Al Teatro Carignano per soli due giorni, nell’ambito del Progetto Internazionale, che porta all’interno della programmazione del Teatro Stabile i migliori registi europei e mondiali, va in scena “La maladie de la mort”, spettacolo teatrale che corre sul filo della scena e della cinematografia. Adattando uno dei racconti più complessi e filosoficamente densi dell’acclamata scrittrice francese Marguerite Duras, la regista inglese Katie Mitchell realizza un progetto di mise en espace che punta l’obiettivo sul voyeurismo attuale per raccontare il fallimento dell’amore, l’impossibilità di coltivare e condividere con un altro essere umano il sentimento cardine delle relazioni interpersonali. La scena è una stanza d’hotel con lo stretto corridoio che dal ballatoio porta all’ascensore, mentre la finestra dà sul balcone prospicente il mare. Un uomo, un donna, due corpi che girano forsennati nelle pieghe di esistenze che nascondono misteri e sofferenze, disagi dell’anima. In alto un schermo di proiezione in cui è mostrato il cadavere dell’azione reale che si svolge in scena: una differenza ineluttabile tra il qui e ora dell’esser-ci dei corpi e il prodotto frutto di una direzione dello sguardo, che seziona e mostra solo particelle di senso e tracce di memorie miopi. Pellicola in bianco e nero, brandelli di scene girate in precedenza, un passato che srotola il legame con l’ora in un racconto smembrato, si uniscono alle scene riprese in tempo reale dal set costruito sul palco, assecondando il timeline della sceneggiatura. Un abilissimo intreccio di azione degli attori e un prodigioso meccanismo in cui i macchinisti, l’operatore, il fonico, la truccatrice e gli assistenti ricreano la sequenza cinematografica della narrazione. Un’idea registica implacabile che svela i trucchi della rappresentazione cercando di mostrare il fallimento dell’arte dal vivo, come il protagonista del racconto mostra l’impossibilità di amare. Una delicata dichiarazione d’amore per il teatro e per il cinema e per il dolce fallimento dei loro obiettivi, lasciando una finestra aperta per la via che può innescare uno spiraglio di luce: la narrazione evocativa incarnata dalla voce della bravissima Jasmine Trinca. Una messa in scena che corre sul filo del cinema e racconta tutta la frustrazione di coloro che cercano di raccontare e condividere il sentimento dell’amore.
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LA MALADIE DE LA MORT
da Marguerite Duras
adattamento Alice Birch
con Laetitia Dosch, Nick Fletcher
narratrice Jasmine Trinca
regia Katie Mitchell
regista associato Lily McLeish
regia video Grant Gee
scene e costumi Alex Eales
musiche Paul Clark
sound design Donato Wharton
video design Ingi Bekk
collaboration video design Ellie Thompson
luci Anthony Doran
C.I.C.T Théâtre des Bouffes du Nord / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale /
Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Emilia Romagna Teatro Fondazione / Fondazione Teatro Metastasio – Prato / Les Théâtres de la Ville de Luxembourg / Théâtre de la Ville – Paris / Le Théâtre de Liège / MC 2 Grenoble / Edinburgh International Festival / Barbican – London / Stadsschouwburg – Amsterdam / TANDEM scène nationale
in collaborazione con Mayhem
si ringrazia la Comédie-Française
Spettacolo programmato in collaborazione con La Francia in Scena. La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français, del Ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati