EICO – Europa InCanto Orchestra propone un’esperienza musicale innovativa ed unica nel suo genere, in grado di coinvolgere il pubblico in maniera diretta e partecipativa all’evento concertistico, grazie all’intervento del Direttore d’Orchestra che interagisce con la platea guidandola alla scoperta degli aspetti, non solo musicali, che hanno influenzato l’idea compositiva degli autori dei brani eseguiti in concerto.
Ciascun programma di concerto è un mondo inesplorato di storie, curiosità e aneddoti che vengono descritti al pubblico con un metodo comunicativo efficace ed originale arricchito da esempi musicali estemporanei forniti dall’orchestra, che illustrano cosa si cela dietro all’emozione che si prova quando si ascolta una melodia, un passaggio musicale o un determinato impasto sonoro.
La meraviglia che ne scaturisce deriva dall’acquisizione di una nuova consapevolezza che dà all’esperimento di ascolto un valore differente che non si esaurisce al termine dell’esibizione ma permane dando nuova linfa al desiderio di ripetere l’esperienza.
La musica è infatti un linguaggio universale che, per essere compreso, deve essere vissuto attivamente e codificato attraverso un’esperienza che si realizza entrando a far parte dell’evento stesso.
Solo in questo modo viene finalmente abbattuta la “quarta parete” che separa gli esecutori dagli osservatori/uditori. La proposta di EICO fa sì che la musica non si limiti ad essere trasmessa, ma che sia in grado di accogliere il pubblico nell’esperienza viva del concerto.
La proposta artistica prevede la realizzazione di tre concerti che, con i loro programmi, esplorano tre macro aree fondamentali delle forme musicali offrendo un percorso di crescita e di affinamento dell’ascolto.
Le più note opere liriche riassunte nelle celebri ouverture di Mozart, Rossini e Verdi saranno il punto di partenza del nostro viaggio che, passando dalla purezza cristallina della scrittura mozartiana al noto impiego del crescendo rossiniano fino ad evolversi nell’intenso pensiero verdiano, ci insegna a riconoscere le peculiarità dei tre autori e a scoprirne le reciproche influenze.
Superando la mera scansione cronologica, la seconda tappa è rappresentata da una data cruciale, il 1928, che vede protagonisti due autori lontanissimi che nello stesso anno, in due continenti differenti, portano alla luce due pietre miliari della musica sinfonica. L’originalissimo e provocatorio Bolero, espressione dell’estrema libertà creativa di Ravel, e Un americano a Parigi scritto da Gershwin in seguito ad un viaggio intrapreso in Europa per venire a conoscere i compositori che ammirava e con cui voleva studiare, primo su tutti lo stesso Maurice Ravel!
A completare la prima fase del nostro percorso d’ascolto è il balletto, da quello scritto su commissione come Lo schiaccianoci di Ciaikovskij, alla Danza delle ore inserita da Ponchielli nell’opera Amilcare, fino al Prelude a l’après midi d’un faune di Debussy, poema sinfonico impressionista sul quale è stato creato un balletto per la compagnia di ballo dei Balletti Russi.
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Programma
Domenica 24 febbraio ore 11.00
Venerdì 22 febbraio ore 10.00 – anteprima scuole
1928…un Bolero…a Parigi
G. Gershwin, Un americano a Parigi (1928)
M. Ravel, Bolero (1928)
Il nuovo format di concerto proposto da EICO – Europa InCanto Orchesta, vede l’interazione tra il Direttore d’Orchestra Germano Neri e il pubblico, al quale vengono svelate le curiosità musicali, e non solo, che legano i brani proposti nel programma di concerto.
Attenzione però a non chiamarle lezioni-concerto! Le matinée domenicali sono, infatti, un vero e proprio appuntamento musicale nel quale il Direttore d’Orchestra racconta al pubblico le peculiarità, gli aneddoti e le ragioni meno conosciute che ruotano attorno alla creazione dei compositori proposti: per quanto i brani in programma siano conosciuti e facciano parte della cultura generale, ci sono aspetti che, apparentemente considerati d’élite, possono invece essere alla portata di tutti.
Tutto questo viene dimostrato in diretta attraverso la partecipazione del pubblico agli “esperimenti” sonori e ritmici nei quali vengono coinvolti, supportati dagli esempi musicali estemporanei forniti dall’orchestra.
