Musica di GAETANO DONIZETTI
Elaborazione musicale e arrangiamento di Alexander Krampe
(Universal Edition, Wien; rappr. per l’Italia Casa Ricordi, Milano)
Direttore PIETRO MIANITI
Regia GRISCHA ASAGAROFF
Scene e costumi LUIGI PEREGO
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Personaggi e interpreti
Nemorino Chuan Wang / Riccardo Della Sciucca / Kim Hun
Dulcamara Maharram Huseynov / Rocco Cavalluzzi
Adina Enkeleda Kamani / Francesca Manzo / Sara Rossini
Belcore Ramiro Maturana / Lasha Sesitashvili
Giannetta Francesca Vitale / Tsisana Giorgadze
Attore Stefano Guizzi
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Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti lirici del Teatro alla Scala
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Si ringraziano il Main Partner BMW, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Italmobiliare
Si ringrazia Giotto Colore Ufficiale per il programma di sala
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Prossime date:
Sabato 3 novembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Domenica 25 novembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Venerdì 28 dicembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Sabato 23 febbraio 2019 ~ ore 11 e ore 15
Sabato 9 marzo 2019 ~ ore 11 e ore 15
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Biglietti:
L’ingresso al prezzo di 1 € è riservato a bambini e ragazzi che nel giorno dello spettacolo abbiano un’età non superiore a 18 anni. I familiari o accompagnatori di età superiore ai 18 anni potranno acquistare il relativo biglietto in associazione con il biglietto del minore (€ 40 platea o palco, e da € 5 a € 20 galleria).
Non verranno rilasciati più di due biglietti a € 1 per ogni accompagnatore.
È necessario esibire il documento del minore al momento dell’accesso in sala.
Recite dedicate alle Scuole: biglietti di platea e palchi € 15, gallerie € 10.
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Biglietteria del Teatro alla Scala, Largo Ghiringhelli 1
(lun./sab. ore 10.30-18.00; dom. ore 12.00-18.00)
Infotel Scala 02 72 00 37 44
(tutti i giorni ore 12.00-18.00)
biglietteria@fondazionelascala.it
teatroallascala.ticketone.it
Le recite per l’Elisir d’amore per i bambini del 2019 andranno in vendita a partire dalle ore 9 del 30 novembre 2018 in biglietteria e dalle ore 9 del 1 dicembre online.
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Recite riservate alle scuole:
Lunedì 19 novembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 26 novembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 10 dicembre 2018 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 17 dicembre 2018 ~ ore 11
Giovedì 10 gennaio 2019 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 28 gennaio 2019 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 25 febbraio 2019 ~ ore 11 e ore 15
Lunedì 4 marzo 2019 ~ ore 11 e ore 15
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Informazioni:
Servizio Promozione Culturale
tel. 02 88792013 ~ fax 02 88792016
ipiccoliallopera@fondazionelascala.it
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Da sabato 3 novembre 2018 va in scena alla Scala L’elisir d’amore per i bambini, nuovo titolo del Progetto Grandi spettacoli per Piccoli. La grande richiesta ha spinto il Teatro a programmare 25 rappresentazioni (10 per le famiglie dal 3 novembre al 9 marzo e 15 per le scuole dal 19 novembre al 4 marzo). Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dal Sovrintendente Alexander Pereira, che rappresenta uno dei maggiori successi delle ultime stagioni scaligere: sono quasi 200.000 i bambini che, dal 2014, hanno assistito a grandi titoli del repertorio operistico realizzati in versioni appositamente adattate per loro e affidati all’orchestra e alle voci dei solisti dell’Accademia scaligera.
Firmato, come Il barbiere di Siviglia per i bambini, dal regista Grischa Asagaroff con scene e costumi di Luigi Perego, L’elisir d’amore va in scena per 29 recite (le prime hanno avuto luogo in luglio) fino al mese di marzo 2019, sotto la direzione musicale di Pietro Mianiti, che con l’Accademia vanta una collaborazione decennale particolarmente feconda. Asagaroff e Perego hanno concepito per questa produzione una scenografia allegra e originale che colloca la vicenda sul tram n. 1 che passa davanti al Teatro in Piazza della Scala.
