Inversione di prospettiva: per una volta guardiamo la storia dal punto di vista del “cattivo”, il predatore, il personaggio privo di scrupoli che sarebbe disposto a travestirsi da nonna pur di soddisfare i propri biechi scopi.
La coproduzione barese della Compagnia la Luna nel Letto e dell’Associazione Culturale Tra il dire e il fare non nega al lupo di Cappuccetto rosso la sua malvagità né la minimizza, piuttosto la inserisce nel contesto della “fame” che la corrobora e del “terrore” che, indipendentemente da lui e dalle sue azioni, continua a suscitare nelle potenziali vittime. Lo fa adattando una delle favole più celebri all’arte coreografica, con i corpi dei danzatori della Compagnia Eleinad (Claudia Cavalli, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena, Marco Curci e Roberto Vitelli), sotto la direzione di Vito Cassano.
Agli occhi degli spettatori della Casa Teatro Ragazzi di Torino, le ragioni del lupo malvagio sono apparse più sincere proprio perché hanno rinunciato a qualunque presuntuosa verbosità, esibendosi nei movimenti e nei versi di un lupo antropomorfo (Marco Curci), la cui “fame” si traduce in un amore impossibile per Cappuccetto rosso (Erica Di Carlo). Un amore vampiresco, giunto al culmine della disperazione nel momento in cui lo sfondo sonoro ha suonato le toccanti note di Dance Me to the End of Love.
La scena è combattuta nell’opposizione ancestrale tra buono e cattivo, tra il rosso della ragazza e il nero del lupo, archetipi opposti di una storia che trova la sua soluzione di continuità nella rosa rossa, simbolo scenico dell’impossibilità di riscatto del lupo dalla sua inamovibile condizione di animale, predatore e bestia spaventosa. E oggetto di interesse del cacciatore, fattosi in quattro per l’occasione (quattro interpreti per un personaggio solo).
Il lupo, in quanto cattivo, deve morire: è questo che la favola sancisce ogni volta che viene ripetuta, è questo l’evento che chiude il Cappuccetto rosso adattato e diretto da Michelangelo Campanile, senza alcuna opzione possibile. Ed è giusto che la favola veda trionfare i buoni: ma l’uccisione del lupo, precisa Curci nelle uniche, toccanti battute parlate dello spettacolo, non potrà portare alla vittoria sul male nel suo complesso, non dissiperà il “terrore” che altri simboli del male continueranno ad incutere.
La storia riprenderà il suo corso dall’inizio, e il lupo continuerà a morire senza aver soddisfatto la sua fame né tanto meno il suo amore.
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Cappuccetto rosso
drammaturgia, regia, scene e luci Michelangelo Campanale
Compagnia Eleinad, con il sostegno di scuola di danza Artinscena
danzatori Claudia Cavalli, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena, Marco Curci, Roberto Vitelli
coreografie Vito Cassano
produzione Compagnia la Luna nel Letto/Associazione Culturale Tra il dire e il fare
in coproduzione con Teatri di Bari e Cooperativa Crest