Da venerdì 1 marzo, tutti i giorni fino al 10 marzo, Fondazione Cineteca Italiana presenta in prima visone esclusiva per l’Italia, 3 Jours à Quiberon, lungometraggio della regista franco-iraniano-tedesca Emily Atef che ricostruisce tre giornate trascorse nel 1981 in un resort termale di lusso in Bretagna allo scopo di rigenerare corpo e anima da Romy Schneider, splendida e mitica attrice austriaca che ha segnato l’immaginario collettivo di un paio di generazioni.
Il film, in concorso al Festival di Berlino 2018 e vincitore di 7 Lola (Premi del cinema tedesco), racconta Romy Schneider attraverso l’ultima intervista rilasciata dalla grande attrice tedesca. Una star imprigionata dentro una fragilità permanente, impersonata dall’attrice Marie Bäumer, i cui tratti e atteggiamenti si confondono in maniera impressionante con quelli del suo personaggio.
Correva l’anno 1981 e Romy Schneider soffriva già di depressione e alcolismo a causa di varie drammatiche sventure che le erano capitate, dai problemi finanziari al suicidio del marito Harry Meyen passando per la lontananza dai figli. Atef si concentra sulla conversazione che Romy Schneider ebbe con il giornalista Michael Jürgs, una conversazione destinata a diventare una sorta di testamento dell’attrice, per raccontare la fragilità e le debolezze di una donna condannata a non poter vivere la propria vita fino in fondo, imprigionata nel ruolo della principessa Sissi, tormentata dai sensi di colpa per trascurare i figli e pertanto profondamente infelice.
Insieme al film 3 Jours à Quiberon, in programma un piccolo omaggio a Romy Schneider con 4 film che la vedono protagonista: L’amante (C. Sautet, 1970), Ludwig (L. Visconti, 1972), La morte in diretta (B. Tavernier, 1980), La piscina (J. Deray, 1969).
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CALENDARIO PROIEZIONI
Cinema Spazio Oberdan Milano
Venerdì 1 marzo ore 21.15 / Sabato 2 marzo ore 21.15 / Domenica 3 marzo ore 17 / Lunedì 4 marzo ore 21.15 / Martedì 5 marzo ore 19 / Mercoledì 6 marzo ore 21.15 / Giovedì 7 marzo ore 17.30 / Venerdì 8 marzo ore 21.15 / Sabato 9 marzo ore 21.15 / Domenica 10 marzo ore 16.30.
3 Jours à Quiberon
R. e sc.: Emily Atef. Int.: Birgit Minichmayr, Denis Lavant, Charly Hubner, Marie Baumer, Robert Gwisdek. Ger./Fr./Austria, 2018, 115’, v.o. tedesca sott.it.
Quiberon, Bretagna. Romy Schneider si trova in un hotel in cui si adottano particolari linee dietetiche di depurazione del corpo. Lo scopo è quello di prendersi una pausa di relax e, al contempo, dimostrare di essere in grado di stare lontana dall’alcol. Giunge a trovarla dall’Austria un’amica di vecchia data e, dopo poco, arrivano un fotografo che conosce da molti anni e un giornalista di “Stern” che non ha mai incontrato ma al quale ha deciso di concedere una lunga intervista.
Sabato 2 marzo ore 15 / Venerdì 8 marzo ore 19.30
L’amante
R.: Claude Sautet. Sc.: C. Sautet, Paul Guimard, Jean-Loup Dabadie, Sandro Continenza, dal romanzo Les Choses de la vie di Paul Guimard. Int.: Romy Schneider, Michel Piccoli, Lea Massari, Gérard Lartigau. Francia/Italia, 1970, 89’, v.o. sott. it.
Pierre, maturo industriale, anche se convive da lungo tempo con la giovane Hèlène, è legato sempre da amicizia e affetto alla moglie Catherine ed al figlio. Per ragioni di lavoro egli ha già predisposto un viaggio a Tunisi con Hèlène: ma un incontro con il figlio, con il quale ha rari contatti, lo induce a promettergil di passare le vacanze insieme nella loro villa al mare. Il conseguente rinvio del viaggio a Tunisi irrita Hèlène che, sembrandole vedere nell’atteggiamento di Pierre un accenno di distacco, ha un litigio con l’amante. Durante il lungo viaggio in automobile verso Rennes per affari, Pierre, ripensando ad Hèlène, cerca di scoprire la ragione del suo comportamento: rivive così, confusamente, i tempi belli della sua vita familiare e quelli con Hèlène e decide di scrivere una lettera di addio all’amante. Ma, per un improvviso grave incidente automobilistico, Pierre viene trasportato all’ospedale dove muore. Sul suo corpo viene trovata quella lettera di addio che viene consegnata alla moglie Catherine. Costei, dopo averla letta, preferisce distruggerla per evitare ad Hèlène un grande dolore.
