produzione SiciliaTeatro
con Sebastiano Lo Monaco
di Sebastiano Lo Monaco
musiche Dario Arcidiacono
elementi scenografici a cura di Massimo Voghera
con la collaborazione degli studenti dei corsi di scenografia Chiara Cosentino, Isabella Giannone, Veronica Cicirello, Francesca Caldarola, Debora Navicella, Milena Bertone, Manuela Allegri, Ilaria Villagrassa dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
elaborazione immagini a cura di Luigi Palladino del corso di Fotografia di Fabio Amerio
si ringrazia per la fornitura dei costumi la Sartoria della Fondazione I.N.D.A. di Siracusa diretta da Marcella Salvo
direttore di scena Matteo Bianco
regia Salvo Bitonti
Durata: 2h circa, atto unico.
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Al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 febbraio, Sebastiano Lo Monaco debutta con il suo recital Io e Pirandello – In viaggio con i miei autori diretto da Salvo Bitonti. I 40 anni di carriera artistica dell’attore siciliano e la vita del Premio Nobel Luigi Pirandello si incontrano e intrecciano: insieme spiritualmente per raccontarci un teatro attraversato visceralmente.
“La tematica di Pirandello che più mi si addice – afferma Lo Monaco – riguarda quel particolare aspetto della sua ricerca volto a scandagliare i dolori dell’animo umano. Anche se esternamente tento di non mostrarlo, la mia anima è sempre molto dolorosa: io mi definisco un depresso cronico che però cerca, attraverso il teatro e il proprio mestiere, di dare gioia agli altri”.
In scena appaiono sei manichini alla Giorgio de Chirico, che rappresentano i personaggi dei testi di un’esistenza di teatro che Sebastiano Lo Monaco è chiamato a “indossare” sul palcoscenico: da Il berretto a sonagli e Enrico IV di Pirandello a Edipo Re di Sofocle, dall’Agamennone di Ifigenia in Aulide di Euripide, messo in scena al Teatro greco di Siracusa, a Per non morire di mafia e Dopo il silenzio scritti per lui dall’allora procuratore antimafia Pietro Grasso.
Una produzione SiciliaTeatro.
Leggerezza di toni e intensità di contenuti. Io e Pirandello – In viaggio con i miei autori è il racconto di una vita fortemente voluta da Sebastiano Lo Monaco con e per il palcoscenico, che affonda le sue radici in una lunga e mai interrotta storia d’amore con i tragici greci e Luigi Pirandello, siciliano come lui. Non a caso Pierluigi Pirandello, nipote del celebre drammaturgo, lo ha definito “interprete senza pari dell’arte di Luigi Pirandello”.
Diretto da Salvo Bitonti al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 febbraio, Lo Monaco ci trasporta in una Sicilia lontana, ma non dimenticata, per farci riassaporare i sapori e gli odori della sua infanzia e della sua adolescenza: gli aneddoti della sua storia personale sono il filo conduttore per raccontarci il suo incontro con il teatro. Una produzione SiciliaTeatro.
“Nel giugno del 2017 mi è stato chiesto di pensare a uno spettacolo in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Pirandello – ricorda Sebastiano Lo Monaco ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – mentre lo preparavo mi sono accorto che all’interno della mia interiorità emergevano anche gli altri autori che hanno contribuito a creare il mio percorso teatrale. Sono gli autori che amo e che appartengono alla mie radici siciliane, a una cultura mediterranea in cui sono nato e che mi coinvolge visceralmente. Fin da piccolo – prosegue – ho imparato a imbattermi in un tipo di cultura in cui la parola spesso prende corpo in scena, in maniera profonda e quasi ancestrale. Il Teatro greco di Siracusa è uno dei più antichi della storia dell’umanità, testimone meraviglioso della nostra memoria occidentale, e la Sicilia è simbolo di scambio e accoglienza: i recenti accadimenti della nave con i 47 migranti sbarcati sull’isola lo raccontano”.
In scena appaiono sei manichini alla Giorgio de Chirico a cura di Massimo Voghera, che rappresentano i personaggi dei testi che l’attore nato a Floridia, provincia di Siracusa, è chiamato a “indossare” sul palcoscenico. Prendono così forma e sostanza, tra gli altri, Edipo Re di Sofocle, l’Agamennone dalla Ifigenia in Aulide di Euripide, messa in scena a Siracusa, Il berretto a sonagli ed Enrico IV di Pirandello, Per non morire di mafia e Dopo il silenzio scritti per lui dall’allora procuratore antimafia Pietro Grasso. Le musiche sono di Dario Arcidiacono.
“Le tappe della mia carriera – interviene l’attore – sono come quei celebri personaggi pirandelliani che hanno cercato un autore, nel mio caso specifico un attore, per essere rappresentati. Ecco perché lo spettacolo, pur non trattando esclusivamente l’opera di Pirandello, risulta comunque intimamente pirandelliano. Non è l’attore a scegliere le sue interpretazioni, anzi, sono i personaggi che gli saltano addosso, proprio come nei Sei personaggi in cerca d’autore”.
C’è una somiglianza oramai anche fisica tra il drammaturgo e l’attore, che li ha portati a condividere idealmente le gioie e i dolori della vita. Pirandello un uomo infelice, una vita segnata dalla depressione, male del nostro secolo, dalla quale però può nascere la bellezza: questo accomuna questi due uomini di teatro che si sono succeduti nel ’900. Ecco che allora emerge un Pirandello poco conosciuto, delicato, intimo, a tratti ironico. Il drammaturgo siciliano prende forma davanti allo spettatore per mostrarsi nei panni di un uomo come gli altri, capace però di mettere su carta le sfumature della realtà. E attraverso di lui anche Lo Monaco si racconta intimamente per la prima volta sul palcoscenico, per mostrare la sua “maschera nuda”, il suo volto segnato, ma capace di trasmettere passione e calore.
“La tematica di Pirandello che più mi si addice – interviene Sebastiano Lo Monaco – riguarda quel particolare aspetto della sua ricerca volto a scandagliare i dolori dell’animo umano. Anche se esternamente tento di non mostrarlo, la mia anima è sempre molto dolorosa: io mi definisco un depresso cronico che però cerca, attraverso il teatro e il proprio mestiere, di dare gioia agli altri. Un intimo dolore che fa parte dell’essenza di ogni siciliano – conclude – soprattutto di ogni siciliano perbene. Non si può prescindere da una compresenza del dolore, che è anche fonte di rivelazione e conoscenza di quello che siamo: è il nostro reale modo di essere che continua a venire a galla, per imparare a vivere e a stare al mondo”.
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Intervista a SEBASTIANO LO MONACO
di Angela Consagra
Come nasce questa idea di raccontare in uno spettacolo il suo rapporto, dal punto di vista teatrale, con un autore fondamentale per la cultura italiana come Luigi Pirandello?
“Io e Pirandello è il titolo dello spettacolo, anche se in questo racconto sulla scena non c’è solo Pirandello: a sfilare nel viaggio delle emozioni e dei ricordi sono i miei quarant’anni di carriera. Infatti lo spettacolo si sarebbe anche potuto intitolare Io, Pirandello, i tragici greci, Pietro Grasso e Arthur Miller, ovvero tutti quegli autori di riferimento per me sia come essere umano e sia come artista. Il titolo sarebbe stato lunghissimo e dunque ho sintetizzato questo concetto semplicemente in Io e Pirandello, anche a causa della mia lunga e intensa frequentazione teatrale con le sue opere. Nel giugno del 2017 mi era stato chiesto di pensare ad uno spettacolo in occasione delle celebrazioni dei centocinquant’anni dalla nascita di Pirandello e mentre lo preparavo mi sono accorto che all’interno della mia interiorità emergevano anche gli altri autori che hanno contribuito a creare il mio percorso teatrale. Sono gli autori che amo e che appartengono alla mie radici siciliane, a una cultura mediterranea in cui sono nato e che mi coinvolge visceralmente. Non posso non riconoscere che la storia dei miei luoghi di origine ha creato un background che mi ha formato come uomo, prima di tutto. Fin da piccolo ho imparato a imbattermi in un tipo di cultura in cui la parola spesso prende corpo in scena, in maniera profonda e quasi ancestrale. Il Teatro greco di Siracusa è uno dei più antichi della storia dell’umanità, testimone meraviglioso della nostra memoria occidentale, e la Sicilia è simbolo di scambio ed accoglienza: i recenti accadimenti della nave con i 47 migranti sbarcati sull’isola lo raccontano”.
Quindi Io e Pirandello è uno spettacolo fondamentale per lei?
“Sì, senza alcun dubbio. È uno spettacolo in cui la narrazione diventa veramente comprensibile per il pubblico. Le tappe della mia carriera sono come quei celebri personaggi pirandelliani che hanno cercato un autore – nel mio caso specifico un attore – per essere rappresentati. Ecco perché lo spettacolo, pur non trattando esclusivamente l’opera di Pirandello, risulta comunque intimamente pirandelliano. Non è l’attore a scegliere le sue interpretazioni, anzi, sono i personaggi che gli saltano addosso, proprio come nei Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello”.
Quale aspetto dell’universo pirandelliano le è più affine?
“La tematica di Pirandello che più mi si addice riguarda quel particolare aspetto della sua ricerca volto a scandagliare i dolori dell’animo umano. Anche se esternamente tento di non mostrarlo, la mia anima è sempre molto dolorosa: io mi definisco un depresso cronico che però cerca, attraverso il teatro ed il proprio mestiere, di dare gioia agli altri”.
E questo intimo dolore fa parte dell’essenza di ogni siciliano?
“Credo di sì. Soprattutto di ogni siciliano perbene. Non si può prescindere da una compresenza del dolore, che è anche fonte di rivelazione e conoscenza di quello che siamo: è il nostro reale modo di essere che continua a venire a galla, per imparare a vivere e a stare al mondo”.
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Biglietti
Intero
Platea 34€ – Palco 26€ – Galleria 18€
Ridotto Over 60
Platea 30€ – Palco 22€ – Galleria 16€
Ridotto Under 26
Platea 22€ – Palco 17€ – Galleria 13€
Ridotto Soci Unicoop Firenze
Platea 26€ – Palco 19€ – Galleria 14€
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Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9:30 / 18:30 – domenica chiuso
Circuito Boxoffice Toscana e online su