Sono 33 anni che Romaeuropa Festival propone spettacoli di altissima qualità. Si iniziò infatti a metà degli anni ottanta, sotto il nome “Festival di Villa Medici”, con una programmazione in larga parte di musica e danza, anche se qualcuno (ovviamente over 50) forse ricorderà le giornate all’Accademia di Francia con le videoinstallazioni delle migliori compagnie della post-avanguardia di allora, come lo Studio Azzurro, i Magazzini Criminali, la Solari-Vanzi, il gruppo di Mario Martone. Nei decenni il festival si è allungato nella durata, disseminato in punti diversi della città, arricchito di iniziative e suggestioni. Come la “Kids + Family”, dedicata agli spettacoli per bambini, che si presenta come una delle sezioni più innovative ed eccentriche dell’intera manifestazione.
“Il tempo siamo noi. Siamo memoria, siamo nostalgia, siamo questo spazio”. È con queste parole, recitate da una voce fuori campo, che si chiude “Meraviglia!”, lo spettacolo (realizzato appositamente per la rassegna) davvero bellissimo presentato dalla compagnia romana Ondadurto Teatro, nata nel 2005 e guidata da Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali, conosciuta nel panorama internazionale come una delle più interessanti nel campo del physical theatre e del circo contemporaneo. Meraviglia!, andato in scena dal 9 all’11 novembre al Mattatoio (piazza Orazio Giustiniani 4), è una riflessione sullo svolgersi delle stagioni e la capacità di lasciarsi sorprendere, il viaggio onirico di una ragazzina – accompagnata da una guida (che ricorda le figure silenti e fortemente emotive del teatro kabuki) – in un ciclo indefinito di incontri, attrazioni, esperienze fantastiche.
Lo spettacolo presenta un’architettura di immagini sorprendenti, tessute su una ricca partitura musicale (che spazia dalla rilettura della “Primavera” di Vivaldi per opera di Max Richter e Daniel Hope alla celebre “Blue Moon” di Billie Holiday, fino alla creazione di suoni provocati dal semplice sfregare di un coltello e una forchetta), piena di evocazioni che mettono al centro il corpo e la straordinaria capacità cinetica dei cinque performer. In scena compaiono uomini-nuvola e uomini-albero con enormi ventagli, giochi da spiaggia e schizzi d’acqua, danze sincopate e frenetici swing, quinte mobili che diventano schermi per proiezioni, acrobazie al trapezio e astronavi che volano al ritmo di valzer: tutto è bellezza, ricerca visiva, creazione di un alfabeto di macchinari, suoni, gesti e figure che, pur rivolgendosi in prima istanza a un pubblico di bambini (fa parte, infatti, della sezione “Kids + Family”), è in realtà è uno spettacolo da non perdere per tutti, grandi o piccoli che siamo.
Romaeuropa Festival prosegue fino al 25 novembre prossimo (il programma completo si può leggere in https://romaeuropa.net/festival-2018). Per i bambini fino a tre anni (sempre nello spazio del Mattatoio) ci sono “La Brouille” del Theàtre des Tarabates (dal 16 al 18) e “Splash!” di Officine K (dal 23 al 25), mentre quelli dai due ai quattro anni possono vedere “Glimpse” di Oorkaan (dal 14 al 15). I più grandi, a partire dai sei anni, possono scegliere tra “Berberio” di Letizia Renzini e Zonzo Compagnie (dal 17 al 18), “Gretel e Hansel” del Teatro delle Briciole (dal 17 al 18), “Out” di Unterwasser (dal 23 al 25) e “Grasland” di Letizia Renzini e Usine à Neige (dal 24 al 25). Da segnalare, sempre nello spazio del Mattatoio (nella Galleria delle Vasche), una serie di playground molto particolari: una piccola scuola di circo, un parco-giochi composto di bizzarri oggetti meccanici, un’area travestimenti e numerose occasioni di laboratori, letture e inviti all’ascolto a opera di librerie e associazioni romane. Infine, nello spazio dell’Acquario, c’è “Rai Porte Aperte”: la ricostruzione di un vero studio televisivo, dove i bambini possono imparare (giocando) i mestieri del cameramen, del tecnico audio e video, dello speaker o del semplice intervistato in studio.