Finale di stagione all’insegna di un doppio Mozart inedito al Teatro dell’Opera di Roma: se a concludere il cartellone 2017/2018 saranno Le nozze di Figaro, seconda opera della trilogia dell’amore secondo Graham Vick, dopo la pausa estiva il sipario del Costanzi si riapre dal 9 ottobre con Die Zauberflöte (Il flauto magico, otto recite fino al 17), ultimo capolavoro del genio di Salisburgo nel celebrato allestimento del Komische Oper di Berlino in prima nazionale, con la regia a quattro mani del visionario Barrie Kosky (australiano direttore dell’opera di Berlino) e di Suzanne Andrade, condirettore artistico della squadra londinese di “1927”.
Per la più massonica delle opere di Mozart, singspiel in due atti su libretto di Emanuel Schikander del 1791, i registi, sanno bene che devono confrontarsi con precedenti ingombranti, e pensano a una mescolanza inedita fra il mondo reale e il mondo fantastico che rivive in un film muto, realizzato in un sofisticato ed evocativo bianco e nero (con tocchi di colore come gli elefanti rosa) in perfetto stile Anni Venti che si arricchisce dell’estetica weimeriana delle bellissime animazioni bidimensionali animate ideate dal gruppo 1927, nato nel 2005 e formato dalla Andrade, scrittrice e performer e dall’illustratore Paul Barritt, al loro miracoloso primo approccio a Mozart.
Una fiaba surreale, fra il misterioso e il massonico, che si presta perfettamente a tante interpretazioni diverse, quella che racconta il percorso iniziatico di Tamino e Papageno alla ricerca spasmodica dell’amore che Kosky vede come ennesima conferma delle meraviglie dell’opera dove “le persone stanno vivendo, a livello inconscio, un ritorno a una forma arcaica di rito narrativo di cui abbiamo bisogno”.
Nato a Berlino nel 2012, il pluripremiato allestimento del Komische del Die Zauberflöte è diventato in breve tempo un successo internazionale, evidente l’omaggio all’espressionismo tedesco (ma non solo) che si fa spazio fra le citazioni fiabesche e cinematografiche dove Tamino diventa quasi un novello Buster Keaton, dove Monostato diventa il mitico Nosferaru di Murnau e Pamina l’inimitabile Louise Brooks, per altro già evocata da Kentridge nella sua Lulù.
Ma tutto il Flauto è impregnato dell’estetica del 1927, che ha già all’attivo anche altri spettacoli, come Golem (realizzato con il Salzburg Festival, Théâtre de la Ville Paris & Young Vic Theatre) o L’Enfant et les Sortileges di Ravel e la Petrushka di Stravinsky in un mix inedito di circo e animazione con la musica dal vivo.
L’originalissimo Die Zauberflöte del Komische Oper vive di contaminazioni artistiche, fiabesche e cinematografiche con le scene e i costumi di Esther Bialas, le luci di Diego Leetz, i video di Paul Barritt rivelandosi la chiave di lettura ideale e inedita per la più massonica e fantasiosa delle opere di Mozart, assente a Roma dal 2012 con l’ultimo sontuoso allestimento della Royal Opera House diretto da David McVicar.
Ci sarà anche da divertirsi per cogliere via via tutti i riferimenti cinematografici che arricchiscono l’opera che vedrà il ritorno sul podio romano alla guida del dell’Orchestra del Maestro Henrik Nánási, che aveva già offerto una convincente rilettura della Bohéme di qualche mese fa al Costanzi.
In scena anche il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, la Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma.
Nel ruolo di Pamina si alternano Amanda Forsythe e Kiandra Howarth (10, 12, 17), Tamino è interpretato da Juan Francisco Gatell e Giulio Pelligra (10, 12), La regina della notte avrà le voci di Christina Poulitsi (9, 11, 13, 16), Olga Pudova (10, 12, 14 ), Emma Posman (17), Gianluca Buratto e Antonio Di Matteo (10, 12, 14, 17) interpretano, Monostatos è Marcello Nardis. Papageno sarà interpretato da Alessio Arduini e Joan Martín-Royo (10, 12, 13, 17 ), Papagena è Julia Giebel. Consistente come sempre la presenza di artisti dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, con la Prima Dama di Louise Kwong, ka Seconda dama di Irida Dragoti, la Terza dama di Sara Rocchi, L’oratore di Andrii Ganchuk, il Primo armigero di Domingo Pellicola, il Secondo armigero di Timofei Baranov. L’allestimento del Komische Oper di Berlino, in lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese, va in scena in prima, martedì 9 ottobre (ore 20) e in replica mercoledì 10 (ore 20), giovedì 11 (ore 20), venerdì 12 (ore 20), sabato 13 (ore 18), domenica 14 (ore 16.30), martedì 16 (ore 20, nella recita che sarà registrata da Rai Radio3 e trasmessa in differita in data da definire) e mercoledì 17 (ore 20). Per informazioni: operaroma.it.