Il nome di Donizetti va quindi ad aggiungersi ai nomi di Rossini e Mozart in quello che si può iniziare a considerare un nuovo originale catalogo di opere, che si è rivelato anche un’occasione per scoprire nuove voci cresciute in seno all’Accademia e ha confermato talenti emergenti della direzione d’orchestra come Maxime Pascal (che ha diretto nel 2014 il primo titolo del Progetto, La Cenerentola) o Michele Gamba (alla direzione de Il ratto dal serraglio nel 2016) che il Teatro ha scritturato anche per la Stagione 2018-2019 “dei grandi” affidandogli rispettivamente Quartett di Luca Francesconi con la regia di Alex Ollé e L’elisir d’amore con la regia dello stesso Grischa Asagaroff.
L’elisir d’amore, che impegna gran parte degli allievi del Dipartimento Musica della Scuola del Teatro – cantanti, orchestra e maestri collaboratori – registra anche il coinvolgimento di molti allievi del Dipartimento Palcoscenico-Laboratori. Gli scenografi hanno seguito in toto la realizzazione delle scene e i sarti teatrali hanno confezionato alcuni dei costumi dei personaggi in scena. Si è ripetuto così quel processo virtuoso che sottende alla metodologia didattica dell’Accademia: la possibilità per gli allievi di apprendere quotidianamente sul campo sotto la guida di grandi maestri capaci di farli crescere, trasmettendo loro le competenze necessarie ad affrontare la carriera professionale.
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LA STORIA
Adina legge la storia della regina Isotta e del suo filtro d’amore. Naturalmente non ci crede, e ne ride con gli amici. È una smorfiosetta, ma istruita. È amata da Nemorino, un sempliciotto. Adina conosce ogni astuzia femminile, mentre Nemorino è tutto sentimento. Il suo amore è sincero e disperato, anche perché Adina lo tormenta. Prima si fa corteggiare da Belcore, un sergente galante. Poi gli dichiara la sua capricciosa volubilità. Giunge in paese Dulcamara, un ciarlatano che approfitta della dabbenaggine altrui. Si dichiara distillatore di un farmaco che guarisce ogni male. Nemorino, che è un credulone, abbocca e gli chiede un filtro d’amore. Dulcamara, per uno zecchino, gli cede del vino di Bordeaux, ma lo avverte che “farà effetto” solo il giorno dopo (quando lui se ne sarà andato). Nemorino beve l’“elisir”, e la sua euforia infastidisce Adina, che, per ingelosirlo, accetta le profferte di Belcore. Lo sposerà quella sera stessa. Alla festa di fidanzamento di Adina e Belcore è presente anche Dulcamara. Nemorino, disperato, gli chiede un’altra dose di “elisir” che abbia efficacia immediata. Per poterlo pagare si arruola, dietro pagamento, nell’esercito di Belcore. Colpo di scena: uno zio di Nemorino è morto e gli ha lasciato una bella eredità. Le ragazze del villaggio iniziano a corteggiarlo perché è diventato un buon partito, e lui crede che sia effetto della seconda dose di elisir. Adina è sorpresa e Dulcamara le spiega la vicenda dell’acquisto del filtro d’amore. La giovane è commossa che Nemorino abbia venduto la libertà per amor suo. Ricompra da Belcore l’atto di arruolamento e confessa a Nemorino di amarlo. Questi riceve anche la notizia dell’eredità. Tutti credono che Adina abbia finalmente ceduto a Nemorino grazie all’elisir d’amore e lo comprano in quantità da Dulcamara mentre questi lascia il paese.
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LA VERSIONE PER BAMBINI DELL’ ELISIR D’AMORE
L’edizione per giovanissimi spettatori accorciata da Alexander Krampe, con le narrazioni in versi di Stefano Guizzi, conserva il patrimonio di melodie orecchiabili, ora brillanti ora malinconiche – come “Una furtiva lagrima” – per cui è conosciuto il capolavoro di Donizetti. Sono state eliminate molte ripetizioni, per non mettere alla prova la pazienza dei nuovi ascoltatori, tra i quali vi sarà qualche futuro appassionato d’opera. Sono però lasciati molti dei recitativi, perché i bambini si abituino anche a questa forma di canto. Il “Melodramma giocoso” viene pertanto offerto all’ascolto nella sua varietà, rispettosa dell’originale impianto narrativo, e non in una semplice selezione di arie. Anche se alcuni cori sono stati tagliati (mentre altri vengono intonati dal gruppo dei solisti), vi sono numerosi passi, con duetti e scene d’insieme, che abitueranno il pubblico infantile al vivace linguaggio polifonico dell’opera buffa.
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LA COMMEDIA ROMANTICA
Quanto fa bene l’ascolto dell’Elisir d’amore, opera istruttiva e divertente!
Sembra una storiella di buon senso, ma si basa su un libretto di Felice Romani di grande finezza intellettuale. La vicenda è derivata da Eugene Scribe. Siamo in pieno razionalismo francese: la ragione si fa burla delle superstizioni della gente. Solo uno sciocco può credere ai filtri d’amore. Infatti l’unico a crederci è, all’inizio, Nemorino, ma solo perché disperato per amore.
Per comprendere quanto sia attuale L’elisir d’amore di Donizetti, basta guardarsi intorno: su certi giornali e persino su alcune televisioni. L’abitudine di approfittare della buona fede altrui con la vendita di rimedi eccezionali è sempre di gran moda. E anche la promessa di conquistare la persona amata con la magia è un inganno crudele ancora praticato.
Quando Donizetti scrisse nel 1832 L’elisir d’amore, non sapeva di fare anche la parodia a un’opera che non era ancora stata composta, Tristano e Isotta, e che il suo autore, Richard Wagner, sarebbe divenuto un acerrimo nemico del suo stile.
Che opera è L’elisir d’amore? Donizetti la definì “opera comica”, ma potremmo anche chiamarla “commedia romantica”. È un’opera buffa, piena di allegria e umorismo, ma con tanto sentimento. In nessun’altra opera comica troviamo il patetismo di passi come “Adina credimi” e “Una furtiva lagrima”. La melodia sa descrivere i personaggi e distinguere i momenti cinici da quelli sentimentali, sa caratterizzare l’umorismo e il patetico.
Donizetti ha giocato sulla poetica dei contrasti e lo ha fatto con tecnica sopraffina.
L’elisir d’amore è una bella favola di campagna. L’onestà del sentimento ha la meglio sull’impostura. Adina riconosce la vera costanza di Nemorino e lo premia con il suo amore. O forse era solo venuta a sapere della sua improvvisa ricchezza? Il dubbio resta.
Certo è che la grazia femminile è più forte di qualunque elisir. E l’opera dà anche un consiglio alle ragazze da marito: in mancanza di meglio, sposate un insicuro, ma innamorato come Nemorino, piuttosto che uno spaccone pieno di sé come Belcore. Meglio uno sciocco devoto che un presuntuoso arrogante.
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PIETRO MIANITI
Ha studiato viola, composizione e direzione d’orchestra e dopo un’intensa attività di strumentista come Prima viola di importanti orchestre liriche e sinfoniche italiane ha debuttato come direttore d’orchestra nel 1998 nell’opera, in prima mondiale assoluta, Il Filo di Michele Dall’Ongaro per la regia di Daniele Abbado presso il Teatro Rendano di Cosenza. Ha fondato l’Italian Piano Quartet, con il quale si è esibito al Festival dei Due Mondi di Spoleto, al Lygon Arts Festival di Melbourne, alla Carnegie Hall di New York, alla Kleine Musikhalle di Amburgo, alla Filarmonica di San Pietroburgo e alla Dixon Gallery di Memphis. Dal 1999 al 2003 ha ricoperto, su invito di Luis Alva, il ruolo di direttore musicale dell’Associazione Prolirica del Perù, per la quale ha diretto Turandot, Tosca, Falstaff, Il barbiere di Siviglia, Aida, Rigoletto, la Messa di Gloria di Puccini, la Messa da Requiem di Verdi e la Nona Sinfonia di Beethoven al Teatro dell’Opera di Lima. Nel 2004 è stato consulente artistico del Teatro Massimo di Palermo, dove, nella stessa stagione, ha diretto Carmen. Nello stesso anno inizia la collaborazione con i teatri del Circuito regionale lombardo, dirigendo al Teatro Sociale di Como, al Teatro Fraschini di Pavia, al Teatro Grande di Brescia, al Teatro Donizetti di Bergamo e al Teatro Ponchielli di Cremona L’elisir d’amore (2004), I Capuleti e i Montecchi (2005), Madama Butterfly (2007), Turandot (2008), La traviata (2010). Ha debuttato al Teatro di San Carlo di Napoli nel 2009 in una nuova creazione di Amedeo Amodio; per lo stesso Teatro ha diretto l’anno dopo il concerto di Ute Lemper e, presso il Teatro Greco di Pompei, Tosca. Direttore dei Solisti Italiani nei concerti Euroradio al Quirinale, dal 2005 al 2011 è stato direttore musicale dell’Orchestra dell’Università di Roma Tre. Ospite di numerose stagioni sinfoniche italiane, ha diretto l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino nel Concerto di inaugurazione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia al Teatro Carignano di Torino, l’Orchestra della Svizzera Italiana in numerosi concerti sinfonici e nella Traviata del 2012, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, la Borusan Philharmonic Orchestra di Istanbul, i Virtuosi Italiani all’Arena di Verona per la prima edizione dell’Oscar della lirica.
Nel 2008 inizia la sua collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala, insegnando Esercitazioni orchestrali e Musica da camera nell’ambito del Corso di perfezionamento per professori d’orchestra. Con l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala ha sostenuto numerose tournée (Emirati Arabi, Russia e Austria) e concerti con programmi sinfonici e opere, come Il barbiere di Siviglia allestito a Kaliningrad (Russia) nel settembre 2013 con la regia di Damiano Michieletto, svolgendo inoltre il ruolo di direttore assistente per direttori come Yuri Temirkanov e Fabio Luisi.
Nel 2013 ha diretto Mefistofele al Teatro Regio di Parma e nel 2014 Il matrimonio segreto all’Opernhaus di Zurigo. Nel 2015 gli viene affidata la direzione musicale di Falstaff presso la Royal Opera House di Muscat (Oman) con i complessi dell’Accademia Teatro alla Scala, nella produzione del Teatro Regio di Parma diretta da Stephen Medcalf; nello stesso anno è sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala per L’elisir d’amore.
Fra il 2015 e il 2017 dirige ancora i giovani dell’Accademia scaligera nella Cenerentola per i bambini, nell’ambito del progetto “Grandi Spettacoli per Piccoli”. Nella stagione 2017-2018, oltre a Il barbiere di Siviglia per i bambini e L’elisir d’amore per i bambini nella sala del Piermarini, ha diretto nuovamente l’orchestra dell’Accademia a Singen in Germania.
È attualmente titolare della cattedra di viola presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
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Grischa Asagaroff
Nato a Siegen, ha studiato scienze teatrali, musicologia e storia dell’arte a Monaco di Baviera. Dal 1966 al 1969, durante la sovrintentenza di Rudolf Hartmann e poi di Günther Rennert, è stato direttore di scena e assistente alla regia alla Bayerische Staatsoper. Da Monaco è passato a Dortmund; in seguito, dal 1971 al 1979, ha lavorato con Grischa Barfuss alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf-Duisburg. Risale a quell’epoca l’inizio della sua stretta collaborazione con Jean-Pierre Ponnelle, il quale mette in scena con lui l’integrale delle opere buffe di Rossini. Da allora viene chiamato dai teatri di tutto il mondo per rimontare i celebri allestimenti di Ponnelle. Nel 1979 è diventato regista e direttore della produzione presso l’Opernstudio di Zurigo. Nel 1986 Claus Helmut Drese lo ha chiamato a collaborare con lui alla Staatsoper di Vienna, dove è poi diventato anche direttore della produzione artistica. Sotto la sovrintendenza di Alexander Pereira è ritornato a Zurigo in qualità di direttore della produzione artistica, firmando anche numerose regie, tra cui Il barbiere di Siviglia, Don Pasquale, I puritani, Ernani, Macbeth, Rigoletto, Fedora, L’elisir d’amore, Samson et Dalila, La sonnambula. Vanta numerosi allestimenti in importanti teatri di tutto il mondo: a Vienna (Maria Stuarda, Barbiere, Onegin), Torino (Turandot), Saarbrücken (Der Ring des Nibelungen), Dresda (Barbiere), Atene (Così fan tutte, Cavalleria rusticana, Carmen), Genova (Ernani), Napoli (L’amico Fritz), Lisbona (Tannhäuser), Londra (Don Pasquale), Tokyo (Carmen), e poi San Francisco (La Cenerentola), Chicago (Tosca, Simon Boccanegra, Otello, Die Frau ohne Schatten, Manon Lescaut), NewYork (L’italiana in Algeri) e Buenos Aires (Fedora, La bohème). Tra i suoi lavori più recenti, L’elisir d’amore alla Scala, Un ballo in maschera a Bucarest, Il barbiere di Siviglia a Dresda e La Cenerentola a Monte-Carlo. Dal maggio 2012 è direttore della produzione artistica al Festival di Salisburgo.
