di Florian Zeller
con Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere
e con Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris
musiche Antonio Di Pofi
scene Gianluca Amodio
costumi Alessandro Lai
light designer Umile Vainieri
traduzione, adattamento e regia Piero Maccarinelli
produzione Goldenart Production
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La ricerca scientifica non ha, ad oggi, rintracciato ancora una cura che possa arrestare il mostro neurodegenerativo del morbo di Alzheimer.
Quello che sappiamo è che una graduale perdita della memoria travolge persone fino ad allora nel pieno delle loro attività vitali; con loro non vengono risparmiati nemmeno gli affetti più cari, non certo perché questa malattia sia ritenuta contagiosa, ma perché un essere umano che perde i riferimenti di se stesso, di tutto quanto lo circonda, travolge con la sua condizione tutta una quotidianità, tutto un ecosistema, il suo intero microclima affettivo, mai altrettanto precario e fragile come in questo caso.
Le persone affette dal morbo assumono un crescente comportamento violento, apparentemente privo di senso e sicuramente pericoloso per sé e per gli altri e le famiglie sono a loro volta costrette in una condizione di impotenza e di incredulità.
Non riconoscere più i propri cari e non essere più riconosciuti da un proprio caro è un lutto di profonda portata da attraversare rintracciando ogni forza residua per tentare di non perdere anche il residuo brandello di contatto con la realtà.
Questa pièce, dai toni che sfiorano delicatamente la tragicomicità, ha il pregio di toccare un tema forte, che chiunque vorrebbe dimenticare, lasciando il segno.
Il Padre è una cronaca interna della malattia che apre una finestra sullo sguardo di chi è stato colpito dai sintomi di questa forma di demenza, allargando una lente emozionale sulla deformazione della percezione delle cose, sulla ragione di una rabbia spesso incompresa e di una esasperata disperazione capace di affondare come una pietra sul fondo dello spettatore, trasformato in testimone di una realtà difficile da spiegare altrimenti.
Un valido e riuscito lavoro di sensibilizzazione grazie anche alla straordinaria interpretazione di Alessandro Haber che si conferma, senza dubbio, tra gli attori più interessanti e talentuosi del panorama italiano.
La commozione in sala è tale da trasformare il momento degli applausi finali in un momento di raccoglimento e confronto sul tema.
Una richiesta che abbiamo certamente il dovere di riportare è quella di donare il vostro sostegno alle associazioni e agli enti di ricerca che sono impegnati per garantire supporto alle famiglie degli ammalati e per rintracciare una cura.
Ines Arsì