbio che questa edizione rappresenta davvero uno spartiacque nella storia del cinema.
Lo sforzo produttivo è grande: l’ambientazione storica, i movimenti di massa, la capacità di racconto introspettivo come l’uso degli effetti speciali fanno di questa edizione una tappa importante nel cinema muto internazionale dell’epoca in rapporto con un testo letterario di grande respiro. Questa edizione di Bonnard sarà per vent’anni l’edizione cinematografica dei Promessi sposi per antonomasia. Il film, che conobbe anche la ribalta europea e venne censurato all’estero nelle scene più violente, come poche opere del periodo muto ebbe la ventura di essere traghettato in epoca sonora, doppiato ex novo e musicato. E’ in questa edizione tecnologicamente aggiornata che I Promessi sposi di Bonnard arriva fino agli inizi degli anni quaranta. Delle innumerevoli edizioni che verranno nessuna avrà vita così lunga nell’immaginario popolare.
A testimoniare il valore di quest’opera ci sono anche la eco dei giornali italiani ed esteri. Il “Corriere della Sera” del 21 aprile del 1925 racconta: “Il pubblico delle grandi occasioni si darà oggi convegno al Cinema Reale (era una sala elegantissima in Piazza Missori nda), per assistere alla première del capolavoro della cinematografia italiana I Promessi sposi, scrupolosa e fedelissima riduzione dell’opera manzoniana”. Il giorno dopo non mancano altre osservazioni, e la fortuna che il film incontra nel pubblico supera ogni possibile critica. Ne trae origine anche un’operazione di merchandising con le immagini tratte dalla pellicola.
La storia di Renzo e Lucia viene riproposta sul grande schermo accresciuta dalla sentita interpretazione degli attori Domenico Serra e Emilia Vidali, che ne esprimono al meglio gli umori e i sentimenti grazie ad una sapiente prova attoriale ricca di finezze psicologiche. I costumi, le tavole artistiche di Camillo Innocenti, la regia di Bonnard, moderna e di forte impatto visivo, l’imponente scenografia e i mirabili esterni fanno dell’edizione del 1922 uno degli ultimi kolossal del cinema muto italiano.
Il progetto di restauro dell’edizione muta del 1922 a cura di Fondazione Cineteca Italiana, si è avvalso della collaborazione della Fondazione Csc – Cineteca Nazionale di Roma, dello Svenska Filminstitutet di Stoccolma e del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
La Cineteca di Milano conservava nei suoi scaffali l’unica copia del film: il negativo camera del film, ossia il primo esemplare, l’unico e il più pregiato, da cui si ricavavano le copie per la distribuzione. In questa copia muta la recitazione, viva e ben costruita, di attori di teatro, caratterizzava felicemente i personaggi. Questa copia però non possedeva didascalie.
Successivamente, alla fine dell’epoca del muto, nel 1934 il film venne sonorizzato e doppiato per essere nuovamente distribuito in sala: un caso raro, che dimostra il successo e la lunga vita del film.
Il restauro da parte della Cineteca durò 9 mesi, tempo nel quale venne ritrovata a Roma un’ulteriore copia, molto danneggiata, ma con le didascalie. E’ stato poi rintracciato anche un rullo a Stoccolma, che conteneva però solo i tagli di censura. Questo è stato utile per capire la politica censoria dell’epoca: più che sulle scene osé, ci si accaniva su quelle violente, come l’agonia di Don Rodrigo o le uccisioni dei Lanzichenecchi. Il restauro digitale presentato a Pordenone è l’edizione definitiva dell’opera, contenente proprio le didascalie della copia romana.
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10.10.2018
Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Pordenone
I PROMESSI SPOSI Mario Bonnard (IT 1922)
Partitura: Valter Sivilotti
Esecuzione dal vivo: Nuova orchestra da camera “Ferruccio Busoni”
Direttore: Massimo Belli
I promessi sposi (IT 1922) di Mario Bonnard, presentato nell’ambito dell’omaggio alla carriera dell’attore-regista, non è la prima ma senza dubbio la più importante trasposizione nel cinema muto del classico manzoniano, di cui coglie perfettamente la vivida natura dei personaggi. Recentemente restaurato dalla Cineteca Italiana di Milano, è presentato a Pordenone con la nuova partitura – una prima assoluta – del noto compositore Valter Sivilotti, eseguita dalla Nuova orchestra da camera “Ferruccio Busoni” diretta dal Maestro Massimo Belli.