Due ore di spettacolo, una ventina di “numeri” e performance diverse, e almeno un centinaio di applausi a scena aperta a sottolineare la bravura, la maestria e (in molti casi) il coraggio di questi artisti straordinari. Tutto questo è El Circo Nacional de Cuba (CirCuba), che dopo il successo del primo tour italiano dell’anno scorso, è tornato nel nostro Paese per festeggiare l’anniversario dei suoi primi 50 anni. Fino a domenica 20 gennaio è a Roma, nel quartiere Eur (lo chapiteau è posto su via Cristoforo Colombo, all’angolo con viale Oceano Pacifico): la sala è climatizzata e attrezzata con comode poltrone, nella hall è possibile fare uno spuntino e anche bere un classico mojito.
Il CirCuba nasce nel 1968, con la nazionalizzazione delle arti circensi operata dal nuovo governo guidato da Fidel Castro. L’isola caraibica ha una storia di “malabaristas, prestidigitadores, saltimbanquis, mimos y funanbuleros” che risale alla fine del Settecento: ora le tante palestre in cui si svolgono queste attività diventano vere e proprie scuole, e s’inaugura il primo spettacolo itinerante. Il circo cubano mette assieme tradizioni diverse: alla precisione “chirurgica” della tecnica acrobatica sovietica, resa famosa in tutto il mondo dal Circo di Mosca, si aggiungono la musica e la danza della cultura africana e latina. Il risultato è la creazione di una nuova identità artistica: la capacità ginnica e muscolare diventa protagonista, i corpi volteggiano o ballano con la medesima grazia e flessuosità.
Lo spettacolo è solare, divertente, gioioso. Accompagnati da un’orchestra dal vivo (con una colonna sonora che va dal mambo agli Earth, Wind and Fire, dalla celebre “Quizàs” di Osvaldo Farrés ai classici di mambo e salsa, per concludersi con “Cuba” dei Gibson Brothers), si susseguono senza soste una ventina di attrazioni. Davanti a noi sfilano acrobati a corpo libero oppure impegnati al palo cinese o con le corde, giocolieri con i cerchi o con palle di diverse dimensioni, trapeziste e contorsioniste che volano sui cerchi o sull’altalena (e qui occorre segnalare il numero molto suggestivo che chiude la prima parte dello show, con tutta la sala al buio e i trapezisti che volteggiano in aria visibili soltanto attraverso i loro costumi fosforescenti).
Gli artisti sono circa una quarantina, tutti molto giovani, e il loro livello di abilità, destrezza e coordinamento è davvero notevole, come notevole è la difficoltà di alcuni numeri aerei (da ricordare è l’ultimo, prima della danza che chiude lo spettacolo, dove un gruppo di acrobati dà vita a salti, piroette e piramidi umane davvero incredibili, che il pubblico segue col fiato sospeso). Menzioni particolari vanno al clown Fabio Biggi, che offre (coinvolgendo il pubblico) un paio di intermezzi davvero divertenti, e ai costumisti dello spettacolo, per gli abiti ricchi e coloratissimi. Uno spettacolo insomma da non perdere, un inno alla gioia e all’allegria (tutte le informazioni sono reperibili sul sito http://www.circuba.it/ o sull’omonima pagina Facebook).