Sabato 27 ottobre ore 21.00 ANNI LUCE focus dedicato al nuovo teatro italiano |Chiara Bersani| GentleUnicorn – | Da 8 a 15 euro | Mattatoio Testaccio |
«Io, Chiara Bersani, alta 98cm, mi autoproclamo carne, muscoli e ossa dell’Unicorno. Non conoscendo il suo cuore proverò a dargli il mio respiro, i miei occhi. Di lui raccoglierò l’immagine, ne farò un costume destinato a diventare prima armatura poi pelle. Nel dialogo tra la mia forma che agisce e la sua che veste, scopriremo i nostri movimenti, i baci, i saluti, gli sbadigli».
Sono queste le parole con le quali l’artista Chiara Bersani, attiva sia nell’ambito delle arti visive che in quello della performing art, presenta il suo Gentle Unicorn. Per la prima volta interprete e creatrice, già attiva, tra gli altri, negli spettacoli di Alessandro Sciarroni, Babilonia Teatri, Jérôme Bel e Marco D’Agostin, l’artista affronta la figura mitologica dell’unicorno, oggi parte dell’iconografia pop, individuandone il graduale mutamento nel corso dei secoli.
Gentle Unicorn va alla riscoperta dei torti subiti da questo animale immaginario per restituirgli una storia e un corpo. Eccolo apparire in un barlume di magia e speranza, forse un’ultima volta, forse per sempre, incarnato nel corpo e nell’essere della stessa Bersani.
Domenica 28 ANNI LUCE focus dedicato al nuovo teatro italiano | Liv Ferracchiati • The Baby Walk | Trilogia sull’identità |Ore 16 Peter Pan guarda sotto le gonne | Ore 18 Stabat Mater | Ore 20 Un eschimese in Amazzonia | Singolo da 8 a 15 euro – Trilogia 24 euro | Mattatoio Testaccio |
Dopo il diploma in regia alla Scuola Paolo Grassi di Milano, Liv Ferracchiati ha conquistato l’attenzione nazionale attraverso una trilogia interamente dedicata alla ricerca sull’identità di genere creata con la sua compagnia The Baby Walk. Il progetto, nei suoi tre capitoli pone sotto lo sguardo dello spettatore le storie, i sentimenti, le vite di personaggi diversi alle prese con la propria natura.
«Trattare il tema dell’identità di genere significa interrogare la nostra natura di esseri umani sollevando interrogativi universali e culturali» afferma Liv. I tre capitoli corrispondono a tre differenti proposte di linguaggio: se con Peter Pan guarda sotto le gonne Liv racconta la condizione di chi, nato in un corpo femminile, fin dall’infanzia sente di essere altro ma non possiede ancora le parole per dare forma alla percezione di sé, Stabat Mater (Premio Hystrio Nuove Scritture di Scena 2017) trasforma proprio le parole in uno strumento per affermare un’identità e racconta la storia di un trentenne scrittore che vive al maschile in un corpo dalle sembianze femminili.
Il linguaggio, infine, nell’ultimo capitolo della trilogia Un Eschimese in Amazzonia (Premio Scenario 2017), diviene metafora della fragilità delle forme che scegliamo per noi stessi e dell’impossibilità di raccontarle pienamente agli altri.
Sabato 27 e domenica 28|ottobre MARIO MARTONE – RAFFAELE DI FLORIO – ANNA REDI| Tango Glaciale reloaded |Teatro Vascello |Ore 21 – domenica 28 ore 17| da 22 a 30 euro | Mattatoio Testaccio | POST IT venerdì 26 ore 22 con Mario Martone e Gianfranco Capitta
Il Romaeuropa Festival 2018 prosegue nel segno del grande teatro italiano: fino al 28 Ottobre al Teatro Vascello Tango Glaciale Reloaded (1982 à2018), riallestimento a cura di Raffaele Di Florio e Anna Redi, dello spettacolo manifesto del maestro Mario Martone.
Lo spettacolo (che dopo le date del Ref18 sarà in scena al Teatro Cavellerizza di Reggio Emilia dal 15 al 18 novembre) rinasce in seno al progetto Ric.Ci(Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni Ottanta-Novanta), curato da Marinella Guatterini e prodotto da Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini e Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, che punta a dare risalto e dunque a (ri)mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino agli inizi dei Novanta. Al suo debutto il 27 gennaio del 1982 al Teatro Nuovo di Napoli, infatti, Tango Glaciale rappresentò uno dei primissimi esempi di dialogo tra teatro e danza, ma anche tra scena, video, cartoons e musica. Dopo le neoavanguardie degli anni Settanta, grazie a compagnie come Falso Movimento diretto da Mario Martone (ma si pensi anche a Gaia Scienza e Magazzini Criminali), gli anni Ottanta ripartirono all’insegna di una ‘nuova spettacolarità’, tra teatro e danza, musica rock, estetiche pop e riferimenti colti
«Lavoravo in un contesto artistico in cui le frontiere tra i linguaggi venivano abbattute, quindi era del tutto naturale immaginare un teatro che non derivasse dalla messa in scena di un testo e che non ponesse al centro dell’azione la parola. Un teatro che fosse, invece, composto di segni diversi, che nascesse da un lavoro sull’immagine, sull’uso dello spazio e sulla definizione del corpo nello spazio. Il nostro non era un lavoro coreografico, poiché io non sono mai stato un coreografo ma sempre un regista, e per Tango Glaciale ho lavorato con attori e non con danzatori. Ma, per me, il gesto era centrale, più importante ancora della parola: gli attori scelti utilizzavano il movimento come parte essenziale della propria espressività. Così nasceva un dialogo tra teatro e danza, tanto quanto tra teatro e cinema, video e pittura, arti visive etc» afferma Martone.
All’epoca interpretato da Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Miglietta, tutti e tre membri della compagnia Falso Movimento, lo spettacolo rivive a distanza di quarant’anni con una nuova generazione di giovani attori (in scena Jozef Gjura, Giulia Odetto e Filippo Porro) facenti parte di una generazione nata e cresciuta dopo il 1982. «Per Tango Glaciale non m’interessava costruire un percorso nostalgico e/o documentaristico. Volevo capire se esistesse, nel cuore dello spettacolo, una funzione vitale che potesse riguardare anche una generazione contemporanea. Per questo ho scelto tre giovanissimi attori e chiamato questo riallestimento “reloaded”: lo spettacolo è stato “ricaricato” affinché potesse essere qualcosa di vivo oggi» afferma a tal proposito Mario Martone e continua «allo stesso modoho voluto che fossero Raffaele e Anna a riprenderlo perché non volevo farlo io con le mie mani (…)Naturalmente, ho condotto e supervisionato tutto il lavoro, quindi sono stato presente, però non materialmente nelle prove quotidiane; non volevo. Quando ho visto la prima filata è stata una grande emozione, è stato come essere scaraventati in una macchina del tempo».
Tango Glaciale Reloaded (1982 —> 2018) non rappresenta solo l’occasione per cogliere l’importanza e la bellezza dello spettacolo originale e della sua epoca, ma anche un modo per rintracciare la connessione tra linguaggi e sentimenti sociali differenti e mettere a confronto due generazioni separate da quarant’anni di storia e cambiamenti. «Tango Glacialediviene un dispositivo da rivivere, sia da parte degli attori che degli spettatori. Un ragazzo di oggi vive in rapporto a un immaginario digitale che, quando lo spettacolo è nato, era impensabile. Di conseguenza, reagisce in maniera completamente diversa alla sua costruzione dinamica. Ma credo che proprio questo sia ciò che permetta di far percepire una pulsione vitale in questo riallestimento».
