Un impegno che si protrae nel tempo e negli stili, se Per questo di Lucio Diana, Eleonora Frida Mino e Davide Viano porta sul palcoscenico il romanzo Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando assumendo toni più coinvolgenti, dal punto di vista emozionale, e rinunciando a parte della potenza evocatrice del teatro di Mino.
Da una parte, il pathos della recitazione di Mino esplora metodi di coinvolgimento del pubblico – non più limitato alla platea in presenza ma esteso ai lettori del libro, dall’altra intende lasciare il dovuto spazio proprio alla narrazione, riconoscendo la paternità del racconto all’autore del romanzo.
La strage che immolò il giudice Giovanni Falcone non ne fece soltanto un eroe o un modello, ci raccontano Garlando e Mino, ma ne consacrò un messaggio che va ben oltre la perseveranza nella lotta alla mafia: “la felicità viene da un ideale forte”, commenta Garlando nel piccolo dibattito che segue la rappresentazione alla Casa Teatro Ragazzi di Torino, salutando la vita di un uomo e un eroe come Giovanni Falcone che assume il valore di una vittoria, nonostante l’esito tragico.
Insieme all’autore e all’attrice, risponde alle domande del giovane pubblico il magistrato Giancarlo Caselli, che sostituì volontariamente i posti lasciati da Falcone e da Paolo Borsellino in seguito alla barbarie delle loro eliminazioni da parte della mafia. Una sorta di testimone diretto degli eventi di neanche trent’anni fa, contraltare del cronista Garlando di cui apprezza la rilettura e la messa-in-poesia di quella vicenda orribile.
La storia del romanzo e dello spettacolo assume il punto di vista esterno e lontano di un bambino/una bambina, apprendendo dell’esistenza del crimine organizzato, dell’omertà e dell’estorsione dal padre. È una storia che gioca con le metafore, paragonando la prepotenza dell’anti-stato mafioso a quella del bullismo scolastico, raccontata sul palco dalla voce evocativa di Mino e accompagnata da un impianto tecnico e registico eccellentemente curato (Roberta Triggiani, Lucio Diana, Eleonora Diana).
Il ricordo di quegli anni lontani restituisce la forma al racconto, rivolgendolo a un passato spogliato di ogni valore metaforico per mostrare la cruenta verità degli avvenimenti. Il martirio di Giovanni Falcone, divenuto simbolo e modello della lotta alla prevaricazione che ha inaugurato con coraggio: un martire che non dobbiamo piangere ma piuttosto commemorare, ricordandone quella felicità per la vittoria sulla mafia e sui prepotenti che in ogni caso ha sancito il suo sacrificio.
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Per questo
Tratto dal libro Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando
di Lucio Diana, Eleonora Frida Mino, Davide Viano
con Eleonora Frida Mino
collaborazione alla messa in scena Roberta Triggiani
luci e scene Lucio Diana
audio e luci Eleonora Diana
produzione Compagnia Eleonora Frida Mino