Lunedì 4 marzo ore 16.45 / Domenica 10 marzo ore 21
La piscina
R.: Jacques Deray. Sc.: J. Deray, Jean-Claude Carrière. Int.: Romy Schneider, Alain Delon, Maurice Ronet, Jane Birkin, Paul Crachet, Thierry Chabert. Francia/Italia, 1969, 113’.
Jean Paul, un giovane scrittore fallito, e Marianne, una giornalista, stanno passando le loro ferie in una lussuosa villa prestata loro da amici. Un giorno, mentre sono in piscina, ricevono una telefonata che preannuncia l’arrivo di un loro vecchio amico, Harry. Questi, ex amante di Marianne e amico di infanzia di Jean Paul, giunge alla villa con la figlia diciottenne Penelope e viene invitato a restare per qualche giorno. L’atmosfera semplice e allegra dei primi momenti comincia a cambiare dopo una festa. L’atteggiamento affettuoso di Harry verso Marianne colpisce Jean Paul, che si avvicina a Penelope quasi a volersi vendicare dell’amico del quale, inoltre, ha sentito sempre la superiorità. La seduzione, consenziente la ragazza, lascia scossi sia Marianne che Harry: la prima dichiara a Jean Paul di essere pronta ad andarsene mentre Harry decide di partire con la figlia. Ma, durante la notte, i due uomini hanno uno scontro verbale e, dopo essersi sentito rinfacciare il suo sconveniente comportamento con Penelope e il suo fallimento nella vita, Jean Paul getta nella piscina l’amico e Io fa affogare. L’inchiesta della polizia porta solo alla scoperta di alcuni indizi che, però, non risultano validi appigli per una accusa ma bastano a Marianne per convincersi della colpevolezza di Jean Paul; mentre Penelope, delusa, si allontana, Marianne decide di rimanere per sempre accanto a Jean Paul.
Mercoledì 6 marzo ore 17.15
La morte in diretta
R.: Bertrand Tavernier. Sc.: B. Tavernier, David Rayfiel, Geza Von Radvany, da un romanzo di David Compton. Int.: Romy Schneider, Harvey Keitel, Harry Dean Stanton. Thérèse Liotard, Max Von Sidow. Fr./Germania Ovest, 1980, 118’.
Donna condannata (apparentemente) da un male incurabile è braccata da un uomo che ha una microtelecamera nel cervello e che trasmette quel che vede a una rete televisiva. L’amore complica le cose. Sotto il segno del fantastico sociale più che della fantascienza, è un’amara parabola morale sulla morte come spettacolo e sulla manipolazione dell’individuo da parte dei mass media. Parla del presente, non del futuribile. Le carte vincenti del film sono nel paesaggio di Glasgow e dintorni (esaltato dalla fotografia di P.W. Glenn), nel lirismo della messinscena, nelle coinvolgenti e funzionali musiche di A. Duhamel, in una splendida Romy Schneider.
Sabato 9 marzo ore 16.45
Ludwig
R.: L. Visconti. Sc.: L. Visconti, Enrico Medioli con la collaborazione di Suso Cecchi D’Amico. Int.: Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard, Silvana Mangano, Helmut Griem, Umberto Orsini. Italia/Fr./Ger., 1972, 237’.
L’ascesa e la caduta del re di Baviera dal 1864 al 1886 in un’estasi di passioni, follie e colpi di genio. Un materiale smisurato proposto sotto forma di inchiesta, ma in realtà lugubre testimonianza di un mito avvolto nel suo stesso mistero: «Voglio rimanere un enigma. E non soltanto per gli altri, ma anche per me».
Fra la prima e la seconda parte del film è prevista una pausa di 15’ circa.
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Modalità d’ingresso al Cinema Spazio Oberdan
Piazza Oberdan Milano
Biglietto intero € 7,50
Ridotto con *Cinetessera € 6
Gratuito per ragazzi dai 16 ai 19 anni
*Cinetessera annuale € 10