La scommessa del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale: portare un titolo che «mancava dai cartelloni da più di dieci anni» (secondo il Direttore Filippo Fonsatti) per tentare di superare il successo delle produzioni della scorsa stagione, lungo l’impegnativa tourneé che seguirà le moltissime repliche torinesi, fino al 6 gennaio 2019. Ma già prima dell’11 dicembre, serata della prima al Teatro Carignano, era già «record di incassi in prevendita».
Una scommessa, certo, ma supportata da una specie di marketing che mira a un maggior coinvolgimento degli spettatori e al tempo stesso omaggia Luigi Pirandello. Come per le campagne promozionali di film e serie più intraprendenti, la narrazione dell’opera si allarga ben oltre i propri confini, invadendo la realtà degli spettatori; è il pubblico che pretende di essere coinvolto, proprio come la schiera dei pettegoli di Così è (se vi pare) (Nicola Pannelli, Mariangela Granelli, Francesca Agostini, Ilaria Falini, Dario Rubatti e Orietta Notari) cercano in ogni modo di svelare il mistero che gravita intorno alla signora Frola (Maria Paiato) e a signor e signora Ponza (Giuseppe Battiston e Benedetta Parisi).
Agli spettatori (secondo l’originale operazione di marketing che Pirandello stesso potrebbe aver concepito) non resta che diffidare e diffidare ancora della rappresentazione, assistendo a un poliziesco, un gioco ad incastri che lascia interdetti ma incuriositi… Quel tipo di morbosa curiosità che accomuna gli spettatori televisivi dei reality show e i lettori delle riviste di gossip, che pretende di fare di ogni tragedia un melodramma, per riprendere l’opposizione suggerita dalle note di regia di Filippo Dini: «il confronto o lo scontro tra il mondo tragico interpretato da terzetto e il mondo del melodramma, quello dei borghesi».
Il melodramma, suggerisce il regista, appartiene al pubblico, alla collettività; una tragedia, viceversa, appartiene intimamente a chi la vive. Dini parte da una riflessione sul titolo della commedia pirandelliana: se vi pare sembra esprimere esattamente quella natura di marketing del coinvolgimento che caratterizza tanta della cultura pop di oggi; così è, invece, come possibile traduzione di Amen, sanzione definitiva e immutabile di uno stato di cose, una verità divina semplicemente negata ai mortali. Una verità quindi inconcepibile per Pirandello, una dissacrazione della finzione teatrale che viene reiterata con estrema fedeltà per il testo e il linguaggio dell’autore siciliano.
Non è un caso che il regista Dini decida di interpretare in scena il personaggio di Laudisi, l’unico che si sottrae al futile tentativo di definire una verità che può esistere solo nella percezione individuale del singolo spettatore – sia che si tratti di uno spettacolo, di un fatto di cronaca o di un pettegolezzo.
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Così è (se vi pare)
di Luigi Pirandello
regia Filippo Dini
con Francesca Agostini, Giuseppe Battiston, Mauro Bernardi, Andrea Di Casa, Filippo Dini, Ilaria Falini, Mariangela Granelli, Dario Iubatti, Orietta Notari, Maria Paiato, Nicola Pannelli, Benedetta Parisi, Giampiero Rappa
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale