Un palpitante affresco del teatro elisabettiano dove la vita e la finzione si sovrappongono magnificamente in una storia d’amore fra equivoci e coltissime citazioni che racconta la genesi di Romeo e Giulietta: tutto questo è Shakespeare in Love, adattamento teatrale del pluripremiato film (7 Oscar) diretto da John Madden, interpretato da interpretato da Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes che arriva al Teatro Brancaccio di Roma dal 24 ottobre (ore 21), forte del successo di questa estate all’Arena di Verona.
La versione italiana dell’adattamento londinese di Lee Hall tratto dalla sceneggiatura di Tom Stoppard e Marc Norman, è coraggiosamente prodotta da Alessandro Longobardi (per Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni) che ha coraggiosamente creduto in una compagnia di giovani e si affida alla traduzione italiana di Edoardo Erba, uno dei drammaturghi più importanti della scena italiana: impegnati nella regia di un spettacolo importante con un numeroso cast, 19 attori per 32 personaggi, Giampiero Solari e Bruno Fornasari che si confrontano inevitabilmente con un film impresso nella memoria collettiva.
“Uno dei primi dei primi problemi è stato quello di toccare un film importante, inizialmente sono stato spaventato dalla scrittura intelligente, ma fortemente cinematografica del testo e il problema era quello di trovare il nesso fra racconto e teatro – ammette Solari – La bellezza della sfida era proprio di realizzare l’adattamento in teatro per una storia che nasce in teatro e si sviluppa in teatro dove prove diventano la vita stessa e nella vita si pensa di far parte delle prove”.
La scena, evocativa, è di Patrizia Bocconi, i numerosi costumi d’epoca, bellissimi, di Erika Carretta che ha mantenuto la coralità anche all’interno della diversità sociale dei personaggi mantenendo intatta la forma del teatro e della moda elisabettiana, ma giocando sulla libertà dei materiale e dei tessuti. Sul palco si muove invece una nutrita compagnia di giovani attori, ben 19 per 32 personaggi che regala il senso intatto della coralità, che trasmette energia.
“Gli attori danzano, cantano, danno di spada, in un gioco di teatro nel teatro, ma senza il senso calligrafico – sottolinea il co- regista Bruno Fornasari – abbiamo cercato un cast adeguato adatto per il ruolo e non un nome che richiamasse il pubblico selezionando gli attori tramite un workshop e non attraverso le consuete audizioni”.
Nelle vesti dei due protagonisti, la figlia d’arte Lucia Lavia che interpreta con freschezza il ruolo della nobildonna Lady Viola De Lessep e Marco De Gaudio nel ruolo di un tormentato e giovane Will Shakespeare.
Una sfida per la giovane attrice che ammette di essere “molto legata a questo personaggio che trovo commovente per raccontare la storia di una giovane donna che è pronta a tutto, una rivoluzionaria per amore del teatro”, una bella opportunità per il giovane attore che per costruire il suo Shakespeare ha evitato di imitare il film seguendo “le indicazioni del regista per creare qualcosa di inedito e offrendo una figura umanizzata del grande drammaturgo”.
L’adattamento teatrale di Lee Hall viene tradotto da Edoardo Erba per cui esiste “un rapporto strettissimo fra il testo e tutta l’opera di Shakespeare in un innesto fantastico che nasce grazie Tom Stoppard, uno dei più grandi drammaturghi contemporanei”. Una traduzione quelle di Erba, che mantiene intatta la musicalità del teatro e la velocità di scrittura, che riesce a mantenere intatte le ricchissime citazioni cogliendo e recuperando il linguaggio raffinato di Stoppard all’insegna dell’universo di Shakespeare.
“Citazioni che non sono indispensabili, ma sono meravigliose” secondo Solari, e che arricchiscono una commedia ricca di rimandi e di equivoci che offre diversi livelli di personalità di scrittura mantenendo intatta una commedia degli equivoci, una romantica storia d’amore in uno spaccato del periodo elisabettiano.
“Uno spettacolo impegnativo che è stato realizzato con la massima cura e professionalità, ma senza voler sottolineare la cultura – ricorda Solari – non c’è mai la lezioncina di turno, è uno spettacolo che arriva al pubblico e che lascia uscire la storia d’amore. Il pubblico colto coglie i riferimenti e chi non li conosce, si diverte”.
In scena dal 24 ottobre al Teatro Brancaccio in Via Merulana 244, botteghino@teatrobrancaccio.it, biglietti da 28.50 euro, 06 80687231, info e dettagli su teatrobrancaccio.it.