“Ho voluto proprio Carmen come nuova creazione assoluta per il Teatro dell’Opera e ho puntato su un artista, un interprete strepitoso, un giovane coreografo di successo che sapesse raccontare una storia anche attraverso i movimenti” rivela Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi e Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma presentando la Carmen di Jiří Bubeníček, prima mondiale e nuova produzione in scena al Costanzi dal 2 al 10 febbraio per un totale di dieci recite.
Sarà una versione veramente speciale quella di Bubeníček, un’operazione che tradisce la scelta coraggiosa della Abbagnato che punta a una nuova creazione ideata da un danzatore dalla carriera strepitosa, legato all’Hamburg Ballet e a John Neumeier di cui ha interpretato tutti i ruoli principali, ma diventato anche apprezzato coreografo.
Ambiziosa è anche la scelta della Carmen, balletto narrativo due atti, che si discosta dalla celebre opera perché attinge direttamente dalle fonti letterarie, la novella di Prosper Mérimée con i suoi personaggi originali e si accompagna a una particolare elaborazione musicale che affianca a Georges Bizet, le note di Manuel de Falla, Isaac Albéniz, Mario Castelnuovo-Tedesco e Gabriele Bonolis che ha anche curato le orchestrazioni.
“Carmen è un titolo a cui sono particolarmente legata: ne ho danzato tutte le versioni e quest’anno ricorrono i 70 anni della Carmen di Petit con la quale sono stata nominata étoile – prosegue la Abbagnato – Carmen è un titolo che amo e che ho scelto perché piacerà al pubblico, ma voglio anche offre alla nostra compagnia una grande opportunità di crescita” spiega la direttrice, alla prima uscita pubblica dopo il rinnovo dell’incarico per il prossimo triennio in Teatro, ribadendo la continuità della stessa linea fra classico e contemporaneo che ha già segnato con successo il suo lavoro negli anni precedenti
“Questo è il mio primo balletto di tradizione e mi sono ispirato alla fonte originale. Ho già creato delle coreografie basate sui testi letterari e prima di iniziare il lavoro coreografico attingo sempre al lavoro letterario: anche qui ho cominciato dal testo – spiega Bubeníček – Rileggendo il testo originale ho riscontrato molte differenze con l’opera e il balletto a cominciare dai personaggi. Ho mantenuto i personaggi originali: qui Carmen è sposata con Garcia e non c’è traccia di Escamillo. Preferisco sempre leggere le fonti originali per poter raccontare tutto a modo mio la storia”.
La vocazione narrativa di Bubeníček, nato in Polonia, ma ceco di nazionalità, nasce da lontano e si lega alle sue origini.
“Il mio amore per la narrazione ha a che fare con le mie origini: Praga è una città che custodisce grandi tradizioni teatrali, io ho amato moltissimo il cinema e tutto ciò si vede nel mio lavoro – conferma l’artista confermando la sua versatilità – Mi piace cambiare sempre come coreografo: mi definisco un coreografo variopinto e mi piace la sfida, forse perché sono cresciuto in un ambiente circense. Propongo sempre cose diverse: il nucleo del mio lavoro è la narrazione e ciò mi influenza anche nella scelta del danzatore e del suo ruolo. Se parliamo di balletto poi c’è sempre una storia anche se apparentemente non si tratta di un balletto narrativo”.
Se l’approccio del coreografo è stato letterario, ma originale, quel che resta immutato è il fascino della sua Carmen “una femme fatale e indomabile – secondo Bubeníček – che rispecchia l’istintività e lo spirito libero tipico dei nomadi. Nemmeno José riesce a domarla e credo sia una storia attuale perché le donne dovrebbero tendere verso questo spirito e questa libertà assoluta”.
Il nuovo balletto sarà una “fusione della danza classica e contemporanea” promette Bubeníček che ama combinare i due tipi di danza che gli “consentono liberamente di usare linguaggi del corpo diversi rispetto alle caratteristiche e alla provenienza dei personaggi”.
Ma altrettanto importante è il lavoro accurato sui ballerini. “Mi piace lavorare direttamente sui danzatori lasciando loro la possibilità di potersi esprimere al meglio e qui ho avuto la possibilità di lavorare con un cast meraviglioso per creare dei personaggi molto complessi come quello della Carmen” spiega il coreografo.
La Carmen segna il ritorno sulle scene dopo la maternità di Rebecca Bianchi, già Carmen di Petit ed étoile dell’Opera di Roma che sarà impegnata nel ruolo principale in coppia con il Don Josè di Amar Ramasar, artista ospite e già principal dancer del New York City Ballet che ha collaborato con il coreografo per due mesi in sala a Roma, in scena i primi ballerini Alessio Rezza che interpreta Lucas e Claudio Cocino che è Garcia (nelle recite del 2, 3, 6, 7 febbraio alle 20.00 e 9 febbraio alle 20.00).
Si alternano nei ruoli anche la prima ballerina Susanna Salvi (Carmen), Claudio Cocino (Don Josè), Michele Satriano (Lucas), Gaetan Vermeulen (Garcia) nelle recite del 5, 7 febbraio ore 11.00, 9 febbraio ore 15 e 10 febbraio.
La nuova Carmen si misura anche con la prima esecuzione musicale di una partitura strutturata appositamente questo balletto e costruita insieme a Gabriele Bonolis: sul podio, il direttore Louis Lohraseb, al debutto all’Opera di Roma
“La decisione di attingere direttamente alla trama della novella è stata una sfida per me, ma anche per il pubblico una sfida per trovare e raccontare questa storia in modo nuovo – sottolinea il direttore – Carmen è una storia molto conosciuta e abbiamo voluto riportare in vita qualcosa di nuovo con una musica ricca di fusione di diverse fonti musicali. La musica è varia, ma abbiamo lavorato sulle armonie utilizzando degli strumenti diversi per rispettare la forma originaria del materiale di Bizet, ma per un nuovo balletto era indispensabile intervenire sull’orchestrazione e sul lavoro di rifinitura e abbiamo utilizzato la musica scritta da Gabriele Bonolis soprattutto per legare diverse forme musicali”.
Il nuovo allestimento si arricchisce dei costumi realizzati da Anna Biagiotti e della scene e delle luci di Gianni Carluccio (sue le scene del Rigoletto che ha aperto la stagione dell’Opera) arricchite da proiezioni e con cui il coreografo aveva già lavorato.
Étoile, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma saranno impegnati in dieci recite: dopo la prima di sabato 2 febbraio ore 20.00, si replica domenica 3 (16.30), martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7 febbraio, venerdì 8 febbraio alle ore 20.00, sabato 9 con doppia recita alle 15.00 e alle ore 20.00, domenica 10 febbraio alle 16.30. Prevista anche la matinée riservata alle scuole (il 7 febbraio alle 11.00) e praticamente sold out che diventerà una consuetudine a partire dal prossimo anno. Info su operaroma.it.