Distribuito sulla piattaforma Netflix e selezionato come film d’apertura nella sezione “Orizzonti” alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Regia di Alessio Cremonini con Stefano Cucchi interpretato da Alessandro Borghi, già famoso per “Suburra-La serie” e “Napoli velata” e la sorella è Jasmine Trinca, vincitrice di un David di Donatello per “Fortunata” e quattro Nastri d’Argento per “La meglio gioventù”, “La stanza del figlio”, “Un giorno devi andare” e “Fortunata”.
Documenta l’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, secondo ciò che credono i genitori e la sorella di Stefano.
Giovane geometra di Roma che la sera del 15 ottobre 2009 viene fermato dai carabinieri perché pensano abbia scambiato droga con un altro ragazzo. Viene perquisito e trovato con Hashish, cocaina e una pasticca per l’epilessia, di cui soffre. Trasportato in caserma è sottoposto a interrogatorio e viene accusato di spaccio. Il giorno dopo viene processato e si discolpa da ogni accusa di spaccio, sostenendo che la droga fosse solo per uso personale. Arrivato in tribunale si nota subito che Stefano ha problemi a camminare e presenta degli ematomi sul viso. La giudice stabilisce che deve rimanere in custodia cautelare e viene trasferito nel carcere di Regina Coeli. Dopo il processo le condizioni di Stefano peggiorano, fino ad arrivare al dramma della morte dopo pochi giorni.
Il caso di Stefano Cucchi è un caso irrisolto ancora dopo 9 anni per la troppa omertà dei carabinieri che non sono degni di indossare la divisa.
Alessandro Borghi interpreta magistralmente Stefano Cucchi e ci fa cadere nell’oblio insieme a lui. Film che andava fatto per far mantenere vivo il ricordo di Stefano e la voglia di avere giustizia, sia per la vittima che per la famiglia, che da 9 anni è colma di dolore.