Who is the king – La serie
con Massimo Foschi, Marco Foschi, Annibale Pavone, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, Josafat Vagni, Laura Graziosi, Giulia Salvarani, Paolo Mazzarelli, Lino Musella
Drammaturgia e regia | Lino Musella, Paolo Mazzarelli
Luci | Pietro Sperduti
Scene | Paola Castrignanò
Costumi | Marta Genovese
Sound design e musiche originali | Luca Canciello
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Chi vincerà la sfida fra Enrico Percy, Conte di Northumberland, detto Hotspur ed Enrico, principe di Galles, figlio di re Enrico IV?
Con il più classico dei to be continued di stampo cinematografico, si conclude la prima parte della serie teatrale Who is the king, andata in scena al Teatro Franco Parenti per il mese di ottobre.
I cultori dei drammi shakespeariani o i più cinici spioni di spoiler troveranno facile risposta ma perché perdersi l’occasione di aspettare la seconda parte che completerà il percorso costruito da Lino Musella e Paolo Mazzarelli.
Scrivo soprattutto per i patiti di Game of Thrones, ancora in attesa della stagione finale, che così scopriranno come il mondo inventato da George R. R. Martin, tragga molta della sua linfa (creature sovrannaturali a parte) dai drammi del Bardo.
Dieci attori che entrano ed escono dalla tetralogia Enrieide (Riccardo II, Enrico IV parte I e II, Enrico V, Enrico VI parte I, II, III e Riccardo III) rispettosa dei versi ma pensata in chiave moderna a simboleggiare come l’universalità della narrazione possa essere trasportabile in ogni tempo.
In questo caso vale la trasformazione meta-teatrale in cui la dissoluzione del principe Enrico avviene nel backstage di un teatro fra i tecnici che lavorano alla stessa realizzazione dei drammi di Shakespeare.
Non inganni la durata complessiva dello spettacolo perché annoiarsi è semplicemente impossibile.
Sarà per la recitazione dell’intera compagnia capitanata dal veterano Massimo Foschi, la cui presenza scenica e recitazione è essa stessa teatro, o per la chimica con scene essenziali ma puntuali e sempre geometricamente caratterizzanti, ma la storia procede senza sbadigli, forse meglio di alcune messe in scena dei drammi di Shakespeare.
Di risalto, anche per il mio mondo d’origine, la figura di Sir Falstaff, Lino Musella, appesantito dal cuscino/pancia tipico del cinema, contaballe di professione e cavaliere del re per diletto (o per dileggio) che ben impersona quel nugolo di generi, dal comico alla tragedia, che lo contraddistinguono.
Di particolare sentimento le scene fra Massimo e Marco Foschi, padre e figlio nella vita reale e nella finzione, come re Enrico IV e il futuro re Enrico V.
Ops, spoiler!