Milano è città dinamica e vivace pur nelle sue molteplici contraddizioni: mentre l’8 e il 9 dicembre riecheggiano fasti, echi, commenti e umori per l’inaugurazione della stagione della Scala nel giorno di Sant’Ambrogio (uomo di grande tempra e carisma, nonché eccellente vescovo della città di cui è patrono per averla guidata con straordinaria sagacia e capacità organizzativa in tempi non facili quali quelli dei primordi del Cristianesimo), negli stessi giorni si respira già aria natalizia al teatro Carcano dove è rappresentato per ben quattro volte A Christmas Carol – Musical (Il Canto di Natale – Musical).
Si tratta di un musical tratto dall’omonimo romanzo breve in cui Charles Dickens (Landport, presso Portsmouth, 1812 – Higham 1870) – giornalista, reporter di viaggio di rilevante importanza e scrittore capace (per avere sofferto un’infanzia travagliata) di raccontare con toni cupi la situazione sociale dell’epoca vittoriana connotata da una larga fascia di diseredati – nel 1843 tratteggia la figura del vecchio e ricco Ebenezer Scrooge, titolare di un banco d’affari, che dopo la scomparsa del suo socio Jacob Marley si chiude sempre più agli altri affamando anche Bob Cratchit, suo impiegato che malgrado la vita grama (determinata oltreché dal misero stipendio anche da altri problemi familiari) è invece attaccato alla vita, se non felice.
Riuscirà un simile micragnoso a modificare la sua vita in modo radicale e a capire come si possa essere felici dando all’altro piuttosto che ammassando denaro per sé? L’impresa parrebbe improbabile, ma a Natale tutto è possibile: una favola per bimbi che affascina e coinvolge anche i grandi, non solo quelli del mondo vittoriano in cui è nata, facendoli riflettere sulla vera felicità.
Messo in scena in Italia e in italiano dalla Compagnia Bit (affacciatasi alle cronache con Il principe ranocchio) la cui regista e coreografa Melina Pellicano è anche autrice del testo rigorosamente fedele a Dickens, lo spettacolo si presenta agevole, dinamico, e vivace e come tale coinvolgente e in grado di tenere desta l’attenzione del pubblico di ogni età anche quando le canzoni si prospettano in modo semplice e ammiccante.
In fondo in un momento in cui sovrabbondano musical a volte superficiali e costruiti in poco tempo, è positivo, anche se non facile, proporre un testo arcinoto e creare uno spettacolo valido e piacevole per tutti anche dal punto di vista coreografico: notevoli i 150 costumi che ricreano il clima londinese ottocentesco connotato da nebbia, odori, clima festaiolo e gioioso entusiasmo dei bimbi.
Per grandi e piccoli una delicata e magica ‘pioggia di emozioni’ che andrebbe completata con la lettura del romanzo originale, come altri un po’ in disuso in quest’era del web.