STORIA DI UN’AMICIZIA
Il celebre romanzo di Elena Ferrante “L’amica geniale” arriva sulle scene grazie alla compagnia Fanny&Alexander, che si può considerare parte integrante della storia del teatro di ricerca italiano degli ultimi decenni, per la prima volta in assoluto ospite sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti. Lo spettacolo, diviso in tre capitoli (Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta), si basa sulla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Sullo sfondo la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il rapporto tra le biografie delle due donne con la storia particolare della loro amicizia e la Storia di un Paese travagliato dalle sue metamorfosi si intreccia in una sorta di agone narrativo che procede per squarci subitanei ed epifanie improvvise attraverso il racconto delle due protagoniste. Nel romanzo in quattro parti della Ferrante, Un’amicizia era il titolo del libro che raccontava, a posteriori, la vicenda del rapporto tra due donne; Storia di un’amicizia diviene qui, invece, il titolo del racconto, in forma di spettacolo, che Elena Greco (Chiara Lagani) compone a partire dalle vicende di una vita che la legano a Lina Cerullo (Fiorenza Menni), la sua amica geniale. Nel primo tempo, dedicato all’infanzia, le due amiche, bambine, gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Le due attrici si fanno fisicamente attraversare dal testo di Elena Ferrante, la storia è “detta” dai loro corpi e lascerà su di loro un’impronta indelebile fino a trasformarle in una strana doppia ibrida identità, che porta su di sé l’impronta della bambina, della donna e della bambola al contempo. Nel secondo tempo, diviso in due parti, succedono molte cose: Lila si sposa, acquistando un nuovo cognome che la separa irreparabilmente da una intera fase della sua vita. I signori del rione, i fratelli Solara, vogliono adoperare l’immagine di Lila in abito da sposa per realizzare un grande manifesto da appendere nel negozio di scarpe, un tempo Cerullo, ora Solara. Lila, nel disperato tentativo di riaffermare il proprio controllo su quell’immagine, e così sulla sua vita, accetta di esporla, ma solo a patto di poterla modificare. La seconda parte dello spettacolo inizia proprio con la storia di quest’immagine, che sarà spezzata, incisa, violentemente trasformata dalle amiche, divenendo uno strano, evocativo emblema della loro storia. La terza parte, infine, è dedicata alla maternità. Anche Elena, nel frattempo, si è sposata e ha avuto due figlie con Pietro Airota, un brillante compagno di Università. Si è allontanata dal rione per studiare e poi scrivere. Si è allontanata anche da Lila. Lila, dopo la fine del suo matrimonio, e dopo una burrascosa storia con Nino, l’antico amore di Elena, va a vivere con Enzo, compagno di scuola di un tempo. Quando Lila rimane incinta di Enzo, anche Elena è incinta, ma di Nino, ora suo amante. È forse questa maternità parallela che riattiva il legame, mai interrotto, tra le amiche. Le due bambine (Tina, la figlia di Lila, e Imma, la figlia di Elena) crescono insieme, specchio dell’amicizia tormentata delle madri. Finché un giorno, all’improvviso, Tina scompare. “Io penso di essere stata catturata da tutti questi strati, cioè da quello dell’elaborazione intellettuale e letterario più raffinato, a quello più basico, più animico, archetipico, anche semplice e stereotipato se vogliamo, per cui riesce a darti questa sensazione, di capitolo in capitolo, di dipendenza dal personaggio e dalla storia. E poi l’identificazione è l’altra grande questione che, secondo me, nei suoi quattro romanzi è attivissima. Chi non ha avuto un’amica geniale, potremmo dire? Le persone che si innamorano di questo libro sono quelle che riconoscono caratteristiche, a volte episodi, che li racconta traslati nella loro vita, e c’è un’identificazione fortissima, parossistica, cosa che è capitata anche a me. Leggendo questo libro pensavo alla mia amica geniale, che è Fiorenza Menni, e di lì è nata questa scintilla”. Chiara Lagani
Fanny & Alexander
La compagnia, nell’arco di venticinque anni di attività, ha realizzato oltre una settantina di eventi. Tra i suoi lavori si ricordano il ciclo dedicato al romanzo di Nabokov Ada o ardore, il progetto pluriennale dedicato a Il Mago di Oz (2007-2010) e l’affondo dedicato alla retorica pubblica con le serie dei Discorsi. Nel 2015 cura regia, allestimento e costumi dell’opera Die Zauberflöte – Il flauto magico di W.A. Mozart su commissione del Teatro Comunale di Bologna. Tra gli ultimi lavori To be or not to be Roger Bernat, spettacolo che anticipa il futuro progetto sull’Amleto. Fanny & Alexander ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui due premi Ubu.
tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante (Edizioni e/o)un progetto di Fanny & Alexanderideazione Chiara Lagani e Luigi De Angeliscon Chiara Lagani e Fiorenza Mennidrammaturgia Chiara Laganiregia, light design, spazio scenico Luigi De Angelissound design Tempo Reale/Damiano Meaccivideo Sara Fgaierricerca e allenamento coreografico Fiorenza Menniprogetto sonoro Luigi De Angelisvocals Emanuele Wiltsch Barberiopercussioni Cristiano De Fabritiissupervisione tecnica e cura del suono Vincenzo Scorzatecnico di palcoscenico Giovanni Cavalcolicostumi Chiara Lagani collezione Midinettefotografia e riprese video Alessandra Beltrame e Stefano P. Testapostproduzione Davide Minottisviluppo Super 8 Alessandra Beltrame presso Cinescattimateriali di archivio Associazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famigliae Bruno Belfioreorganizzazione e promozione Ilenia Carroneproduzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia/ Ravenna Festival/ E-productionin collaborazione con Ateliersi
ringraziamenti Lorenzo Gleijeses, Giorgia Sangineto, Sofia Di Leva, Andrea Argentieri
DuPREZZO
I, II e III settore
Intero > 23,50€ + prev.
Ridotto Over65/Under26 > 15€ + prev.
IV settore
Intero > 18€
Ridotto Over65/Under26 > 15€ + prev.
Convenzioni* > 18€ + prev.
* le convenzioni sono valide tutti i giorni, esclusi venerdì e sabato.
rata: 3h30′ (compresi due intervalli)