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Alexander Krampe
Nato a Graz (Austria), dal 1976 al 1979 frequenta il ginnasio musicale come corista del Coro delle voci bianche dei Regensburger Domspatzen. Prosegue gli studi al Conservatorio “Leopold Mozart” di Augsburg, iniziando a studiare il pianoforte con Radu Toescu. Dal 1986 al 1990 si perfeziona con Radu Toescu e Michael Endres. Dal 1990 è attivo come cantante jazz, esibendosi in particolare con Larry Porter, Horst Jankowski e Peter Tuscher. Nel 1991 entra a far parte della Bundesjazzorchester diretta da Peter Herbolzheimer. Dal 1996 al 1998 studia filosofia al Collegio di Filosofia dei Gesuiti di Monaco di Baviera. Nel 1998 debutta come arrangiatore adattando L’italiana in Algeri di Rossini per orchestra di fiati e celesta. Da allora ha arrangiato oltre 15.000 pagine di partitura: il suo catalogo comprende 32 opere, musica da camera, brani sinfonici, Lieder, arie e pezzi d’insieme, musica da film, arrangiamenti di brani jazz e pop.
La sua Cenerentola per i bambini è stata presentata nel 2014 al Festival di Salisburgo.
Nel 2003 Krampe ha fondato insieme a Christophe Gördes e Dominik Wilgenbus la Kammeroper München (di cui è direttore artistico): si tratta di un ensemble indipendente, senza sede fissa, che mette in scena almeno due nuove produzioni all’anno, con una piccola orchestra di 10-12 elementi, e ha l’obiettivo di valorizzare giovani cantanti, sviluppandone il talento musicale e la capacità di recitazione. Inoltre organizza eventi di musica classica e jazz alla Schrannenhalle di Monaco.
È attivo anche come compositore; la sua produzione comprende Lieder, musica da camera e orchestrale. Nel 2006 al Kärntner Landeskonservatorium è andata in scena la sua prima opera, Der Fatzke. Il barbiere di Siviglia è la quarta opera rappresentata alla Scala con il suo arrangiamento ed elaborata per il progetto Grandi Opere per Piccoli, dopo La Cenerentola, Il flauto magico e Il ratto dal serraglio.
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FONDAZIONE ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
L’Accademia Teatro alla Scala, oggi presieduta da Alexander Pereira e diretta da Luisa Vinci, è considerata fra le istituzioni più autorevoli per la formazione di tutte le figure professionali che operano nello spettacolo dal vivo: artistiche, tecniche e manageriali. La proposta didattica si articola in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) per una trentina di corsi frequentati ogni anno da oltre 1.400 allievi. Il percorso formativo affianca alle lezioni teoriche e pratiche in aula un’intensa attività “sul campo”, secondo la filosofia del learning by doing grazie a concerti, spettacoli, esposizioni, produzioni operistiche, non solo sul territorio nazionale. La docenza è affidata ai migliori professionisti del Teatro alla Scala e ai più qualificati esperti del settore.
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ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
L’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala è nata nell’ambito dei Corsi di perfezionamento finalizzati all’inserimento di giovani strumentisti nel mondo professionale. Attualmente è l’unica realtà che accompagni gli allievi alla futura carriera preparandoli su tutto il repertorio di un professore d’orchestra: sinfonico, operistico e di balletto. Sotto la guida di stimati musicisti e delle Prime Parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, il progetto formativo, nell’arco di un biennio, prevede lezioni individuali di strumento, musica da camera, sezioni d’orchestra ed esercitazioni orchestrali.
Intensa la collaborazione con il Teatro alla Scala, che non solo ospita annualmente l’orchestra per un titolo operistico inserito nel cartellone (Progetto Accademia), ma la impegna anche per alcune produzioni del Corpo di Ballo.
Fra le opere più recenti in scena alla Scala si annoverano Don Pasquale, La scala di seta, Il barbiere di Siviglia, Die Zauberflöte, Hänsel und Gretel e lo scorso settembre Alì Baba e i Quaranta ladroni di Cherubini, con la direzione di Paolo Carignani e la regia di Liliana Cavani.
L’Orchestra dell’Accademia si è esibita in prestigiosi teatri, società concertistiche e festival, non solo sul territorio nazionale.
Alla direzione si sono avvicendati artisti come Yuri Temirkanov, Zubin Mehta, Fabio Luisi, Ádám Fischer, Christoph Eschenbach, Marc Albrecht, Manfred Honeck, Roland Böer, Michele Mariotti, Gustavo Dudamel, Gianandrea Noseda, Stefano Ranzani, Ottavio Dantone, Giovanni Antonini, John Axelrod, Lorenzo Viotti, Susanna Mälkki, Pietro Mianiti, Daniele Rustioni, David Coleman, Mikhail Tatarnikov, e hanno collaborato solisti del calibro di Lang Lang, Herbie Hancock, Alexei Volodin, Simon Trpčeski, David Fray, Olga Kern, Alessandro Taverna.
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ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA
Fondata da Riccardo Muti nel 1997 sotto la direzione artistica di Leyla Gencer, l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici raccoglie l’eredità della scuola dei “Cadetti della Scala”, voluta da Arturo Toscanini nel 1950 per garantire la trasmissione della tradizione lirica italiana.
Grazie alla docenza di artisti e maestri come Luciana D’Intino (docente principale), Renato Bruson, Luciana Serra, Eva Mei, Umberto Finazzi, Vincenzo Scalera, James Vaughan, Marina Bianchi e Marco Gandini, l’Accademia prepara alla carriera professionale giovani cantanti dotati di una solida formazione vocale e musicale, affinandone in un percorso biennale le capacità tecniche e interpretative.
Le masterclass tenute nel corso degli anni da Luis Alva, Teresa Berganza, Enzo Dara, Juan Diego Flórez, Mirella Freni, Gregory Kunde, Christa Ludwig, Giorgio Merighi, Leo Nucci, Lubica Orgonasova, Ruggero Raimondi, Renata Scotto e Shirley Verrett hanno ulteriormente arricchito l’esperienza formativa.
Lo studio quotidiano s’intreccia costantemente con la partecipazione degli allievi alle produzioni in scena al Teatro alla Scala, accanto a interpreti, direttori d’orchestra e registi di fama assoluta.
Sin dalla prima edizione del corso ha rivestito una particolare importanza il “Progetto Accademia”, un titolo inserito nella stagione scaligera, interamente affidato agli allievi (per citare alcune delle opere allestite negli anni più recenti: Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, L’occasione fa il ladro, L’italiana in Algeri, Don Pasquale, La scala di seta, Il barbiere di Siviglia).
Dal 2016 il Teatro alla Scala ha voluto fortemente incentivare tale iniziativa, chiamando ogni anno un autorevole direttore e un grande regista a realizzare una nuova produzione, con l’obiettivo di favorire esperienze di altissimo livello professionale. La messa in scena di Die Zauberflöte di Mozart, affidata alla regia di Peter Stein sotto la direzione di Ádám Fischer, è stata la prima tappa di tale indirizzo. Nel 2017 è andato in scena Hänsel und Gretel di Humperdinck per la regia di Sven-Eric Bechtolf e la direzione musicale di Marc Albrecht. Nel 2018 Alì Baba e i 40 ladroni di Cherubini, in un allestimento firmato da Liliana Cavani e diretto da Paolo Carignani. Nella stagione 2018/19 andranno in scena il dittico Prima la musica e poi le parole di Salieri con la regia di Nicola Raab e Gianni Schicchi di Puccini con la regia di Woody Allen, sotto la direzione di Ádám Fischer, e Rigoletto diretto da Nello Santi nell’allestimento di Gilbert Deflo.
A tali impegni si affiancano un’intensa attività concertistica e la partecipazione a produzioni operistiche, in Italia e all’estero.
Inoltre, nella stagione 2014/15 il Teatro alla Scala ha inaugurato con la Cenerentola per bambini (per la direzione di Maxime Pascal e la regia di Ulrich Peter) tratta dall’opera di Rossini, “Grandi Spettacoli per Piccoli”, iniziativa destinata ad avvicinare il pubblico più giovane all’opera lirica attraverso la messa in scena di noti titoli del repertorio, affidati all’orchestra e alle voci dei solisti dell’Accademia, in versioni appositamente riviste e pensate per bambini in età scolare.
Nella stagione 2015/16 è andato in scena Il flauto magico diretto da Min Chung e Paolo Spadaro, per la regia di Ulrich Peter, nel 2016/17 Il ratto dal serraglio firmato da Johannes Schmid per la direzione di Michele Gamba e nella stagione 2017/18 Il barbiere di Siviglia e L’elisir d’amore, entrambi diretti da Pietro Mianiti in allestimenti firmati da Grischa Asagaroff.
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CORSO DI PERFEZIONAMENTO PER MAESTRI COLLABORATORI DI SALA E DI PALCOSCENICO
Il corso di perfezionamento per maestri collaboratori di sala e di palcoscenico nasce nel 1994 con l’obiettivo di formare professionisti in grado di svolgere le diverse specializzazioni in cui si articola la figura del maestro collaboratore, fondamentale per la preparazione e realizzazione di uno spettacolo d’opera e di balletto: pianista di sala, vocal coach, maestro di palcoscenico, suggeritore, direttore della banda di palcoscenico, pianista accompagnatore del coro e alla danza.
Il percorso didattico, sotto la guida di docenti come Enza Ferrari, Umberto Finazzi, Alberto Malazzi, Dante Mazzola, Vincenzo Scalera e James Vaughan, consente di perfezionarsi dal punto di vista tecnico, stilistico e interpretativo, approfondendo la conoscenza del repertorio vocale (da quello operistico a quello sacro, da quello cameristico a quello sinfonico-corale) e del repertorio coreutico.
Gli allievi svolgono un’intensa attività pratica grazie al coinvolgimento costante nei numerosi progetti artistici del Dipartimento Musica dell’Accademia e seguono gran parte del percorso di prove delle opere della stagione lirica e concertistica del Teatro alla Scala.
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CORSO PER SCENOGRAFO DI TEATRO
Il Corso di specializzazione per scenografo di teatro viene ideato negli anni ‘70 da Tito Varisco, all’epoca direttore degli allestimenti scenici del Teatro alla Scala, per preparare professionisti in grado di realizzare le scene di spettacoli d’opera e balletto. I laboratori scaligeri di scenografia, sede principale del corso, rappresentano il luogo ideale ove realizzare l’esperienza formativa: le maestranze del Teatro alla Scala rinnovano l’antica tradizione della bottega rinascimentale facendo partecipare attivamente gli allievi al processo di produzione, consentendo loro di sperimentare in prima persona all’interno dei differenti laboratori tutte le fasi che portano alla realizzazione di un allestimento scenico. I docenti principali sono Venanzio Alberti, Enrico Calza, Stefania Cavallin, Flavio Erbetta, Emanuela Finardi, Clara Sarti. Il corso, biennale, alterna attività d’aula, lezioni pratiche e stage, svolti presso il Teatro alla Scala ed enti operanti nel campo dello spettacolo. Progetti scenografici ideati e realizzati dagli allievi nell’ambito di iniziative speciali completano ed arricchiscono l’iter formativo.
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CORSO PER SARTI DELLO SPETTACOLO
Il Corso per sarti dello spettacolo si avvale del coordinamento tecnico di Cinzia Rosselli, responsabile del Laboratorio di Sartoria del Teatro alla Scala, e prepara professionisti in grado di curare la realizzazione dei costumi di scena, dalla fase di preparazione e confezione a quella di manutenzione e conservazione. Distribuito nell’arco di un anno, il corso alterna lezioni d’aula, esercitazioni pratiche e stage. Il piano didattico consente di seguire l’intero processo di produzione del costume teatrale, attraverso un approfondito percorso parallelo fra teoria e pratica: per ciascun periodo storico, analizzato su base teorica, segue lo studio della tecnica, con la realizzazione pratica.
Oltre alle numerose occasioni di sperimentare sul campo le competenze acquisite, è previsto un progetto di gruppo, che comporta la realizzazione di costumi destinati ad esposizioni o all’utilizzo in spettacoli.
L’esperienza di stage si svolge presso importanti laboratori sartoriali in Italia e all’estero e negli spazi del Teatro alla Scala, in affiancamento ai professionisti del Reparto Sartoria.