Al suo debutto nel 2017, Le baruffe chiozzotte prodotto dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale per la regia di Paolo Valerio al Teatro Romano di Verona non ha potuto rendere esplicita l’operazione etnografica compiuta da Goldoni nel 1762: è stata la sua prima commedia a distaccarsi dall’ambito cittadino, per inoltrarsi nella dimensione rionale della Chioggia di quei tempi e osservarne le relazioni sociali, ma il distacco culturale non permette a chi assiste alla messinscena “in lingua originale” di comprenderne le implicazioni.
Il fulcro dell’osservazione partecipante di un Goldoni antropologo che non dovette cambiare nazione, né tanto meno continente, era quella cultura popolare mossa da impulsi semplici e semplicemente categorizzabili, tanto da poter riconoscere nelle Baruffe un antesignano del verismo letterario: un paragone che ha del fondamento, posto per certo che Giovanni Verga vi abbia dedicato il personaggio de I Malavoglia ‘Ntoni omaggiando il Paron Toni de le Baruffe, e risaltato dall’ulteriore confronto con il film del 1948 La terra trema di Luchino Visconti, i cui pescatori acitrezzini ricalcano i pescatori del litorale veneto di quasi due secoli prima.
Dalle lettere alle sequenze cinematografiche, passando per la commedia di Goldoni che ne ha fatto da modello, un certo tipo di narrativa che definiamo “verista” esprime con lauta evidenza l’universalismo che concerne le tendenze umane alla rabbia e all’amore. È così che l’allestimento scenografico e illuminotecnico de Le baruffe di Paolo Valerio (Antonio Panzuto ed Enrico Berardi) tingono di rosa i costumi dal pregio filologico (Stefano Nicolao, con la consulenza storico-drammaturgica di Piermario Vescovo), incorrendo nella volontà registica di centrare la prospettiva nel punto di vista delle donne (Michela Martini, Marta Richeldi, Stefania Felicioli, Francesca Botti e Margherita Mannino), il cui alterco è il vero motore della drammaturgia.
È così, quindi, che i colori della scena virano sul blu, da eros a thanatos, a rappresentare i risvolti delle baruffe femminili nel più violento e interventista mondo maschile (Giancarlo Previati, Francesco Wolf, Riccardo Gamba, Valerio Mazzucato, Leonardo De Colle, Luca Altavilla e Vincenzo Tosetto), mediati dal Cogitore Piergiorgio Fasolo: il primo dei rapporti interrelazionali che, prima ancora della sfera culturale e sociale, Goldoni ha saputo indagare con acume.
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Le baruffe chiozzotte
di Carlo Goldoni
regia Paolo Valerio
con Giancarlo Previati, Michela Martini, Marta Richeldi, Francesco Wolf, Riccardo Gamba, Valerio Mazzucato, Stefania Felicioli, Francesca Botti, Margherita Mannino, Leonardo De Colle, Luca Altavilla, Piergiorgio Fasolo, Vincenzo Tosetto
consulenza storico-drammaturgica Piermario Vescovo
movimenti di scena Monica Codena
scene Antonio Panzuto
costumi Stefano Nicolao
musiche Antonio Di Pofi
luci Enrico Berardi
produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale