L’histoire de Manon è un balletto per grandi compagnie, con una grande varietà di ruoli adatti ad ogni livello, sia per artisti maturi che per giovani alle prime armi. Al pari della protagonista, il titolo è tanto ammaliante quanto ambiguo, poiché in grado di mostrare i punti forti di un corpo di ballo o, al contrario, evidenziarne le debolezze.
L’English National Ballet vince questa sfida, con un’ottima rappresentazione che riscuote un meritato successo.
Firmato da Kenneth MacMillan nel 1974, Manon è un indiscusso capolavoro del balletto inglese che esplora la società parigina ripercorrendo la storia della giovane e corrotta Manon Lescaut, come narrata nel romanzo dell’Abate Prevost nel 1731.
Gli allestimenti della prima rappresentazione in danza portarono la firma di Nicholas Georgiadis: in pieno stile 18esimo secolo, toni e colori cupi enfatizzavano la decadenza di un’eroina che da ricca cortigiana muore desolata e povera, ma tra le braccia del suo innamorato. La produzione, ora in scena al London Coliseum, porta invece la firma di Mia Stensgaard, con un allestimento ideato per il Royal Danish Ballet dai caratteri più semplici e lineari che, specialmente nell’ultimo atto, sembrano quasi rievocare un film di fantasia.
Passando ai protagonisti, stella indiscussa della pomeridiana del 19 gennaio è Alison McWhinney, una magnifica Manon che incanta con una danza perfetta in ogni passaggio, che ci accompagna nell’evoluzione di un personaggio in bilico tra amore, bellezza, amoralità e perdizione.
Al suo fianco, il Des Grieux di Francesco Frola non passa in secondo piano: innamorato e appassionato come il ruolo richiede, asseconda l’evoluzione della compagna con buona tecnica e grande temperamento. Ottima la partnership nei pas de deux, dove l’intesa della coppia si palesa in armoniosi cambres, pirouettes e passagi di estrema emozione.
Tra i numerosi ruoli, da segnalare l’interpretazione di Ken Saruhashi nel ruolo di Lescaut, un vero concentrato di energia e giovinezza.
Last but not least, la musica.
Come ogni grande capolavoro, in Manon la danza non viaggia sola ma è accompagnata da una partitura di grande valore: in questa occasione, le note di Jules Massenet sono guidate alla perfezione da Orlando Jopling, nominato ad inizio stagione Associate Conductor dell’English National Ballet.
Repliche in scena solo fino al 20 gennaio.
Letizia Cantù