Il mondo della musica contemporanea guarda a Milano in occasione della prima assoluta di Fin de partie, l’attesa prima opera del grande decano della composizione György Kurtág, tratta dall’omonimo testo teatrale di Samuel Beckett. L’opera, frutto di anni di sforzi del Sovrintendente Alexander Pereira e coprodotta con l’Opera di Amsterdam, sarà in scena dal 15 novembre con la direzione di Markus Stenz, la regia di Pierre Audi e Frode Olsen, Leigh Melrose, Hillary Summers e Leonardo Cortellazzi nelle parti principali.
La prima rappresentazione sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3 e Euroradio/EBU e l’opera sarà ripresa dalle telecamere della Rai. Intorno alla prima il Festival Milano Musica diretto da Cecilia Balestra ha costruito un’edizione monografica che ha visto aumentare gli abbonamenti (+ 14%) e il pubblico (oltre 7000 presenze a poco più di metà Festival), mentre anche il Piccolo Teatro ha messo in scena nelle scorse settimane la pièce originale.
Alla prima di giovedì 15 novembre sono annunciati il Direttore Musicale del Teatro alla Scala Riccardo Chailly, compositori tra cui Salvatore Sciarrino e Fabio Vacchi (Michael Nyman verrà a una replica), i pianisti Maurizio Pollini, Andràs Schiff e Pierre-Laurent Aimard (nei giorni seguenti Alfred Brendel), Edward Beckett, nipote dello scrittore, e ancora rappresentanti dei teatri europei come Els van den Plas General Manager dell’Opera di Amsterdam che coproduce l’opera, András Almási–Tóth direttore dell’Opera di Budapest, Peter de Caluwe Direttore generale e Christophe Bezzone Direttore artistico de La Monnaie di Bruxelles, Christoph Lieben–Seutter Generalintendant dell’Elbphilharmonie di Amburgo e Christophe Bezzone, Directeur de la production artistique del Théâtre du Châtelet di Parigi.
Grande attenzione all’evento ha dedicato la stampa internazionale. Giornali come il New York Times, la Süddeutsche Zeitung e The Spectator hanno già dedicato approfondimenti alla prima assoluta, cui si sono accreditati quasi 100 giornalisti di testate di tutto il mondo tra i quali il New York Times, il New Yorker, la BBC, il Financial Times, The Guardian, The Observer, The Times Literary Supplement, Le Monde, El Pais, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Süddeutsche Zeitung, Die Zeit, Neue Zürcher Zeitung, i principali quotidiani olandesi e la televisione ungherese.
La musica del nostro tempo conferma così la sua vitalità e capacità di attrazione, dimostrandosi ancora una volta una componente essenziale del multiforme panorama culturale cittadino.