La coreografa e regista Julie Ann Anzilotti fonda, nel 1991, la Compagnia XE, come possibilità di ricerca e di approfondimento del rapporto tra linguaggio coreografico e linguaggio teatrale. È in residenza coreografica dal 1997, presso il Teatro Comunale Niccolini di San Casciano Val di Pesa (FI). Con una personale commistione, mai scontata, di teatro in danza, gesto, voce, performance e installazioni. Si muove nel tempo, producendo poetiche scritture coreografiche: 1989-Tempi; 1990-Orizzonte di cani; 1991-Lame; 1991-Torrenti infuocati; 1993-Erodiade. Fame di vento; 1994-Insurgentes; 1995-Jehanne, Johanne, Jeannette; 1996-Giuditta; 1997-Duetti guerriglieri; 1998-Tris; 1999-La strana festa; 2000-Appunti furibondi; 2001-W Gep-eTTo; 2002-È una rosa; 2003-Pirandello suite; 2004-Giovanna d’Arco; 2005-Cieli sgangherati; 2006-Miransù; 2007-L’equilibrio delle nuvole. Rapp.n.1; 2009-A una ballerina principiante; 2010-…Evviva!!!; 2011-Judith e l’Angelo; 2013-UaU; 2013-Variazioni cromatiche; 2014-…e d’oro le sue piume; 2015-Room dances; 2015-In un altro modo; 2016-Il primo amore II° movimento; 2016-Theatre dances.
A quale età, e quale sono stati gli esordi di Julie Ann Anzilotti nella danza?
All’età di 4 anni vidi una foto del “Lago dei Cigni”, e venni ammaliata da tanta bellezza. Per cui iniziai a spostarmi da Pescia, a Montecatini e poi Lucca, per gli studi della danza classica con Metodo Cecchetti fino all’età di 17 anni. Un momento di crisi in questo frangente dell’età evolutiva, mi fece lasciare gli studi intrapresi. Galeotto fu un viaggio di lavoro dei miei genitori in America, che mi fece scoprire l’esistenza della danza moderna. In Italia a quei tempi e soprattutto nella mia provincia di residenza toscana, era difficile trovare questo stile. Cercai a lungo, trovando presso la Scuola di Lidia Bertelli e Cristina Bozzolini, una insegnante danzatrice di Béjart disposta a impartire le lezioni…eravamo solo in 4 allieve. Un avvio pionieristico direi.
Italoamericana da parte di madre americana, e padre toscano, quali influenze artistiche ha ricevuto?
Sicuramente ho respirato in famiglia, una vena creatrice artistica in senso lato, non prettamente nella danza. Mio padre è l’ideatore e fondatore del Parco dedicato alla figura di Pinocchio a Collodi, che nel 1953, allora sindaco di Pescia, indisse un concorso in cui furono esaminati 165 progetti da una commissione composta da artisti di chiara fama: Gentilini, Griselli, Manzù, Michelucci.
Come avvenne l’incontro con Virgilio Sieni/Parco Butterfly, e la collaborazione con I Magazzini ?
Con Sieni, ho creato e lavorato nella Compagnia Parco Butterfly, fondata nel 1983, poi trasformata e denominata con solo il suo nome nel 1992. Subito dopo collaboro con il gruppo teatrale I Magazzini, e nel 1991 fondo la mia attuale Compagnia XE. Una profonda intesa artistica nasce anche con la danzatrice Roberta Gelpi ed Elio Martini. Sempre negli anni ’90, creo un progetto coreografico sulla poetica cromatica di Monica Sarsini, in “Torrenti Infuocati”, e più recentemente, nuovamente con Alighiero Boetti per “Erodiade-Fame di Vento”. Altri ancora sono i nomi delle tante collaborazioni durature nel tempo con danzatori/ci, ancora oggi in essere, come Paola Bedoni, assistente coreografica, per citarne una.
Mentre l’incontro e sodalizio artistico con il musicista Steven Brown, dei Tuxedomoon, dove avvenne?
