L’esito delle avanguardie teatrali che nell’arco di cinque decenni ha stabilito modi sempre nuovi di “fare teatro” è esplicito e lampante: oggi Teatro Stabile rima con innovazione, con sperimentazione ed esplorazione di rinnovati linguaggi scenici.
Ma è stato tra gli anni ‘60 e ‘70 che un personaggio come Edoardo Fadini ha gettato le fondamenta per più di una riforma del teatro, scontrandosi spesso con lo Stabile della tradizione e del rigido ancoramento al passato. Con la conferenza aperta al pubblico del 16 dicembre 2018, la Fondazione TPE celebra l’eredità che Fadini ci ha lasciato, focalizzando sul suo stretto rapporto con Carmelo Bene – del quale viene proiettata dopo 35 anni la pellicola tratta dal Manfred di Lord George Gordon Byron.
Carmelo Bene, ricorda il produttore Rino Maenza che sostenne e incoraggiò la realizzazione del film, ha innovato l’arte drammatica lavorando esclusivamente sulla voce: promotore di un’avanguardia tecnica e tecnologica, il suo teatro ha fatto assurgere la parola alla musica. La genesi del Manfred – musicato da Schumann, diretto da Piero Bellugi e interpretato da Bene con Lydia Mancinelli – accuratamente ricostruita da Leonardo Mancini, è uno dei risultati della vivace realtà produttiva di quegli anni.
Come ha ricordato Alberto Vanelli, oggi Presidente della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, Fadini ha innovato la scena teatrale la prima volta nel 1967, organizzando il primo Convegno Internazionale sul Nuovo Teatro all’Olivetti di Ivrea, firmandone il Manifesto con Franco Quadri e Giuseppe Bertolucci. Appena l’anno precedente, secondo la testimonianza della figlia Susanna, Edoardo Fadini porta il Pinocchio di Carmelo Bene a Torino, prima della parentesi che lo vedrà impegnato esclusivamente al cinema fino al 1974, quando ne saluterà il ritorno sulle scene con l’articolo sulla Rinascita – letto per l’occasione dal Direttore TPE Valter Malosti.
È da questo contesto di continuo rinnovo, sviscerato dallo storico del teatro Armando Petrini, che nasce il teatro continuamente proteso all’innovazione cui oggi siamo abituati. L’iniziativa del Teatro Astra celebra il lascito della scena torinese al teatro d’avanguardia, mantenendo comunque un valore capillare per il teatro di domani: se si è portati a credere che sia stato il Carmelo Bene del periodo grottesco ad aver rivoltato il “fare teatro” di quegli anni, rileggendo Fadini ci si avvede che la vera rivoluzione teatrale si ascrive più al suo impegno concertistico e lirico.