Mettiamo immediatamente in chiaro un punto: questo è uno spettacolo bellissimo! L’autunno teatrale milanese sembra aver scoperto la forza di cast con attori giovanissimi e talentuosi. Quel piccolo gioiello teatrale che è Il giorno del mio compleanno, infatti, risveglia lo stesso entusiasmo di essere pubblico teatrale della Tragedia del Vendicatore di Donnellan.
…Ma, bando ai paragoni, veniamo a noi: bello e mai banale il testo di Luke Norris, una scrittura che come una lama entra nel linguaggio urbano contemporaneo, riuscendo per ritmo e secchezza ad elevarlo a lingua teatrale. Suggestiva la scena di Tommaso Ferraresi, spoglia e grigia come cemento, ma vibrante di una vitalità nascosta tutta da gustare. Splendido il cast di giovani attori che recitano come gli strumenti di un’orchestra, sostenendosi nel ritmo a vicenda, rispettando solitudini e silenzi dei personaggi, senza far mai dimenticare allo spettatore di essere in scena tutti insieme.
La storia: è il giorno del compleanno di Francesco, “Frankie”. 25 anni: un’età di bilanci e di cambiamenti. Ci sono periodi della vita in cui il giorno del proprio compleanno è pericolosissimo, perché lo si vive come uno spartiacque tra la vita che si è avuta sino all’accensione delle candeline, e la vita che si vorrebbe avere dal loro spegnimento in poi. E il festeggiato è lì: a fissare il fuoco, e non si decide a tirare fuori il respiro per spegnerla (quella dannata candelina!) e passare oltre…perché è difficile accettare di essere diversi da come si è vissuti fino a quel momento…perché è difficile cambiare di punto in bianco.
Intorno, gli amici di sempre: che non hanno più un nome, hanno il nomignolo che è stato loro appioppato nel momento in cui sono entrati a far parte di una stessa tribù. Gli amici che sanno quello che pensi, prima che tu lo dica (ma sarà poi vero?). Che ti incitano a soffiare sul fuoco e compiere l’anno: per andare avanti, per portare a termine progetti e intraprendere scelte di vita (il fidanzamento, il matrimonio…) che sono, forse, più volontà loro che tue. …Francesco, quando compie 25 anni, non spegne il fuoco, ci si butta dentro e affronta i suoi demoni e i suoi desideri. Prende di petto la vita. E la vita se lo riprende indietro.
Morte? Suicidio? Mah… gli amici che restano sono lì a contemplare il suo ricordo. A guardare con nostalgia all’adolescenza che con la morte di un amico se n’è andata per sempre anche per loro. Restano attoniti a guardare un mondo che è uguale al giorno prima, in cui erano ancora tutti insieme, eppure è completamente cambiato. Un po’ più vuoto. Un po’ più freddo. Un po’ più lento senza più lo scorrere del tempo scandito da orologi e cellulari. Adesso le candeline spettano a loro. Sono loro i festeggiati: che dovranno prendere decisioni importanti e non più farle prendere ad un altro. E, allora, cosa fanno?
…Non soffiano. Non vanno avanti. Aspettano il palloncino: un ultimo oggetto che sia Francesco da far volare. Perché, fino all’ultimo respiro (o atomo di elio) è sempre più facile chiedere agli latri di volare e non dispiegare le proprie ali.
Il giorno del mio compleanno è un lavoro bellissimo perché straordinariamente semplice: i personaggi pronunciano frasi che potrebbero benissimo essere nostre; si chiamano con nomignoli che sono quelli dei nostri amici. Hanno i nostri stessi vizi e i nostri stessi ritmi di vita. È messa in scena una quotidianità che spaventa per la banale profondità del malessere che nasconde. Che è un malessere diffuso. Da cui noi spettatori ci siamo appena presi una pausa per andare a teatro.
E, allora, eccola la catarsi; ecco perché questo spettacolo è bellissimo. Perché guardiamo l’insoddisfazione esistenziale negli occhi, con gli occhi di un altro. Viviamo le delusioni del protagonista, riversandogli addosso le nostre. E lo facciamo ridendo, per la leggerezza di racconto che ha questo testo. Planiamo nell’abisso delle nostre vite come delle piume, senza nemmeno accorgercene e, finito lo spettacolo, torniamo alla nostra esistenza un po’ più leggeri.
Decisi a spegnere le nostre candeline, tutte, quando toccherà a noi. Senza desideri da esprimere, perché adesso si ha un po’ più coraggio per far diventare ogni desiderio, realtà.
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IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO
di Luke Norris
Traduzione: Enrico Luttman
Scena: Tommaso Ferraresi
Aiuto regia: Elizabeth McCreton
Con: Giovanni Arezzo, Antonio Bandiera, Laurence Mazzoni, Federico Gariglio, Grazia Capraro, Luca Terracciano.
Regia: Silvio Peroni
Produzione Khora Teatro
in coproduzione con Compagnia Mauri Sturno