Terminata la fase di “sperimentazione” e di “spiegazione”, segue l’esecuzione completa del programma di concerto che, a questo punto, verrà ascoltato dal pubblico con una percezione rinvigorita e stimolata dalla nuova prospettiva fornita ed acquisita.
In questa occasione saranno eseguiti (e svelati) il Bolero di Maurice Ravel e Un americano a Parigi di George Gershwin
Di 28 ce n’è uno…o forse due!
Siamo nel 1928 e passeggiamo in uno dei magnifici boulevard di Parigi con lo sguardo proiettato in avanti, alla ricerca del punto in cui s’incontrano gli imponenti palazzi parigini che incorniciano una prospettiva senza fine.
Da entrambi i lati della strada fioriscono caffè letterari colmi di artisti, che emanano brusio, nuvole di fumo, musica jazz a ritmo dei primi clacson che animano l’atmosfera aggiungendo ritmo e rumore alle idee che già scorrono libere stimolando la creatività di musicisti e artisti che cambieranno inesorabilmente la cultura del Novecento.
Qui avviene l’incontro tra due autori lontanissimi che nello stesso anno, in due continenti differenti, portano alla luce due pietre miliari della musica sinfonica: l’originalissimo e provocatorio Bolero, espressione dell’estrema libertà creativa di Ravel, e Un americano a Parigi scritto da Gershwin, a seguito del viaggio intrapreso in Europa per venire a conoscere i compositori che ammirava e con cui voleva studiare, primo su tutti lo stesso Maurice Ravel.
Il ritmo perentorio che accompagna, sempre identico a se stesso, tutta la durata del Bolero è l’espressione di quanto stava accadendo in campo musicale, filosofico e artistico negli anni Venti in Francia. La corrente dell’impressionismo musicale sosteneva infatti la supremazia della percezione emotiva che veniva determinata dalle impressioni generate dal brano musicale. Maurice Ravel, infatti sperimenta il nuovo filone di pensiero dimostrando come la percezione temporale cambia a seconda di come viene vissuto il tempo dell’ascolto. Un tamburo che per quindici minuti mantiene la stessa scansione ritmica può risultare noioso e interminabile; ma se su questo ritmo vengono inseriti due temi musicali presentati ogni volta da un diverso strumento dell’orchestra, la percezione del tempo cambia perché l’attenzione rimane viva e attiva fino al termine della musica.
La straordinarietà di questa invenzione sta nella fantasia e nella varietà del colore orchestrale che, all’interno del ritmo ostinato, crea un crescendo “a terrazze” il cui risultato è il nostro coinvolgimento emotivo e la voglia quasi di danzare.
George Gershwin nutriva per Ravel un’immensa ammirazione. Si era infatti recato a Parigi per conoscerlo di persona e per avere, magari, quale lezione di composizione. Scritta nel 1928, ovvero lo stesso anno in cui Ravel scrisse il Bolero, l’opera sinfonica di Gershwin si ispira al soggiorno che il compositore fece a Parigi alla fine della prima guerra mondiale.
Un americano a Parigi ha la forma di un poema sinfonico che rievoca i luoghi e la vita parigina negli anni ’20. L’orchestrazione risente infatti della musica di Stravinsky, Puccini, Prokof’ev, Schoenberg, tutti autori che erano passati per Parigi e lì avevano lasciato un segno profondo. Il brano fu eseguito per la prima volta alla Carnegie Hall di New York davanti ad un pubblico molto numeroso; al termine dell’esecuzione un’ascoltatrice disse: “Si sentono i passanti che ti sfiorano”.
Infatti è proprio questo il messaggio che si vuole trasmettere. L’impressione di essere lì, di girovagare tra i boulevard in compagnia di artisti folli su un taxi che infiamma i vicoli e le strade di Parigi, con un pensiero malinconico alla propria patria, gli Stati Uniti, evocata dalle sonorità jazz tipiche dei locali underground newyorkesi.
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Prossimo e ultimo appuntamento
Domenica 10 marzo ore 11.00
Sabato 9 marzo ore 10.00 – anteprima scuole
L’ora del balletto
P. Ciaikovskij, Suite da Lo Schiaccianoci (1892)
A. Ponchielli, Danza delle ore (1874)
C. Debussy, Prelude a l’apres midi d’un faune (1894)