MARIO MARTONE – RAFFAELE DI FLORIO – ANNA REDI
Tango Glaciale Reloaded (1982 –> 2018)
in coproduzione con Fondazione Ravenna Manifestazioni
con il sostegno di Torinodanza festival | Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi”
Giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 novembre | MOTUS •LA MAMA |Panorama |Teatro Vascello |h. 21 – giovedì 1 h. 17 | da € 19 a 52
Ultima produzione di Motus, la compagnia fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, PANORAMA è un’indagine incentrata sul movimento dei popoli e una ricerca sul concetto d’identità post-nazionalista. Nato in stretta collaborazione con la Great Jones Repertory Company de La MaMa, il mitico teatro dell’East Village newyorkese fondato da Ellen Stewart, lo spettacolo parte dalla storia dei singoli membri del celebre gruppo interetnico americano per dare vita a un’unica biografia plurale e visionaria.
Con il supporto del drammaturgo Erik Ehn – e un elaborato dispositivo visuale sviluppato al Seoul Institute of the Arts – Motus delinea nuovi panorami esistenziali, dove il nomadismo diventa una proprietà intrinseca dell’esistere (e dell’essere artista), mettendo a dura prova ogni tentativo di fissare irrevocabilmente persone, nazionalità, etnie, professioni in categorie gerarchiche e immutabili.
Da Seoul a la Repubblica Domenicana, dalla Cina al Vietnam passando per la Turchia; PANORAMA è una caleidoscopica performance sull’umano diritto all’essere in movimento, sul nomadismo culturale, sulle espressioni artistiche da esso generate.
Venerdì 2, sabato 3 domenica 4 novembre | JOHN ADAMS • ORCHESTRA E CORO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA |The Gospel according to the other Mary|venerdì 2 h 20:30 – sabato 3 h 18 – domenica 4 h 18 | da € 19 a 52 | Sala Santa Cecilia |Auditorium Parco della Musica
The Gospel according to the other Mary
2-4 novembre | Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia
venerdì 2 ore 20.30 – sabato 3 e domenica 4 ore 18
Con The Gospel according to the other Mary (finalista nel 2014 del premio Pulitzer per la musica), John Adams affronta il tema della Passione di Cristo. Questa storia, pilastro della cultura occidentale, tramandata per millenni in tutto il mondo, è affrontata dal compositore americano, tra i più conosciuti e apprezzati, focalizzando l’attenzione su Maria Maddalena, sua sorella Marta e Lazzaro.
Gesù è sullo sfondo, citato nei dialoghi dei protagonisti che a seguito del suo incontro hanno visto cambiare la propria esistenza. Realizzato grazie all’eccezionale collaborazione di Peter Sellars, il libretto si muove tra testi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento, dalla Bibbia, ma anche da autori come Rosario Castellanos, Rubén Darìo, Dorothy Day, Louise Erdrich, Hildegard von Bingen, June Jordan e Primo Levi, per indicare nuove prospettive e possibilità di lettura.
Eseguita per la prima volta in Italia con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, The Gospel according to the other Mary è un’opera epica e magnificente, riassunto di tutto il percorso di un compositore la cui creatività sembra non avere limiti.
Sabato 3 novembre | EDISON STUDIO • SIAE • CINETECA DI BOLOGNA | Sounds of Silences | Mattatoio | h 18 | € 5
Giunto con successo alla sua terza edizione, il Concorso Internazionale di Composizione Musicale per le Immagini Sounds of Silences termina con questa serata finale in cui verranno proiettati 4 mediometraggi di Charlie Chaplin tra i più affascinanti, restaurati recentemente dalla Cineteca di Bologna, insieme alla prima esecuzione delle 4 colonne sonore realizzate appositamente dai finalisti per il concorso.
La giuria internazionale sarà composta da Monique Veaute (presidente di Romaeuropa Festival), Valentino Catricalà (Media Art Festival), Carlo Crivelli (compositore), Alvin Curran (compositore), Ivo Nilsson (compositore) e Andrea Ravagnan (Cineteca di Bologna) premierà i vincitori del concorso al termine delle proiezioni.
Il Concorso Sounds of Silences è organizzato dal collettivo Edison Studio, con il supporto della Società Italiana degli Autori e Editori al progetto SIAE – Classici di Oggi e con la collaborazione di Cineteca di Bologna e Romaeuropa Festival 2018. Al termine delle proiezioni la giuria proclamerà i vincitori del Concorso.
Contatti Biglietteria: 06 45553050