Lo incontrai in un Festival all’estero, ed è una collaborazione che dura ancora oggi. A Montalcino è nato il progetto coreografico “Orizzonti di cani”, a seguire, “Lame” e “La strana festa”, poi “L’equilibrio delle nuvole”. Siamo sempre stati in sintonia, sulle stesse corde.
Per creare una scrittura coreografica, qual è la fonte d’ispirazione di Julie Ann Anzilotti?
Ogni volta è qualche cosa di differente e urgente. A volte è un tema come una poesia, o un pensiero tratto dalla quotidianità, o un insieme di cose che si maturano nella costruzione in sala prove con il movimento. Il tempo è il leitmotiv che è variato in itinere, con ritmo, colore e circolarità.
La Toscana è ricca di spunti creativi, come è stata la scelta della residenza artistica a San Casciano Val di Pesa nelle vicinanze di Firenze, e la collaborazione con il Teatro Comunale Niccolini?
Bene. Qui sono a casa e gioco in casa. Nel tempo si è reso sempre più impellente il momento di dare un luogo stabile dove operare e produrre, non solo alla mia Compagnia XE, ma anche uno spazio in cui incontrare ed incrociare linguaggi espressivi differenti con cui dialogare ed inserire rassegne. Un esempio a cui tengo molto è il processo d’intervento sviluppato con il tempo, in oltre dieci anni, con un gruppo di adulti diversamente abili con cui ho sperimentato il mio linguaggio espressivo, maturato, oltre che in rappresentazioni teatrali, anche in un libro in cui abbiamo raccolto l’armonia e le dissonanze dell’animo umano, senza nessuna distinzione di genere. Il risultato è un libro di raccolte di queste esperienze, dal titolo “In mezzo alle margherite”…storia di un incontro fra teatro danza e abilità differenti.
E ancora un sodalizio, collaudato con la Civica Scuola d’Arte Drammatica P. Grassi, a Milano, come nacque?
Agli inizi degli anni ’90, la giornalista Marinella Guatterini, critico di danza e docente di estetica, non che coordinatrice della sezione triennale, oggi, di Formazione Professionale in Teatro Danza alla scuola P. Grassi, seguiva il mio progetto artistico con Parco Butterfly, e l’incontro poi, con l’allora Direttore, Renato Palazzi e la docente di danza contemporanea Luciana Melis, furono l’alchimia giusta per iniziare a collaborare insieme.
Danzatrice, coreografa, docente, cosa le preme maggiormente trasferire della sua esperienza, agli studenti in classe, o ai danzatori in Compagnia?
Passare il potenziale creativo attraverso il movimento ed esprimerlo attraverso la danza, penso sia speciale e complesso. Certo la tecnica non può mancare. È autoescludente. Comunque serve al fine di una espressione, e non fine a se stessa. E comunicare danzando insieme nei due sensi, dentro e fuori, diventa un grande atto di gioia, un dono. Cerco di lavorare sui sentimenti positivi, e sui tempi di accoglienza senza sconfinare nel supporto terapeutico, quando non lo richiede il contesto, e di fare incanalare e trasformare l’aggressività, in atto creativo, soprattutto nel ruolo di docente a scuola.
Per concludere, quali sono i prossimi impegni artistici che la vedono coinvolta?
A partire da settembre si susseguono 4 appuntamenti differenti: nei primi giorni del calendario, un doppio appuntamento al Festival Oriente Occidente e al MART. Nel contesto del Progetto RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni ’80-’90, diretto e ideato da Marinella Guatterini, lo spettacolo “Erodiade – Fame di Vento”, e la mostra dell’interpretazione scenografica di Alighiero Boetti. Lo stesso spettacolo sarà presente al Festival Torino Danza in data 17 settembre. In divenire, presso il Teatro di San Casciano Val di Pesa, si aprirà la quarta edizione con la nuova produzione dello spettacolo “Se io fossi te”, con convegni sul tema della disabilità. In autunno anche la ripresa dello spettacolo “In favore della tenerezza”, interpretato dagli allievi del corso di formazione professionale in teatro danza della Civica Scuola d’Arte Drammatica P. Grassi”.
Grazie Julie per esserci ritrovate in questa intervista…Emanuela