Il ciclo Monteverdi di Mannheim arriva alla sua terza tappa e, dopo Ulisse e Poppea, propone una versione scenica della Vespro della Beata Vergine (Marienvesper). Non è facile dare una realizzazione teatrale alle pagine solenni del Vespro e il Nationaltheater Mannheim si affida all’enfant terrible Calixto Bieito, ben noto per le sue audaci messinscene. Se Monteverdi costruisce un compendio monumentale di musica sacra, il regista spagnolo crea uno spettacolo raccolto e partecipato, facendo leva anche sulla scena preparata da Anna-Sofia Kirsch. Già prima che la musica inizi il palcoscenico si riempie di una piccola folla che si raccoglie nella navata di legno di una chiesa incompiuta (distrutta? in costruzione?). Una comunità che si riunisce per una festa religiosa. Grandi e piccini. Lattanti inclusi. Piccola borghesia. Vestiti come ci si veste per andare in chiesa la domenica. Rivestiti ma senza sfarzo (costumi di Anna Eiermann). Una comunità che è anche il coro, anzi i cori!, e i solisti della recita. Il senso di condivisione è amplificato dalla forma del palcoscenico che ingloba la buca dell’orchestra e si protende verso la platea. Solisti e coro cantano a tratti nei palchi laterali. Il gruppo poi si disperde e lo spettacolo va avanti, sostenuta dalla magnificenza dello spartito monteverdiano, con una serie di quadri che omaggiano il mondo femminile e la maternità. Abbondano signore in lieta attesa e parti on stage. Non manca qualche spunto à la Bieito (ad esempio, una profusione di bambolotti sanguinolenti estratti col forcipe da uno scatolone) e tratti autobiografici legati alla sua infanzia spagnola, dove il culto mariano ha radici profonde (che in verità si capiscono solo leggendo il programma di sala). La comunità si riunisce di nuovo nella navata per il grandioso Magnificat, parte finale e culmine di tutta la composizione. Lo spettacolo di devozione popolare firmata da Bieito scorre bene e rimanda i sentimenti di un’umanità semplice.
Eccellente la parte musicale della serata. Il Vespro di Monteverdi è un’opera gigantesca, forse la composizione di musica sacra prima più ambiziosa prima di Bach, e associa una grande varietà di stili e di forme. I salmi a più voci sono intercalati dai mottetti. Nella seconda parte si ascoltano anche una sonata strumentale (Sonata sopra Sancta Maria) e un inno alla Vergine (Ave maris stella). La piccola orchestra Il Gusto Barocco, diretta da Jörg Halubek, suona su strumenti di epoca e restituisce bene l’elevazione spirituale della grande preghiera musicata da Monteverdi. In grande spolvero i cornetti e le trombe barocche che, assieme alla sezione del continuo, ricreano un pathos musicale che va davvero indietro nei secoli. Di pregio anche le voci soliste, ottime le due soprano Amelia Scicolone e Nikola Hillebrand, e i cori istruiti da Dani Juris.
Teatro esaurito e applausi convinti per tutti i protagonisti della serata. Si attende con fiducia la prossima tappa dell’itinerario monteverdiano di Mannheim.
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Marienvesper
Claudio Monteverdi
In latino lateinischer con sovratitoli in tedesco
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Direttore: Jörg Halubek (Gast)
Regia e scene: Calixto Bieito
Scene: Anna-Sofia Kirsch
Costumi: Anna Eiermann
Luci: Nicole Berry
Drammaturgia: Cordula Demattio / Albrecht Puhlmann
Maestro del coro: Dani Juris
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Soprano: Amelia Scicolone
Soprano: Nikola Hillebrand
Tenore: Kristofer Lundin (Gast)
Tenore: Joshua Whitener
Tenore: Raphael Wittmer
Mezzosoprano: Anna Hybiner (Gast)
Basso: Dominic Barberi
Basso: Patrick Zielke
Coro dell’Opera di Mannheim e Coro “Il Gusto Barocco”