Si alza il sipario su “Terrestri 2018/19”, la nuova stagione del contemporaneo del Teatro Astra curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali e Regione Veneto. E l’apertura è affidata a una delle più talentuose protagoniste della nuova scena, che ha fatto della sperimentazione con il suo innovativo teatro di figura la cifra stilistica per affrontare una serie di tematiche accomunate dal fil rouge delle resistenze femminili. Si tratta di Marta Cuscunà (Premio Scenario per Ustica 2009, Premio Franco Enriquez 2013, due volte finalista ai Premi Ubu, nel 2010 e nel 2016) che porterà in scena in prima regionale il suo nuovissimo lavoro dal titolo “IL CANTO DELLA CADUTA”. L’appuntamento, primo dei tre in doppia replica presenti in cartellone, è per venerdì 16 e sabato 17 novembre (ore 21) al Teatro Astra, prima tappa, dopo il debutto del 25 ottobre scorso a Udine, di una tournée che porterà lo spettacolo nuovamente in Friuli, poi in Emilia Romagna, Piemonte, Trentino, Toscana e al Teatro São Luiz di Lisbona. Biglietti disponibili per la replica di sabato, ancora in vendita abbonamenti e carnet. Tutto esaurito per la replica di venerdì.
Sabato pomeriggio (ore 16.30) si terrà inoltre un incontro con gli spettatori (solo per abbonati, su iscrizione) nell’ambito di Astraclub, il nuovo percorso che accompagnerà il cartellone di “Terrestri 2018 2019”. I due giorni di spettacolo e approfondimento saranno realizzati con il supporto di ALDA, l’Associazione Europea per la Democrazia Locale, con un co-finanziamento del programma Europeo “Europa per i cittadini”.
“IL CANTO DELLA CADUTA” si ispira al mito di Fanes, un’antica tradizione dei Ladini, piccola minoranza linguistica delle valli centrali delle Dolomiti, non lontano dai luoghi della giovane autrice e attrice friuliana, adottata artisticamente dal centro di produzione Centrale Fies di Dro nelle valli trentine. Il mito racconta di un tempo remoto quando ebbe fine il regno pacifico delle donne e iniziò di una nuova epoca caratterizzata dal predominio maschile della spada. È il canto nero della caduta nell’orrore della guerra. Secondo la leggenda i pochi superstiti, ancora oggi nascosti nelle viscere della montagna in attesa che ritorni il tempo promesso, l’epoca dell’oro e della pace, sono bambini: a loro è affidata la rinascita dell’intero popolo perduto.
“La loro infanzia rimane sospesa, incastrata nel tempo – spiega Marta Cuscunà -. Devono nascondersi, altrimenti potrebbero essere uccisi: la guerra non risparmia nessuno, nemmeno loro. Li ho immaginati nascosti sotto teste di topo, come i bambini disegnati da Herakut, il duo tedesco di streetartists che ha lavorato in diversi campi profughi e zone devastate dalle guerre. La scena è un campo di battaglia dove quello che resta degli eserciti diventa il banchetto dei corvi, che prendono le parti del coro descrivendo una guerra che non si vede e che viene restituita al pubblico dal punto di vista degli unici personaggi che ne traggono sempre vantaggio”.
Lo spettacolo si avvale di un complesso team di lavoro: in scena, i personaggi meccanici progettati e realizzati dalla scenografa Paola Villani sono movimentati attraverso tecnologie applicate in animatronica e componentistica industriale, in un sistema complesso di leve a cavo manovrato dalle mani di Marta Cuscunà attraverso dei joystick meccanici. Le video-installazioni sono di Andrea Pizzalis, figura poliedrica nel panorama della ricerca sulle arti performative; l’ambiente sonoro è stato creato dal sound designer e produttore Michele Braga, lighting design da Claudio “Poldo” Parrino mentre l’esecuzione dal vivo di luci, audio e video è diretta da Marco Rogante.
Fonti di pensiero e parole sono stati, per Marta Cuscunà, autori come Kläre French-Wieser; Carol Gilligan, Ulrike Kindle, Heinrich von Kleist, Christa Wolf e Giuliana Musso; e ancora, l’antropologa Riane Eisler e l’archeomitologa lituana Marija Gimbutas che nel saggio “Il linguaggio della Dea” ricostruisce un’Europa neolitica abitata da società prevalentemente egualitarie e pacifiche, in cui il rapporto fra generi era paritario e il femminile era centrale nella visione del sacro e nella struttura sociale.
“Ho conosciuto i testi di Riane Eisler e Marija Gimbutas grazie a Giuliana Musso – continua Marta Cuscunà – quando mi ha coinvolta come attrice nel suo progetto ‘La città ha fondamenta sopra un misfatto’ ispirato alla ‘Medea’ di Christa Wolf. Questo spettacolo prosegue idealmente il discorso femminista iniziato con la ‘Trilogia sulle resistenze femminili’ e raccoglie i fili che altre studiose ed artiste hanno tessuto prima di me. Un orizzonte di pensiero e parole che continua incessantemente a tramandarsi nonostante millenni di patriarcato. Lo spettacolo cerca nuove immagini per antichi problemi e attraverso il mito riporta alla luce il racconto perduto di come eravamo, di quell’alternativa sociale auspicabile per il futuro dell’umanità che viene presentata sempre come un’utopia irrealizzabile. E che invece, forse, è già esistita.”
——-
Abbonamenti ancora in vendita nelle due formule: completo (intero € 100, ridotto € 85, acquistabile anche on-line) e carnet a 5 spettacoli (intero € 65, ridotto € 55). Per gli studenti delle scuole superiori, disponibile l’Astra Card per 5 ingressi, utilizzabile anche da più persone per lo stesso spettacolo, al costo di € 25.
Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro, ridotto gruppi 10 euro (minimo 10 persone), ridotto speciale 8,50 euro per i corsisti delle scuole di teatro e danza della città.
Informazioni, prenotazioni e prevendite: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it, www.teatroastra.it.
A disposizione del pubblico il parcheggio del Circolo Tennis Palladio 98. Il parcheggio ha capienza limitata: si consiglia di arrivare in anticipo. Per altri parcheggi limitrofi, consultare il sito http://www.aimmobilita.it/it/mobilita/auto. Anche quest’anno, prima e dopo lo spettacolo sarà attivo l’angolo Equobar con i suoi prodotti di caffetteria, pasticceria e snack equosolidali, biologici e a km zero.