“No, grazie!” Sono le parole reiterate del monologo del secondo atto del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand che apre la stagione del centenario del Teatro Eliseo di Roma e racchiude tutto il senso della celebre commedia francese lasciandone trapelare la sua estenuante attualità: non è un caso che Luca Barbareschi, che orami quattro anni or sono ha recuperato e restituito la luce allo storico stabile romano, abbia scelto questo testo per aprire la nuova stagione 2018/2019.
Lui, impegnato in una bella, impegnativa ed estenuante prova d’attore, si riserva il privilegio di interpretare il ruolo del protagonista, imbattibile, coraggioso e valente cadetto di Guascogna nella Francia del Seicento, che rifiuta di inchinarsi al potere e di scendere a patti con i potenti per preservare sua integrità e la sua indipendenza rimarcando la totale attualità del testo.
Cyrano, poeta innamorato e leale, è vittima del suo aspetto fisico che rifugge dalla possibilità di dichiararsi alla donna amata, l’intellettuale cugina Rossana e solo per amor suo proteggerà il bello (ma poco sveglio) Cristiano de Neuvillette che ha rapito il cuore di Rossana.
La storia è nota: Cyrano aiuta Cristiano a conquistare Rossano suggerendogli ardenti (e celebri) parole d’amore e la sua integrità morale resterà tale fino alla fine quando resterà vittima di un vile attentato rivelando i suoi sentimenti alla donna sempre amata solo alla fine.
“Mi sono accorto di condividere con Cyrano la volontà di raccontare qualcosa che mi apparteneva, quel senso di solitudine in tante battaglie che ho condotto” aveva spiegato Barbareschi che si riserva di interpretare un personaggio che ha molto in comune con lui come è facile intuire dalla sua storia pubblica: si impegna per offrire il meglio di una prova d’attore intensa e convincente in un personaggio che “incarna gli ideali della modernità, rivendicando la dignità dell’uomo e la libertà delle idee”.
Non manca la storia, toccante, d’amore, nella romantica scena del primo bacio fra Cristiano e Rossana (conquistato grazie alle parole di Cyrano), ma che trasuda in ogni momento nel corso di uno spettacolo lungo e appassionante, energico. Affollatissima la scena, soprattutto quella iniziale per riempire gli spazi del palco con la regia di Nicoletta Robello Bracciforti, dramaturg in residence del teatro romano pronta a raccontare il ruolo dell’artista nella società e ha sottolineato il conflitto fra poesia e potere in un testo solo apparentemente leggero, ma carico di dolore.
Della dramatug anche il valente adattamento in versi rimati con una regia movimentata e sempre energica che riempie gli spazi della bella scenografia di Matteo Soltanto che si sviluppa sue tre diversi livelli con tanto di botola con praticabili che si spostano sullo sfondo di un’affascinante quadreria retrò senza dipinti sui costumi molto teatrali e colorati con un tocco di modernità.
Cyrano è uno spettacolo importante che restituisce valore a un testo di fatto poco conosciuto, ma che riesce a emozionare il pubblico in sala anche grazie all’impegno degli attori che animano con ricche sfaccettature i loro personaggi: in scena, la bella, sensibile e vivacissima Rossana di Linda Gennari, il timoroso Cristiano di Duilio Pacello, l’autorevole De Guiche di Thomas Trabacchi, il vivace Ragueneau di Duccio Camerini. E i giovani attori della Scuola d’arte Cinematografica Gian Maria Volontè.
Repliche fino al 25 ottobre, biglietti da 15 a 35 euro, biglietteria 06.83510216, info www.teatroeliseo.com.