“Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma”.
Garcia Lorca
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Attraverso diversi veli di luce si apre lo Spazio Diamante, un luogo d’arte nato nei flussi umani di una Roma underground, ricca di proposte e multiforme visioni adatte ad accogliere un progetto coreografico figlio di più volti e altrettante specifiche voci. Simple Love: odi sull’essere umano sboccia nella passione di Roberta Ferrara la cui direzione artistica, intelligente e calibrata, rende univoche nei registri formali le esperienze coreografiche attraverso cui vediamo svilupparsi i corpi della compagnia Equilibrio Dinamico Dance Company. Nel repertorio presentato andiamo a ritrovare le coreografie “Equal to Men” e “Simple Love” la cui firma ha la forma della direttrice artistica; “Walking & Talking”, una coreografia concettualizzata da Jiří Pokorný, e “Nunc” sviluppatasi da una visione di Gaetano Montecasino; scorgendo elementi ricorrenti che permettono al lavoro corale di convergere in un luogo dove l’attenzione al gesto, la scomposizione delle parti, la pesantezza dell’atto corporeo – e nella variazione, la sua leggerezza – donano alla distribuzione scenica una visione coerente in cui la ritualità del movimento e la sua potenza evocativa brillano nel moto energeticamente dinamico quanto maestoso del corpo degli interpreti.
Il pubblico entra nella dimensione dello spettacolo lungo gli spettri di Equal to Men, una foresta di sensazioni, battiti animali, corde emotive trasposte sulla pelle nuda, nelle ossa, sui muscoli in tensione di Tonia Laterza la cui espressione corporea diviene un fiore ribelle e i suoi petali onde d’energia, attacchi, fughe, tensioni e resistenti rilasci. La immaginiamo in mezzo alle fronde di una natura selvaggia, e si trasmuta in tigre; la vediamo correre, abbassarsi, saltare, strisciare e, attraverso le visioni interne e i giochi dello sfociare corporeo, riscopriamo nel mondo immaginale una scenografia adatta a questo corpo balìa di visioni, vissuto in maniera preminente dalla potenza creatrice esaltata e mossa da un viso eloquentemente cangiante.
Le luci in scena cambiano, e attraverso un gioco di colori, fumo e forme diamo il benvenuto a Walking & Talking una concordanza di corpi in relazione tra loro e tra dimensioni a noi celate nello spazio esplorato, vissuto, contaminato dai passi. La dimensione musicale orchestrata da Vito Causarano ci accompagna nei diversi passaggi coreografici, e rompe e ricompone un silenzio gestuale che acquista tra le sue note molteplice valenza. L’abbraccio di linee verticali e orizzontali del movimento, la sovrapponibilità di corpi che si vanno adagiando gli uni sugli altri; lo sguardo mosso su linee corporee che si trasformano ed incontrano ora un ginocchio, ora una palpitazione, ora un ventre, ora un desiderio, ora una spalla, ora una tensione, ora una schiena o un sesso, arricchisce la scena di variazioni e colori il cui centro si sposta di nota in nota andando ad estendere il disegno scenico articolato nell’ampiezza, nella profondità e densità gestuale di Tonia Laterza, Serena Angelini, Bea Netti, Silvia Sisto e Nicola De Pascale il cui potere artistico si libra in volo e si riconferma come dignitosamente forte nell’adesso di Nunc.
E infine, una recensione a se stante servirebbe per descrivere rispettosamente la gloriosa mimica e la dolcezza piena con cui Tonia Laterza e Nicola De Pascale ci invitano ad entrare in Simple Love, una fiaba nutritasi di fragilità, di emotività, di ricerca, di profondità vissuta tra due marionette la cui sorte sembra essere indissolubilmente legata. Attraverso l’energia elegante, e la presenza scenica finemente espressiva di Nicola De Pascale, e l’abilità nel riportare in superficie stati profondi dell’essere di Tonia Laterza, osserviamo e viviamo i variabili stati dell’essere e le mutevoli emozioni possibilmente presenti in una relazione d’amore: la spinta dell’uno verso l’altro; la trepidazione e il turbamento dell’incontro; la rabbia di volontà che si ricercano, si rifuggono e lottano; la tentazione a cedere terreno a qualcuno che desideriamo ma allo stesso tempo temiamo; la volontà di rimanere altro; l’urgenza dell’abbandonarsi nei reciprochi solchi; la paura e il dolore e il conforto dell’abbraccio. E tutto questo in un’accentuazione di forza, in un’espansione di sfumature create dalla musica Room 29, un “tappeto sonoro” composto dal tocco cristallino di Chilly Gonzales e dallo spoken word di Jarvis Cocker.
Che dire di più? Un lodevole fil rouge performativo che, attraverso l’esplorazione dell’umano, riconosce il peso della geografia corporea, realtà tra realtà che nell’intersezione diviene universo intero.
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Credits
Coreography and set concept Roberta Ferrara, Jiří Pokorný, Gaetano Montecasino
Music Vito Causarano, con la partecipazione di Jarvis Cocker e Chilly Gonzales
Performers Tonia Laterza, Serena Angelini, Bea Netti, Silvia Sisto, Nicola De Pascale
Production Equilibrio Dinamico Dance Company